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Nel giorno in cui Kommersant pubblica il documento che dovrebbe essere alla base della futura politica estera della Federazione, Mosca riconosce che in Siria la diplomazia federale, nonostante da molti punti di vista la posizione russa possa essere corretta, si era infilata in un vicolo cieco da cui serve uscire al più presto.

Questa infatti la sostanza dell’affermazione del Cremlino come appare sulla stampa del Paese slavo. Sono infatti le Novye Izvestija a riprendere le parole di Mikhail Bogdanov. Il vice ministro degli Esteri russo afferma che il proprio dicastero “non esclude che il regime di Assad in Siria possa essere rovesciato“.

Delle parole del diplomatico di Mosca, la BBC evidenzia quelle in cui Bogdanov afferma la perdita di controllo del territorio da parte del governo di Damasco. Il pessimismo russo sul futuro dell’esecutivo al potere in Siria è evidenziato dal New York Times. La testata Usa evidenzia il fatto come anche Mosca abbia ormai compreso che occorra fare i conti con la resistenza anti Assad. La Neue Zurcher Zeitung riporta come la presa di distanza comune dal regime alawita fatta da Russia e Nato più che una speculazione è la conferma della fine prossima dell’esecutivo ufficiale di Damasco.  Allo stesso modo può essere letto l’articolo sulla Nezavisimaja Gazeta secondo cui Mosca si appresterebbe a evacuare i propri cittadini dal Paese in guerra civile da quasi due anni. Venerdì invece la doccia fredda. Dopo una nota dell’ambasciata Usa a Mosca che lodava il realismo del Cremlino, il portavoce del ministero degli esteri russo rimetteva i puntini sulle i facendo presente che nulla di nuovo si muove sul fronte orientale. Secondo Aleksander Lukashevich infatti Bogdanov non ha fatto altro che ribadire “la posizione di principio della Russia”. In precedenza erano state tre le agenzie russe, due virgolettando il testo, che avevano citato Bogdanov.

Che Mosca non escludeva più la sconfitta di Assad era stato sottolineato anche dalla Frankfurter Allgemeine Zeitung. La novità è contenuta in un articolo nel quale la Faz sottolinea l’aumentata capacità della resistenza siriana e il ferimento del ministro degli interni di Damasco in un attentato avvenuto nella capitale del Paese mediorientale. Stesso l’atteggiamento della Suddeutsche Zeitung che ritiene i ribelli siriani saranno presto in grado di mettere nelle proprie mani i destini della Siria. Il Washington Post torna invece sul pericolo del possibile uso di armi chimiche proveniente dai servizi di intelligence, scrivendo che si tratta delle prime evidenze che l’esercito possa fare ricorso al proprio vasto arsenale di armi a base di gas nervino e altre forme di ordigni venefici.

Mosca aggiorna le linee guida della propria strategia internazionale. Il Kommersant rivela infatti di essere in possesso del documento dove le riflessioni della diplomazia russa sono messe nero su bianco dal ministero degli esteri. Nello studio è scritto che la Russia si vede come “un’isola di stabilità” in un mondo sempre meno “prevedibile” e percorso da diverse “turbolenze”. Opzione prioritaria della diplomazia di Mosca sarà lo spazio postsovietico afferma la ricerca.

Così Mosca sta mollando Assad. O no?

Nel giorno in cui Kommersant pubblica il documento che dovrebbe essere alla base della futura politica estera della Federazione, Mosca riconosce che in Siria la diplomazia federale, nonostante da molti punti di vista la posizione russa possa essere corretta, si era infilata in un vicolo cieco da cui serve uscire al più presto. Questa infatti la sostanza dell'affermazione del Cremlino come appare sulla stampa…

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