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La sentenza tanto attesa del maxi processo Eternit per le morti di amianto è arrivata. La corte di appello di Torino ha condannato il manager della multinazionale dell’amianto, Stephan Schmidheiny, a 18 anni di reclusione, per disastro ambientale doloso e omissione dolosa di misure di sicurezza. In primo grado il magnate svizzero era stato condannato a 16 anni. Una condanna che segue quella che ha colpito l’ad di Thyssen Italia, Harald Espenhahn, a seguito del rogo che causò la morte di cinque operai nello stabilimento di Torino nel 2007.

Il risarcimento a Casale Monferrato

E’ stata quantificata in 30,9 milioni di euro la somma che la Corte d’Appello di Torino ha accordato al Comune di Casale Monferrato con la sentenza d’appello del processo Eternit. La cittadina dell’alessandrino infatti ha ospitato lo stabilimento principale in Italia della multinazionale.

“E’ stato riconosciuto un danno ingente per il nostro territorio, al nostro comune è stata riconosciuta una provvisionale che, a differenza della sentenza di primo grado, è immediatamente esecutiva”. Cosi’ il sindaco di Casale Monferrato Giorgio Demezzi ha espresso soddisfazione per la sentenza d’appello. “Adesso – ha concluso – questo signore deve capire che dovrà pagare o lo Stato dovrà intervenire, soprattutto per il problema delle bonifiche”.

Seimila parti lese

In aula a seguire il verdetto l’ex ministro della salute, Renato Balduzzi, il procuratore capo della Repubblica di Torino, Gian Carlo Caselli, il procuratore generale Marcello Maddalena, oltre a centinaia di parenti delle vittime giunti da tutta Italia e anche network televisivi stranieri. Le parti lese sono circa seimila tra familiari dei lavoratori morti per tumore o semplici cittadini residenti nei luoghi in cui c’erano le fabbriche che producevano le fibre di amianto a Casale Monferrato, in provincia di Alessandria, a Cavagnolo (Torino), Bagnoli (Napoli), Rubiera (Reggio Emilia).

L’indignazione Schmidheiny

“Sono indignato”. E’ il primo commento di Astolfo Di Amato, legale di Stephan Schmidheiny. “Siamo in presenza di una accusa che è cambiata a inizio processo, poi è cambiata in primo grado ed è cambiata ancora in appello. Leggeremo le motivazioni per capire ma la prima reazione è di grande sconcerto”, ha concluso il legale che ha confermato il ricorso alla Cassazione.

Le parole dell’ex ministro Balduzzi

“Questa battaglia l’ho sentita molto mia come alessandrino, come ministro dellaSsalute e ora come parlamentare e anche come giurista”. Così l’ex ministro per la Salute Renato Balduzzi presente nell’aula del tribunale di Torino. “E’ una battaglia – ha aggiunto – che non riguarda solo questo territorio”.

La riconoscenza al pm Guariniello

Ha seguito invece tutte le udienze del processo Eternit a Torino indossando la sua tuta blu da ex operaio Pietro Condello, 67 anni, 15 dei quali trascorsi nello stabilimento di Casale Monferrato, e che donerà ora quella tuta al procuratore Raffaele Guariniello. ”E’ un regalo – ha detto – per ringraziare Guariniello del lavoro fatto”.

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