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E’ solo per il bene e per il rispetto delle condizioni dei lavoratori del Bangladesh che Bruxelles spinge sul rispetto degli standard internazionali sul lavoro nel Paese? No, naturalmente. L’Ue sta considerando un’azione commerciale contro il Bangladesh, che ha un accesso preferenziale al mercato europeo per i suoi capi d’abbigliamento.

Un ricorso europeo?

Un ricorso di Bruxelles sull’import di merci dal Bangladesh, che agisce senza pagare dazi e senza quote prefissate, richiederebbe l’accordo di tutti gli Stati membri e richiederebbe più d’un anno per essere formalizzato. La discussione di Bruxelles, spiega Reuters, si è accesa dopo l’incendio in uno stabilimento tessile a Dacca, nella capitale del Bangladesh, che ha causato la morte di 379 morti e oltre 1.000 feriti.

Le dichiarazioni di Ashton e de Gucht

“L’Unione europea ha chiesto alle autorità del Bangladesh di agire immediatamente per assicurare che le imprese del Paese rispettino gli standard internazionali”, hanno dichiarato l’Alto Rappresentante dell’Unione per gli Affari esteri, Catherine Ashton, e il Commissario per il Commercio Karel de Gucht.

La posizione di Usa e Ilo

Ma le polemiche crescono anche negli Usa, dopo una lettera inviata al presidente Obama da alcuni senatori che gli hanno richiesto di facilitare lo sviluppo di un piano concreto per risolvere il problema dell’inosservanza degli standard sul lavoro nel Paese asiatico. D’altra parte, è stato anche l’Ilo (International Labour Organization) a richiamare lo Stato al rispetto della disciplina internazionale.

Il secondo esportatore di capi al mondo

Sono circa 3,6 miliardi le persone impiegate nel settore tessile nel Paese, un numero che lo rende il secondo esportatore di abbigliamento al mondo, dopo la Cina. L’industria si avvale perlopiù di donne, alcune delle quali guadagnano appena 38 dollari al mese.

I numeri

Nel giugno 2012, l’export del Bangladesh verso l’Ue è aumentato a 11,37 miliardi di dollari, dai 10,52 dell’anno precedente. La Germania è il principale mercato europeo con 3,4 miliardi, seguita da Regno Unito con 2,13 miliardi, da Spagna con 1,71 e Francia con 1,27 miliardi.
Il secondo grande mercato per il Bangladesh sono gli Stati Uniti, che rappresentano il 23% dell’export del Paese, con 4,53 miliardi di dollari.

Le società occidentali in gioco

I rappresentanti di 45 grandi gruppi (tra cui Gap, H&M, J.C Penney, Nike, Wal-Mart, Primark, Mark& Spencer e Tesco) hanno incontrato esponenti di Dhaka per affrontare il problema e progettare un sistema di sicurezza per le imprese del Paese.

L'Ue pensa a una guerra (degli stracci) contro il Bangladesh

E' solo per il bene e per il rispetto delle condizioni dei lavoratori del Bangladesh che Bruxelles spinge sul rispetto degli standard internazionali sul lavoro nel Paese? No, naturalmente. L’Ue sta considerando un’azione commerciale contro il Bangladesh, che ha un accesso preferenziale al mercato europeo per i suoi capi d’abbigliamento. Un ricorso europeo? Un ricorso di Bruxelles sull’import di merci…

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