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Occhi puntati sulle mosse del management e del consiglio d’amministrazione dell’ex monopolista telefonico. Il giorno decisivo per il destino della rete di Telecom Italia è stato spostato al 23 maggio. In quella data il cda deciderà con tutta probabilità lo scorporo dell’infrastruttura di accesso, ma il gruppo presieduto da Franco Bernabè ha dichiarato l’intenzione a mantenere la maggioranza.
In queste due settimane che ci separano da quel giorno c’è qualcuno che ritiene doveroso da parte del governo un chiarimento sulla sua posizione relativa a questo nodo di importanza strategica per il nostro Paese. A chiederlo attraverso un’interrogazione al ministro Flavio Zanonato è stato l’onorevole Paolo Gentiloni, presidente Ict del Partito democratico, che in una conversazione con Formiche.net approfondisce le ragioni della sua richiesta al governo Letta e il ruolo che dovrebbe svolgere in questa vicenda.

“Ci sono due dossier che tendono ad incrociarsi: da una parte lo scorporo della Rete e dall’altra i contatti con il gruppo cinese. In questo scenario la politica non ha un ruolo determinante nei rapporti con gli attuali azionisti di Telecom né sull’eventuale ingresso degli investitori cinesi. Quest’ultimo avvenimento, qualora si verificasse, potrebbe sicuramente dispiacere per la perdita del controllo italiano su una ulteriore azienda di telecomunicazione, dopo quanto avvenuto con Vodafone e Fastweb. Ma sono le leggi del mercato a decidere”.
Gentiloni infatti non è contrario a prescindere a un probabile ingresso di un investitore straniero in Italia che tra l’altro in assenza di ulteriori disponibilità tra gli azionisti di Telecom, si rende necessario: “L’attività industriale può essere ceduta – ci tiene a ribadire – anche se può dispiacere come italiani”.

Un aspetto da non lasciare al mercato
Per Gentiloni è opportuno non dimenticare che della vicenda Telecom, oltre che le politiche industriali e i clienti acquisiti nel tempo, fa parte l’accesso a Internet che non può essere incluso in un “pacchetto da comprare”: “La questione non è se gli azionisti di Telecom siano italiani o stranieri – precisa il responsabile Ict del Pd – ma riguarda l’accesso alla Rete e di conseguenza al patrimonio di dati della Rete Internet, che senza ombra di dubbio non rappresenta un aspetto da lasciare al mercato”.

L’interrogazione al ministro Zanonato in due punti
Ed è qui che si inserisce la richiesta di Gentiloni al Governo che può essere sintetizzata in due punti, entrambi protesi ad una maggiore chiarezza sul tema: “Deve essere reso chiaro che se il negoziato andasse a buon fine, l’accesso al patrimonio di dati coperto dal Golden share non deve essere ceduto al pacchetto cinese. Da qui diventa urgente la necessità di procedere allo scorporo della Rete – sottolinea Gentiloni – che deve giocare d’anticipo sull’integrazione”. Per Gentiloni non c’è più tempo da aspettare, tenuto conto che tra l’altro “lo scenario della separazione della Rete è sempre stato immaginato per consentire gli investimenti pubblici attraverso la Cassa depositi e prestiti o altri soggetti che Telecom fa fatica a fare. E quindi deve essere visto come una possibilità per accelerare la diffusione di reti di nuova generazione”.

Ed ecco il secondo punto dell’interrogazione a Zanonato: “Qual è l’orientamento che il governo intende impartire alla Cassa depositi e prestiti sulle modalità dello scorporo della Rete?”, chiede Gentiloni.
Ciò che più sorprende il deputato del Pd è il fatto che la vicenda della separazione della rete Telecom sia stata affrontata come relativa ad un rapporto tra soggetti privati quando è nota la partecipazione del governo nella Cdp.  E tra le ipotesi al vaglio dei dossier Telecom per Gentiloni potrebbe anche esserci quella di una totale acquisizione della rete ad opera di Cdp: “Ma a che prezzo visto che Cdp gestisce una parte consistente del risparmio nazionale?”. Ragione che avvalorerebbe questo secondo interrogativo.

Un silenzio assordante
Per porre fine al “silenzio assordante” che circonda il futuro di Telecom Gentiloni lo scorso mese ha chiesto al Presidente Monti e al ministro Passera di “riferire urgentemente in Parlamento sul negoziato in corso tra Telecom e H3g”.
“Sia chiaro. Non attribuisco nessuna colpa al neonato governo Letta – precisa il responsabile Ict – E non mi aspetto una risposta repentina dopo mesi di silenzio del governo precedente. È una sollecitazione in merito a dossier di rilievo enorme. Relativi a un asset, l’accesso a Internet, che rappresenta un pilastro della società, e che rende quella che era un’opportunità per il nostro Paese, lo scorporo della Rete, un obbligo per proteggere questa attività strategica”. “Il governo deve acquisire informazioni in merito e comunicarle, conclude Gentiloni.

 

Telecom, 3Italia e golden share. Le richieste di Gentiloni

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