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Più redistribuzione per il rilancio dei consumi interni e un focus deciso sull’innovazione. Questo il volto nuovo della Cina, sempre nell’alveo del socialismo, che dobbiamo aspettarci di qui a pochi anni. La liquidità non le manca, e Pechino vuole dare smalto alla sua economia accaparrandosi asset strategici nel mondo specialmente nel settore energetico, considerato una delle priorità dello sviluppo del Paese. Che, forte della potenza produttiva che ha alle spalle, all’Europa chiede l’abbattimento di ogni residuale barriera protezionistica.

Le prospettive politiche

“La nuova dirigenza cinese ha illustrato al mondo in termini inequivoci come la Cina intenda seguire senza tentennamenti la strada del socialismo con caratteristiche cinesi, approfondendo la propria politica di riforme e apertura”, spiega Yu Hongjun, vice ministro del Dipartimento internazionale del Partito comunista cinese, in un’intervista pubblicata sul numero di febbraio di OrizzonteCina.

Le sfide di Pechino

“Negli anni a venire – prosegue – il Paese si troverà ad affrontare numerose difficili sfide. In primo luogo, la Cina provvederà a un aggiustamento strategico della propria struttura economica e lavorerà per espandere i consumi interni. Il modello di crescita economica basato sulle esportazioni e sugli investimenti verrà modificato. Secondo, verranno riequilibrati sviluppo urbano e rurale, al fine di promuovere uno sviluppo regionale coordinato. Terzo, la Cina promuoverà attivamente il progresso tecnologico, accelerando la propria trasformazione in un Paese orientato all’innovazione”.

Gli obiettivi sull’ocupazione

Si tuteleranno, poi, “le condizioni di benessere della popolazione, puntando a un loro costante miglioramento, anche attraverso progressi nella fornitura dei servizi pubblici di base”. E una delle priorità sarà “la promozione dell’occupazione, così come gli interventi sulla distribuzione del reddito, volti a far sì che la maggior parte della popolazione possa beneficiare dei frutti delle riforme e dello sviluppo. Infine, si lavorerà perché in Cina si costruisca una società orientata al risparmio delle risorse e al rispetto dell’ambiente”, conclude Hongjun

L’attivismo delle aziende cinesi

Secondo Alberto Bradanini, ambasciatore d’Italia presso la Repubblica Popolare di Cina, la Cina continuerà a porre enfasi sull’approvvigionamento di energia e materie prime, “stimolando un maggior attivismo delle aziende cinesi in termini di posizionamento nel mercato e di acquisizione di asset strategici nei settori a maggiore intensità tecnologica, cercando di diversificare il proprio portafoglio di investimenti per tutelare il potere d’acquisto delle enormi riserve di valuta straniera accumulate negli ultimi decenni”.

La necessità di trasparenza nelle politiche economiche 

Ma per Bradanini l’asimmetria nell’accesso ai mercati Ue e cinese è sotto gli occhi di tutti. “Pratiche più o meno formalizzate che mirano a favorire produzioni e/o imprese locali andrebbero eliminate nell’interesse di un quadro industriale interno più sano e trasparente. Nel caso dei rapporti tra Cina e Unione europea un simile impegno favorirebbe anche un dialogo più fruttuoso su vari dossier ancora aperti, quale il riconoscimento del market economy status (MES)”, conclude l’ambasciatore.

 

Le nuove relazioni Europa-Cina

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