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“Colpiremo il cuore della Francia”. Così hanno minacciato i jihadisti del nord del Mali che sono stati bombardati dalle forze francesi. La dichiarazione è di Abou Dardar, uno dei leader del Movimento per l’Unicità e la Jihad nell’Africa occidentale (Mujao), all’agenzia di notizie Afp. Nelle sue dichiarazioni Dardar ha detto che la Francia ha attaccato l’Islam: “Colpiremo il cuore della Francia. In nome di Allah, noi colpiremo il cuore della Francia”. E dov’è il cuore della Francia”? Alla domanda del giornalista, Abou Dardar ha risposto che è in tanti luoghi: a Bamako, in Africa e in Europa.

La proliferazione terrorista nel Mali è un tema sul quale aveva lanciato l’allarme Fernando Reinares, ricercatore di Terrorismo internazionale del Real Instituto Elcano. In un rapporto datato luglio del 2012, Reinares aveva spiegato come era nato – e come si sarebbe sviluppato – “un condominio jihadista nel nord del Mali”, diventando un focus di minacce terroriste per l’Europa.

Secondo l’inchiesta, Ansar al Din (AD), Al-Qaeda del Maghreb Islamico (Aqmi) e Mujao esercitano un forte controllo sociale a Timbuctu, Gao, e nella zona del Sahel, “situazione che potrebbe diventare un focus multiplo di minaccia terroristica per l’Africa settentrionale e l’Europa”.

Il rapporto spiegava che queste organizzazioni armate sono piccole e di diversa natura tra loro, per cui operavano in maniera separata. Ma le recenti dichiarazioni di Abou Dardar confermano che dopo l’attacco francese si sono uniti, diventando più forti. Hanno giocato a favore il colpo di Stato in Mali, la disintegrazione del regime di Gheddafi e gli errori strategici del Movimento nazionale di liberazione di Azawad, permettendo lo sviluppo di queste organizzazioni. Le difficoltà economiche che attraversano sono affrontate con i soldi dei sequestri di ostaggi europei, estorsioni e narcotraffico.

Mujao
Il Movimento per l’Unicità e la Jihad nell’Africa Occidentale è l’unico gruppo presente nel nord del Mali che fa parte dell’elenco di organizzazioni terroristiche del dipartimento di Stato americano ed è  sancito dal Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite dal 2012. La condanna è per il legame dei suoi due dirigenti, Hamad al-Khairy e Ahmed al-Tilemsi, con il vertice di Al-Qaeda. Ma Mujao si considera un’entità staccata dal gruppo Al-Qaeda del Maghreb Islamico. Hanno annunciato la loro prima azione armata indipendente attraverso un video il 12 dicembre del 2011 con l’obiettivo di diffondere la jihad attraverso l’Africa occidentale. L’organizzazione predica l’applicazione rigorosa della legge islamica e si dedica principalmente al sequestro di soggetti occidentali.

Ansar al Din
Questo gruppo è nato tra il 2011 e il 2012. È composto principalmente da membri dell’etnia tuareg che seguono la dottrina salafita. Ansar al Din non è solo un’entità salafita ma un derivato jihadista, strettamente legato con Al-Qaeda. Ad aprile, Ansar al Din e il gruppo Al-Qaeda del Magreb Islamico (Aqmi) hanno diffuso un manifesto di alleanza per la presa del potere a Timbuctu. “Per Ansar al Din la jihad è un mezzo di stabilire la religione e unificare tutti i figli islamisti, arabi e non arabi, neri e bianchi, specialmente sulla terra di Azawad”, hanno scritto.

Al-Qaida del Magreb Islamico (Aqmi)
Il nord del Mali è la zona geografica dove da più di tre anni opera l’organizzazione Al-Qaeda del Maghreb Islamico (Aqmi). È nata come tale a settembre del 2006 dopo un accordo tra dirigenti di Al-Qaeda presenti nella zona tribale nel nordest del Pakistan e i dirigenti del Gruppo Salafita per la Predicazione e il Combatte (Gspc) che, nonostante l’origine algerina, ha esportato le sue azioni in Mali dal 2003. A gennaio del 2007 l’organizzazione adottò l’attuale nome e il manifesto dei suoi “principi e procedimenti” terroristici dove sono previsti gli attentati suicidi. All’interno del gruppo ci sono due fazioni che si scontrano: quella del leader Abu Zeid e quella di Mokthar Belmokhtar. Fazioni terroristiche che ora sono unite per attaccare con più forza il cuore dell’Europa.

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