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Ieri la critica alla decisione della Bce di non abbassare i tassi, mantenendoli allo 0,50%. Oggi l’appello al governo per facilitare l’export italiano. La situazione del settore automobilistico in Italia ed Europa, secondo l’ad di Fiat Sergio Marchionne, non è delle migliori, anche se non è ancora stato raggiunto il fondo. E una politica che non guardi ai mercati stranieri rischia di strozzare ulteriormente l’industria italiana. E’ qui che il governo deve intervenire subito secondo il manager del Lingotto.

L’attuale governo deve fare di tutto per facilitare l’export, ha spiegato sostiene l’ad di Fiat a margine del Consiglio Italia-Usa a Venezia. “Credo che sia un impegno – ha aggiunto Marchionne – che chiederà anche Confindustria”, precisando tuttavia di non averne parlato con il presidente Giorgio Squinzi. “Parliamo di facilitare il processo di esportazione, creando tutte le condizioni possibili e immaginabili”, ha osservato.

Il nodo Cig

Fiat non chiuderà stabilimenti italiani. “L’ho detto al ministro Zanonato – ha aggiunto- e lo confermo, non chiuderemo fabbriche in Italia”. In Italia, secondo l’ad di Fiat, “bisognerà autorizzare la cassa fino a quando gli investimenti non partono”.

Il mercato europeo

Il settore dell’auto in Europa non ha ancora toccato il fondo. Per la ripartenza ci vorranno 3-4 anni.
Questa la previsione fatta da Marchionne, che parlando della situazione del settore auto per il futuro ha spiegato: “Globalmente lo vedo bene, in Europa non tanto. L’Europa ripartirà fra 3-4 anni. Il rimbalzo si vedrà prima, ma non abbiamo ancora toccato il fondo”.

Nodi e tempistica della fusione con Chrysler

Il sindacato auto Usa, attraverso il suo fondo Veba, vuole traghettare Chrysler “in borsa e questo al più presto può succedere per il IV trimestre”, ha detto Marchionne parlando della fusione che il gruppo torinese sta portando avanti per arrivare a fondersi a quello americano. “La trattativa è fondamentalmente sul prezzo”, ha aggiunto, chiarendo che comunque “tecnicamente” Chrysler può dare avvio alle procedure necessarie per la quotazione e, prima di arrivare in Borsa, comprare la quota di Veba.

“La situazione di Cnh-Industrial è il classico esempio di manovra che da’ vantaggi enormi”, ha sottolineato parlando del modello che Fiat seguirà per la prossima operazione. “Noi non abbiamo ancora scelto la forma della fusione con Chrysler. Intanto spero che avvenga. Prima arriviamo a quel punto e poi vediamo cosa fare”, ha detto.

Exor e Fiat

Il supporto di Exor a Fiat viene giudicato “molto positivamente”. Sull’aumento di capitale, il manager ha aggiunto: “Credo che Exor ha dato la sua disponibilità a farlo, se lo dovessi fare”.

Marchionne ha poi ricordato che “a Exor lunedì arrivano 2 miliardi”, dovuti alla cessione della quota in Sgs.
Un’operazione, ha concluso il manager, che è anche presidente della società belga, “è stata una scelta dell’azionista e riflette la conclusione di un ciclo”.

L’espansione di Jeep in Cina

“Abbiamo un buon partner, lo stabilimento è partito e va bene. Adesso stiamo sviluppando la strategia di Jeep in Cina – ha proseguito Marchionne in merito all’espansione di Jeep in Cina -. E’ il marchio più promettente per quel mercato. Abbiamo già un partner, non significa che dobbiamo andare avanti con lui per Jeep. C’è parecchia gente interessata ad associarsi, ma per il momento abbiamo un partner solo”, ha concluso.

Le richieste di Marchionne al governo Letta

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