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Lotta dura e senza paura per diffondere e realizzare libero mercato, meritocrazia e Stato minimo. Gli esponenti di Fermare il Declino sono uniti come un sol uomo su questi principi. Se ne è avuta dimostrazione con il Manifesto per la Terza Repubblica promosso da Italia Futura: l’iniziativa del movimento fondato da Luca Cordero di Montezemolo, che ha avuto l’adesione di esponenti cattolici come Raffaele Bonanni (Cisl), Andrea Olivero (Acli) e Andrea Riccardi (ministro e fondatore della Comunità di Sant’Egidio), non ha avuto l’avallo di Fermare il Declino.
 
Il motivo della mancata firma? Nel testo non c’erano riferimenti alla riduzione della spesa pubblica e alla necessità di rilanciare privatizzazioni e liberalizzazioni, hanno spiegato i vertici del movimento costituito dall’intellettuale liberista Oscar Giannino. Altri particolari del no li ha aggiunti oggi l’economista Michele Boldrin, altro professore che ha fondato Fermare il Declino: sul Fatto Quotidiano, Boldrin svela che due richieste del movimento gianniniano (passo indietro ai parlamentari in servizio da più di due legislature, dismissioni di società pubbliche) non sono state accolte dal pensatoio montezemoliano ora diretto di fatto da Andrea Romano e Carlo Calenda nella stesura finale del Manifesto.
 
Eppure questa graniticità dei gianniniani è più apparente che reale, si bisbiglia tra associazioni, movimenti e personalità che stanno realizzando il cantiere del rassemblement centrista, liberale e riformatore.
L’impressione che in questi giorni hanno avuto gli interlocutori di Fermare il Declino è che il movimento turbo liberista sia solcato, pur nella condivisione delle linee di fondo, da tre diverse sensibilità sulla candidatura de facto di Mario Monti a premier.
 
C´è chi descrive l´economista Boldrin tentato da un solipsismo politico. Come dire: Fermare il Declino può fare da sé e trovare al proprio interno personalità e leadership da presentare anche come primo ministro. Lo stesso Boldrin? Chissà. Di certo l´economista animatore del sito Noisefromamerika ha avanzato l´idea di primarie.
 
C’è chi ha avuto la sensazione che un altro economista di spicco di Fermare il Declino, come Luigi Zingales, non escluda in caso di vittoria di Matteo Renzi alle primarie del Pd il movimento liberista possa instaurare una collaborazione programmatica con Renzi. D’altronde non è un mistero che Zingales sia stato uno dei consiglieri del sindaco di Firenze. Una potenziale sinergia, quella tra liberisti e Renzi, che non è stata esclusa neppure da Carlo Stagnaro, direttore studi e ricerche dell’Istituto Bruno Leoni e tra i promotori del movimento gianniniano.
 
Infine c’è chi ha intravisto nelle posizioni di Giannino e di Alessandro De Nicola un atteggiamento non preconcetto verso un sostegno a un Monti-bis che, comunque, al momento è escluso formalmente dai vertici di Fermare il Declino.
Si vedrà.

Il triumvirato Giannino, Zingales e Boldrin

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