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Beppe Grillo non è il solo a dover fare i conti con malumori o discussioni dei militanti del proprio movimento. Anche Oscar Giannino, leader di Fermare il Declino, si trova ora a dover dare risposte alle osservazioni (e qualche protesta) degli iscritti all’associazione liberista che si sta trasformando in partito tanto da presentarsi alle prossime elezioni politiche nazionali e regionali.

L’occasione di qualche fibrillazione è stata la presentazione delle liste per le elezioni regionali in Lombardia. Stando alle regole diffuse attraverso un comunicato sul sito internet dell’associazione, è possibile la candidatura sia degli iscritti che dei non iscritti. Tra i requisiti, la presentazione del curriculum, le motivazioni della candidatura, il certificato del casellario giudiziario che attesti l’inesistenza di condanne penali “neanche in primo grado di giudizio, per reati penali la cui pena prevista sia superiore ad anni due” e almeno 20 firme di sostenitori.

La decisione finale sulle candidature sarà presa dai coordinatori regionali. “Ai candidati inseriti nelle liste – si legge nel comunicato – verrà richiesto il versamento di 500 euro a parziale copertura delle spese elettorali. Non verrà richiesto il contributo a studenti, disoccupati, pensionati e a tutti coloro che hanno un reddito che non consenta tale tipo di contribuzione”.

Gli associati di Fermare il declino, però, non concordano del tutto. Dai commenti sul sito, si legge un certo malcontento e la delusione di chi forse si aspettava qualcosa di più. C’è chi non condivide il lasciapassare sulle pene inferiori a 2 anni, chi lamenta un potere troppo concentrato nei coordinatori regionali, chi invece propone un vero rinnovamento con l’esclusione di tutto coloro che hanno avuto un passato politico, chi propone un maggior numero e rigore per la raccolta firme.

Molti poi fanno notare la ristrettezza dei tempi, come Fabio Lorenzini, secondo il quale “pubblicare sabato 8 (dicembre, ndr) il regolamento con termine di presentazione mercoledì 12 non lascia molto tempo per organizzarsi” e chi vede in questo un pericolo per la trasparenza e forti margini per la discrezionalità delle decisioni. “Il tempo così ridotto per la presentazione di candidature alle elezioni regionali rende poco democratica questa consultazione. Solo gli amici degli amici saranno in grado di presentare la loro candidatura”, fa notare Giovanni Paolicchi. Alberto Rotondi osserva addirittura l’inesistenza di veti per gli appartenenti a società segrete o pseudo segrete.

Il dibattito ferve, dunque. Comunque occorre dare atto della trasparenza del movimento fondato da Giannino con Michele Boldrin, Alberto Bisin, Carlo Stagnaro e Luigi Zingales. Non tutti, tra partiti e movimenti, possono vantarsi di queste discussioni pubbliche e on line.

Trambusto in Casa Giannino: così forse non si Ferma il Declino…

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