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La Repubblica di Cipro sceglierà domenica il nuovo presidente con in primo piano non la riunificazione dell’isola ma la crisi economica. La priorità per il nuovo Capo dello Stato sarà infatti quella di ottenere il più rapidamente possibile gli aiuti internazionali necessari.

Così come per il dossier relativo alla riunificazione, i cui negoziati sono finiti in un’impasse, anche le trattative con la “troika” (Ue, Bce ed Fmi) non hanno portato ancora ad alcun risultato concreto, con Nicosia che considera troppo stringenti le condizioni poste per lo sblocco dei finanziamenti.

Il presidente uscente Dimitris Christofias, eletto nel 2008 e che aveva fatto della riunificazione l’obiettivo principale del suo mandato, ha scelto di non ripresentarsi: il favorito alla successione è Nicos Anastasiades, leader del partito di centrodestra Disy, che stando ai sondaggi ha 15 punti di vantaggio sul rivale, l’indipendente Stavros malas; terzo l’ex premier – anche lui indipendente – Giorgos Lillikas.

Fra i tre candidati Lillikas – appoggiato dal partito Socialista – è l’unico ad opporsi al pino di aiuti, scommettendo invece sullo sfruttamento dei giacimenti di gas naturale scoperti al largo delle coste dell’isola, risorse per il cui sviluppo tuttavia occorreranno ancora degli anni.

I negoziati fra Nicosia e la “troika” sono in corso dal giugno scorso, sulla base di circa 17 miliardi di euro, di cui 10 destinati al settore bancario messo in ginocchio dagli stretti legami con gli istituti di credito greci: il governo tuttavia ha accettato un aumento dell’Iva ma non il programma di privatizzazioni proposto dai creditori.

Quanto alla riunificazione, Anastasiades si era detto a suo tempo favorevole al piano proposto dieci anni fa dalle Nazioni Unite, respinto però da un referendum: il leader del Dysi viene considerato dalla comunità internazionale il candidato più credibile per ottenere una soluzione.

L’isola di Cipro è infatti divisa dal 1974, anno in cui un fallito golpe di annessione alla Grecia provocò l’intervento militare turco; i negoziati per la riunificazione sotto forma di una federazione della Repubblica di Cipro (Pese membro dell’Ue) e della Repubblica Turca, in corso da anni sotto l’egida delle Nazioni Unite, non hanno fino ad ora dato alcun risultato pratico dopo che nel 2004 i greco-ciprioti hanno bocciato in un referendum il piano dall’Onu. Gli aventi diritto al voto sono 545mila: se nessuno dei tre candidati ottenesse il 50% dei voti al primo turno, verrà svolto un ballottaggio fissato per il 24 febbraio.

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