Skip to main content

Cinque, sedici, sei. Sono questi i tre numeri da tenere appuntati sul taccuino, se l’argomento della discussione è il futuro dell’impero di Silvio Berlusconi. Cinque sono i figli, sedici i nipoti e sei, euro più, euro meno i meno, il valore in miliardi della galassia creata a partire da quasi mezzo secolo fa dal carismatico imprenditore, fondatore di Forza Italia e protagonista indiscusso di trent’anni di politica italiana. Oggi però, più che mai, il futuro delle aziende della famiglia Berlusconi è da scrivere, su nuove pagine.

L’IMPERO BERLUSCONI

La mattina del 12 giugno 2023, a pochi minuti dalla morte di Berlusconi, il contatore di Forbes segnava la ricchezza netta del leader di Forza Italia e della sua famiglia in 6,9 miliardi di dollari, corrispondenti a circa 6,4 miliardi di euro al cambio odierno. Al centro dell’impero c’è ovviamente Fininvest, la holding finanziaria della famiglia che governa storicamente su tre grandi asset quotati: Mediaset (divenuta Mfe, Mediaforeurope, Mediolanum, la banca di proprietà della famiglia Doris e nata grazie all’intuizione dello scomparso fondatore Ennio uniti ai finanziamenti dell’allora imprenditore edile Berlusconi). E poi c’è Mondadori.

Breve promemoria. Fininvest possiede quote poco sotto il 50% in Mfe, ha il 53,3% del capitale di Mondadori, strappata a Carlo De Benedetti 34 anni fa dopo la guerra di Segrate e possiede il 30,12% di Mediolanum, la società del risparmio gestito ha mosso i primi passi come socio rilevante fin dagli anni 80 quando partì il boom dei fondi comuni e la cui quota Fininvest vale quindi 1,83 miliardi. Di fatto due terzi dell’intero valore del portafoglio delle partecipate quotate di Fininvest. Fin qui lo scacchiere.

Poi ci sono i pedoni, come Vivendi, la media company francese di Vincent Bollorè (già socio di riferimento in Telecom al 23,7%) e che ha in mano il 23,2% del Biscione, sia in forma diretta sia tramite il veicolo Simon Fiduciaria (18,7%). Oggi Berlusconi non c’è più e nelle cronache c’è la tentata scalata francese a Mediaset del 2016, fermata dalla contraerea della stessa famiglia dell’ex premier. Ora la domanda è: e adesso? Formiche.net ne ha parlato con Paolo Bricco, giornalista, saggista ed inviato del Sole 24 Ore.

IL FUTURO DI MEDIASET

“Partiamo da un concetto: Berlusconi ha lasciato una famiglia solida e preparata, nel senso che sia Piersilvio, sia Marina, da tanti anni hanno in mano le aziende del gruppo”, mette subito in chiaro Bricco. “Altro aspetto è Mondadori che è una società molto managerializzata. Mediaset, nonostante sia più datata rispetto ai nuovi player come Netflix, continua ad essere molto guardata dagli over 50. Se, infatti, andiamo a leggere i bilanci, vedremo che la società è tornata a generare utili e margini. Da questo punto di vista, mi aspetto che ci sia la possibilità per il Biscione, di andare incontro ai naturali processi di concentrazione europei. Un meccanismo spesso bloccato dalla condizione politica dello stesso Berlusconi”.  Insomma, “è verosimile prevedere delle integrazioni future anche con altre grandi famiglie di editori di caratura europea, soprattutto per quanto riguarda Mediaset”.

UN GRUPPO NORMALE

Poi, oltre i media e oltre l’editoria “ci sono molte partecipazioni, come Mediolanum. Una partecipazione che ha grande liquidabilità, finanziaria allo stato puro. Quindi, c’è sia un tema finanziario, che riguarda asset come Mediolanum, sia quello più prettamente editoriale, che riguarda Mondadori e Mediaset”, spiega ancora Bricco. “Una cosa è certa: le aziende del gruppo diventeranno normali. Normali nel senso che non avranno più quell’alone della politica. Questo vuol dire, nella sostanza, che queste imprese potranno finalmente confrontarsi con il mondo reale, cosa che finora la presenza di Berlusconi ha sostanzialmente impedito”.

LA VARIANTE VIVENDI

Certo, mai smettere di guardarsi le spalle, anche quando si ha una famiglia solida, unita e aziende in salute. Ma per Bricco, Vivendi potrebbe non essere un problema per gli eredi Berlusconi. “La società francese ha un enorme problema con Telecom (il socio transalpino vuole 30 miliardi per la rete dell’ex monopolista, ma le offerte sia di Kkr, sia di Cdp-Macquarie sono ancora lontane, ndr) e finché non lo risolve non credo possa essere un elemento di preoccupazione. Torno a dire che, come sempre accade alla morte dei patriarchi, spesso i figli hanno il bisogno di diventare degli imprenditori normali, con tutte le scelte del caso. Attenzione, non sto dicendo che i Berlusconi vogliono vendere. Ma certamente occorrerà confrontarsi in modo più diretto con il mercato”.

