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Il rispetto della disciplina sulla concorrenza del mercato europeo? Suona come musica per le orecchie di Sony, che ha fatto squadra con Bmg per presentare un’offerta comune per Parlophone e altri marchi Emi che saranno venduti dalla casa discografica Universal Music, quattro anni dopo lo scioglimento della loro joint venture Sony-Bmg (Bertelsmann).

Le condizioni della vendita
La decisione di vendere asset Emi da parte di Universal, riporta il Financial Times, è stata infatti ordinata dai legislatori europei per salvaguardare il mercato concorrenziale nell’Unione, dopo l’acquisto di Emi per 1,2 miliardi di sterline da parte di Universal di Vivendi lo scorso anno.

Gli altri offerenti
Secondo fonti vicine alle trattative, sarebbero circa una dozzina i gruppi intenzionati a presentare un’offerta per Parlophone, la casa inglese che lavora con artisti come i Coldplay e Kylie Minogue. Altre società stanno invece mettendo gli occhi su asset minori che Universal sta per vendere, come Salctuary, Coop e label che riguardano il jazz.

Warner Music, per lungo tempo vista come l’offerente più impegnata per Parlophone, ha recentemente nominato l’ex manager Sony e uomo di punta dell’industria musicale Rob Wiesenthal direttore operativo, così da aumentare le probabilità di successo della casa nei futuri round di fusioni e consolidamenti.

Warner, di proprietà di Len Blavattnik’s Access Industries, nel 2012 ha infatti perso l’occasione di acquistare le divisioni registrazioni e pubblicazioni musica di Emi.
Secondo il quotidiano della City altri gruppi interessati a Emi sarebbero la società di investimento MacAndrews & Forbes e Simon Fuller, rispettivamente fondatori della serie tv American Idol e di Island Records, che stanno sostenendo Rit Capital Partners di Jacob Rothschild.

I piani di Sony e Bmg
Sony e Bmg, la casa di proprietà di Bertelsmann e del gruppo private equity Kkr, si sono accordate per presentare un’offerta comune per Parlophone e gli altri asset. Dato che ogni società è interessata a divisioni musicali diverse, una proposta unica permetterebbe loro di essere molto più competitive. Se la loro offerta andasse in porto, gli asset sarebbero quindi spartiti senza formare un’altra fusione.

Secondo quanto stabilito dalla Commissione europea, Universal è costretta a vendere due terzi di Emi ad un competitor per assicurare la concorrenza necessaria in Europa. Una divisione di Parlophone e di altri asset Emi tra Bmg e Sony, secondo gli esperti, non metterebbe a rischio la concorrenza nel mercato europeo. Un portavoce di Bmg ha spiegato: “Abbiamo già dimostrato con la nostra offerta di pubblicare i diritti di Sony e il Mute Catalogue di Universal che Bmg è un attore importante nell’industria musicale”.

Il valore finanziario di Parlophone
Lo scorso mese Bmg ha infatti acquistato il brand britannico Mute, nel primo di una serie di provvedimenti ordinati dai legislatori europei. Il label, che ha sede a Londra, è la casa discografica di molti artisti come i Depeche Mode, gli Eraser e Moby.

Si prevede che le offerte per Parlophone e per gli altri marchi saranno avanzate entro le prossime due settimane. Vivendi spera che l’alto livello dell’interesse le permetta di incassare oltre 400 milioni di sterline dalla vendita.

 

Le strategie di Sony e Bmg per accaparrarsi Parlophone

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