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Ventuno egiziani sono stati condannati a morte per la tragedia dello scorso anno allo stadio di Port Said dopo una partita di calcio: una sentenza che ha scatenato altra violenza nella città nel Canale di Suez, costata la vita a otto persone.

A ingenerare il caos è stata la sentenza inflitta da un tribunale del Cairo per il massacro allo stadio del febbraio 2012, in cui ci furono 74 vittime, giunta dopo un’altra giornata di violenze in concomitanza del secondo anniversario della rivoluzione che portò alla caduta di Hosni Mubarak. Quando è stato annunciato il verdetto, i parenti delle persone condannate hanno cercato di assaltare il carcere di Port Said dove erano detenuti, tentativo cha ha scatenato incidenti con le forze di sicurezza.

Armi automatiche sono state usate per superare lo sbarramento di poliziotti, che hanno risposto – come riferito da testimoni – con i gas lacrimogeni. Responsabili dell’esercito hanno riferito che a Port Said saranno mobilitati i soldati. E’ stato deciso di dispiegare alcuni reparti che lavorino per imporre calma e stabilità e proeggere gli edifici pubblici”, ha spiegato il generale Ahmed Wasfi in un comunicato pubblicato dall’agenzia di stampa Mena. Il bilancio è salito a otto vittime, ma non è chiaro se comprenda i due poliziotti dei quali fonti ufficiali avevano comunicato in precedenza l’uccisione.

(pezzo aggiornato alle ore 16,30)

Che cosa è successo a Port Said

Ventuno egiziani sono stati condannati a morte per la tragedia dello scorso anno allo stadio di Port Said dopo una partita di calcio: una sentenza che ha scatenato altra violenza nella città nel Canale di Suez, costata la vita a otto persone. A ingenerare il caos è stata la sentenza inflitta da un tribunale del Cairo per il massacro allo stadio del…

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