Anche perché verrà meno quella copertura politica garantita finora dallo status del defunto Berlusconi, di ex premier e fondatore e leader indiscusso di uno dei maggiori partiti della seconda Repubblica. “Da quello che leggo, mi pare ci sia un ottimo rapporto tra Marina e Giorgia Meloni. Marina è sempre stata la figlia più vicina al padre per passione politica. Non mi stupirebbe una comunanza di intenti tra Marina e il premier”.

NIENTE FAIDE

Un’ultima riflessione riguarda la futura unità della famiglia Berlusconi. La storia industriale e finanziaria italiana è piena di faide, dagli Agnelli ai De Benedetti. Ma anche qui Bricco non la vede troppo nera. “Quando ci sono i soldi, si sa, tutto è possibile. Ma quello che Berlusconi ha sempre fatto è trattare con grande generosità i figli, che hanno sempre adorato il padre. Questo vuol dire che molti possibili fattori di scontro, sono stati eliminati e neutralizzati”.

Cinque fratelli per un impero. Il futuro di Mediaset&Co secondo Paolo Bricco

Con la scomparsa del fondatore dell’impero finanziario ed editoriale gli eredi, a cominciare da Marina e Piersilvio, dovranno comportarsi da imprenditori finalmente normali e capaci di confrontarsi con il mercato. Ce la faranno, dalla loro c’è la solidità familiare trasmessa da Silvio. Vivendi? Ad oggi non è un problema. Conversazione con il giornalista e saggista, inviato del Sole 24 Ore, Paolo Bricco

Blinken condivide la linea di Roma e Bruxelles sulla Tunisia. Ma ora tocca a Saied

Il segretario di stato americano dopo il vertice con Tajani: “Il varo delle riforme chieste dal Fmi per sbloccare il prestito di 1,9 miliardi di dollari è una decisione sovrana. Il lavoro di Meloni? Apprezzato”. Tajani: “Serve pragmatismo”

Med-Or guarda a Oriente. Avviata collaborazione con il Vietnam

Lunedì 12 giugno la Fondazione Med-Or ha sottoscritto un accordo di collaborazione con la Diplomatic Academy of Vietnam. Tutti i dettagli

Un porto cinese in Argentina. L’enclave strategico a Tierra del Fuego

Pechino sempre più presente in America latina. L’investimento sarà di circa 1,25 miliardi di dollari e si svilupperà in una regione ricca di gas e potenziale industriale

 

Occhio al 5G cinese. Cos’ha detto l’amb. americano Fick a Formiche

Si stanno “accumulando prove” che ci suggeriscono di essere “molto cauti”, ha spiegato Nathaniel Fick rispondendo a una domanda di Formiche.net. “Assisteremo a una crescente adozione di politiche da parte dei governi in Europa, negli Stati Uniti e in altri partner like-minded in tutto il mondo che riconosceranno questo aspetto”

Vi racconto Berlusconi, il grande alibi della politica italiana. Parla Casini

L’incontro negli studi di Mediaset, il percorso comune e poi la rottura. Un’amicizia che, nonostante le divergenze, è riuscita a durare e a resistere. Il ricordo del Cav di Pier Ferdinando Casini

Tajani a Washington. Il legame Italia-Usa secondo Natalizia

Per Gabriele Natalizia, professore di Relazioni internazionali della Sapienza, il messaggio che arriva da quella che si è, per cause di forza maggiore, trasformata in una visita-lampo di Tajani è che “Italia e Stati Uniti hanno un legame valoriale forte, che spazia dalla difesa della libertà a quella della democrazia, divenuto ancor più tangibile che in passato dopo i tragici fatti che hanno preso forma a partire dal 24 febbraio 2022”

F-35 in Grecia, c'è l'annuncio ufficiale. E Atene fa un salto (geo)politico

Lo ha confermato l’ex ministro della difesa Nikos Panagiotopoulos. I caccia seguono i 18 Rafale acquistati dalla Francia e soprattutto il raddoppio della base som di Souda bay a Creta: nell’area mediterranea che si affaccia su Medio Oriente e Caucaso l’ultra invasività turca ha spinto Atene a riconsiderare i propri obiettivi

Tra tassi e stabilità (politica). Il futuro dell'Italia secondo Carlo Messina

Basta con il terrorismo da tassi, un mondo con un costo del denaro a zero non può esistere. L’Italia ha grandi potenzialità e ora può contare su un esecutivo stabile, che molti Paesi in Ue non hanno. L’intervento del ceo di Intesa San Paolo al XXII Congresso della Federazione italiana dei bancari​

Triumvirato o garante di Forza Italia per il dopo Berlusconi?

A poche ore dalla scomparsa, l’eredità di Silvio Berlusconi è già proiettata alle europee dell’anno prossimo. Un patrimonio ideale che Forza Italia pensa di incardinare nella futura struttura del partito. L’analisi di Gianfranco D’Anna

×

Iscriviti alla newsletter