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E’ presto fatta la manovra prossima ventura del governo Letta di cui Enrico Letta non ha parlato. Serviranno almeno 10 miliardi di euro per coprire gli interventi più urgenti annunciati dal neo premier Enrico Letta nel suo discorso di presentazione del programma di governo. Infatti, su alcune delle questioni – dall’Imu all’Iva, dalla Cig agli esodati e i precari della Pubblica amministrazione – si dovrà mettere mano immediatamente in quanto presentano scadenze improcrastinabili.

Il nodo delle coperture

Altri temi, invece, potranno essere trattati in un secondo momento, anche perché il nodo coperture sarà lo scoglio più arduo da superare per il neo titolare dell’Economia, Fabrizio Saccomanni, che arriva dalla Banca d’Italia. Da subito, quindi, il governo si metterà al lavoro per realizzare un pacchetto misure da approvare probabilmente entro un mese. In particolare, sull’Imu sulla prima casa il presidente del Consiglio ha annunciato lo stop del pagamento della rata di giugno in attesa di attuare una riforma complessiva della fiscalità sulla casa.

Quanto costa la sospensione dell’Imu
Per sospendere il pagamento previsto il prossimo mese serviranno 2 miliardi di euro, che saliranno a 4 miliardi nel caso di una cancellazione dell’imposta sulla prima casa (nel 2012 il gettito Imu complessivo è stato di circa 23,7 miliardi, di cui appunto 4 miliardi per la prima casa). Secondo quanto riferiscono fonti di governo, vista la ristrettezza dei tempi di formazione del nuovo esecutivo è probabile che Letta ancora non abbia un piano preciso su come procedere sul fronte Imu e che in attesa di un approfondimento abbia deciso di ‘rinviare’ il pagamento in scadenza a giugno. Ovviamente occorrerà studiare delle forme di compensazione per i Comuni.

La questione dell’Iva

Altra scadenza a stretto giro di posta è l’aumento dell’Iva che scatterà a luglio. Il premier ha assicurato il suo impegno per evitare l’inasprimento dal 21 al 22%, ma anche in questo caso occorrerà recuperare altri 2 miliardi di euro. Il capitolo fiscale, inoltre, comprende anche la Tares, la nuova tassa sui rifiuti e servizi, il cui pagamento è previsto a fine anno. Per eliminare anche questa imposta servirà un altro miliardo di euro.

Il rifinanziamento della Cassa integrazione

Tra le urgenze non rinviabili c’è poi il rifinanziamento della cassa integrazione in deroga per l’intero 2013. La cig infatti è coperta soltanto fino a giugno. Per garantire l’intero anno servirà almeno 1 miliardo di euro.

Il dossier esodati
Da sanare anche il capitolo ‘esodati’: nel complesso la partita è stata chiusa per una platea di circa 130.000 persone ma ne restano fuori parecchie migliaia. Tuttavia, il numero esatto degli individui e di conseguenza delle risorse necessarie non è ancora stato quantificato. Inoltre, una vera e propria emergenza è quella dei contratti in scadenza dei precari prevista per il 31 luglio (il costo è di circa 7-800 milioni). Se tale termine non sarà modificato, secondo i sindacati almeno 100mila lavoratori rischiano di rimananere senza lavoro. Sul fronte del pubblico impiego c’è poi il problema dello smaltimento degli esuberi, il blocco degli aumenti contrattuali e degli scatti di anzianità.

I contratti di servizio in scadenza con le società statali

Altre risorse dovranno essere recuperate per i “contratti di servizio” (Poste, Fs e Anas in particolare), per le missioni internazionali (quasi 1 miliardo), e per la proroga degli sgravi sulle ristrutturazioni edilizie (almeno 500 milioni).

Gli sgravi per le assunzioni dei giovani

Molte altre le questioni sul tavolo. Resta da capire se il capitolo sgravi per le assunzioni dei giovani verrà trattato da subito, in questo caso le risorse necessarie saliranno di almeno altri 2-3 miliardi di euro. Si potrebbe poi decidere di accogliere la richiesta del Parlamento di far salire da 40 a 47,5 miliardi la prima tranche dei pagamenti arretrati della pubblica amministrazione da sbloccare in due anni. Infine, altri 2 miliardi serviranno per evitare l’aumento del ticket sanitario dal 2014.

La spending review

Ovviamento lo scoglio più difficile per l’esecutivo sarà quello delle coperture da trovare per finanziare gli interventi in programma. Almeno 3-4 miliardi potranno arrivare dal nuovo ciclo di spending review, altri 2 miliardi circa da giochi e tabacchi.
Altre risorse potranno arrivare dalla delega sulla riforma fiscale se si deciderà di rimetterla in gioco, dalla lotta all’evasione e dall’eventuale accordo con la Svizzera.

Ecco la manovra economica nascosta allo studio del governo Letta

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