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Un’occasione persa. L’Istituto Bruno Leoni giudica così la riforma del condominio approvata a dicembre 2012, un intervento atteso da decenni su una normativa del 1942. La riforma infatti, secondo Silvio Boccalatte, avvocato e fellow del pensatoio liberista diretto da Alberto Mingardi, consente intromissioni sempre più pervasive dello Stato nella sfera dei rapporti privati. “Il legislatore è intervenuto stringendo ancor di più le maglie della legge, specificando dettagli che prima erano lasciati all’approfondimento e all’elaborazione giurisprudenziale e aumentando la massa di disposizioni applicabili alla vita del condominio. Nel breve termine è probabile che queste modifiche producano un ulteriore aumento del contenzioso”, si legge nel report dell’Istituto il cui ufficio studi è diretto da Carlo Stagnaro.

I cambiamenti incompatibili con i diritti dei condomini

Per Boccalatte, alcuni cambiamenti (l’eliminazione del requisito dell’unanimità dei condomini, l’introduzione di nuovi vincoli al regolamento di condominio, i maggiori oneri burocratici a carico dell’amministratore, la riforma della responsabilità verso terzi) appaiono incompatibili coi diritti dei condomini. “La soluzione logica ai problemi del condominio sta piuttosto nell’individuare nel regolamento di condominio – espressamente e liberamente accettato da tutti i condomini – il baricentro delle fonti del diritto in materia e garantire ai condomini la massima libertà nell’auto-organizzarsi”.

Una riforma superflua e subdola

La riforma in oggetto sembra dunque “superflua nella misura in cui ribadisce gli arresti giurisprudenziali già esistenti, e sia subdolamente negativa quando consente intromissioni sempre più pervasive dello Stato nella sfera dei rapporti privati”. E la negatività “può essere definita ‘subdola’ perché, astrattamente e superficialmente, si tratta di una semplice riforma del condominio, non certo di una riforma costituzionale: come si può pensare che la libertà abbia qualcosa a che fare con il condominio?”.

Una legge approvata tra gli applausi

E poi, commenta, “chi può essere contrario a che gli interessi di più persone debbano prevalere su quelli di infime minoranze? Non è forse un principio democratico? Chi può essere contrario a difendere simpatici cucciolotti dal bieco e scorbutico vicino di casa? Chi può essere contrario a che l’amministratore di condominio svolga in modo onesto e competente il proprio lavoro? Non a caso questa riforma è stata approvata a larghissima maggioranza, dopo un lavoro parlamentare veramente bipartisan durato tutta la legislatura: questa riforma è stata approvata letteralmente tra gli applausi. Ma ciò non stupisce: di solito la libertà muore dopo una lenta erosione e sepolta da scrosci di applausi”, conclude Boccalatte.

Lo Stato si infila in casa con la riforma del condominio

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