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Edward Snowden è stato formalmente accusato di spionaggio e furto di proprietà del governo. L’accusa contro la fonte delle rivelazioni sul programma di sorveglianza Prism è il primo passo di quella che si potrebbe rivelare una lunga battaglia legale per chiederne l’estradizione da Hong Kong, dove si ritiene Snowden si stia ancora nascondendo in un luogo sicuro, come scrive il South China Morning Post.

Secondo quanto rivela il Washington Post, quotidiano che assieme al britannico Guardian ha reso pubblici i documenti forniti dall’ex consulente dell’agenzia per la sicurezza americana, gli Stati Uniti hanno già chiesto l’arresto alle autorità dell’ex colonia britannica.

A presentare denuncia sono stati i procuratori federali della Virgina, Stato in cui ha sede la Booz Allen Hamilton, la società di sicurezza per cui Snowden lavorava. Oltre al furto di proprietà del governo, la denuncia riguarda la diffusione senza autorizzazione di informazioni sulla difesa nazionale e la comunicazione volontaria di informazioni di intelligence a persone non autorizzate. Reati questi ultimi che ricadono nella legge sullo spionaggio del 1917 e per i quali rischia 10 anni di carcere per ogni capo d’accusa.

Fonti citate dall’agenzia Reuters hanno detto che gli Usa si preparano a chiederne l’estradizione. Il trattato d’estradizione tra Washington e Hong Kong risale al 1996, l’anno prima del ritorno dell’ex colonia britannica sotto la sovranità cinese. Pervenuta la richiesta di arresto ed estradizione, Snowden dovrà essere portato davanti a un magistrato. In base alle accuse il chief executive di Hong Kong, a capo del governo locale, deciderà se accogliere o  no la richiesta e sulla compatibilità in materia di difesa e politica estera, i due campi per i quali il governo centrale di Pechino potrebbe porre il proprio veto.

Il successo o il fallimento dell’eventuale richiesta d’estradizione negli Usa dipendono inoltre dalla corrispondenza del reati di cui Snowden è accusato con quelli previsti dalle leggi dell’ex colonia. Proprio i due connessi alla legge sullo spionaggio potrebbero portare a dibattiti all’interno della Corte.

Le rivelazioni di Snowden sulla sorveglianza e la raccolta di dati telefonici e online ha aperto il dibattito sul potere concesso alla NSA di violare la privacy di cittadini statunitensi e stranieri. Per alcuni l’ex consulente è un traditore, per altri una fonte che ha svelato informazioni di interesse pubblico e come tale andrebbe protetto.

Di fatto in pochi erano disposti a credere che il dipartimento della Giustizia non si sarebbe mosso. È nei cinque anni di amministrazione Obama che ci sono stati sei dei nove rinvii a giudizio per gli informatori accusati di aver violato la legge sullo spionaggio da quando fu varata.

Per Snowden continua tuttavia a circolare anche l’ipotesi di richiesta d’asilo in Islanda. Ieri un imprenditore vicino a WikiLeaks ha detto di aver pronto un aereo privato per portare il consulente sull’isola. Il governo di Reykjavik non ha commentato la notizia.

Intanto continuano le inchieste basate sui documenti forniti da Snowden. Ieri il Guardian rivelava che l’agenzia d’intelligence britannica Gchq (Government Communications Headquarters) avrebbe intercettato chiamate telefoniche su cavi a fibra ottica .

Datagate, Snowden accusato di spionaggio

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