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Italia e Spagna sono due delle economie europee che più preoccupano la stabilità europea e mondiale. Così oggi Mariano Rajoy e Mario Monti in un incontro bilaterale fanno il punto della situazione sulle rispettive agende di politica economica.
 
Come ricorda il sito ufficiale de La Moncloa, il palazzo di governo spagnolo, l’ultima volta che si è celebrato un incontro ufficiale tra la Spagna e l’Italia è stato il 10 settembre del 2009 all’isola La Maddalena in Sardegna con Silvio Berlusconi e José Luis Rodríguez Zapatero: “Problemi di agenda tra i due governi e i cambiamenti avvenuti negli stessi hanno impedito la realizzazione di un altro incontro fino ad oggi”.
 
Il vertice di oggi si è svolto a Madrid e avrà come obiettivo il rafforzamento dell’alleanza per difendere nell’Unione europea gli interessi economici dei due Paesi, secondo il comunicato ufficiale de La Moncloa. Sul sito di Palazzo Chigi, invece, è specificata la logistica della riunione spiegando che la tematica “sarà settoriale tra i ministri dell’Interno, Esteri e di Sviluppo economico con i loro omologhi spagnoli”. Nell’incontro si discuteranno le ultime decisioni dell’Ue e le prospettive dei due Paesi di dovere chiedere aiuto finanziario.
 
L’agenda secondo El Mundo
 
Nonostante questo sia il primo vertice bilaterale ufficiale, Rajoy e Monti si sentono spesso da quando sono arrivati alla presidenza. Secondo il quotidiano spagnolo El Mundo, da subito i due hanno capito la necessità di fare fronte insieme all’Unione europea perché i problemi economici che attraversano sono molto simili. “Nei suoi primi contatti, Rajoy e Monti hanno manifestato il loro interesse di riprendere con periodicità annuale questi vertici”, ha scritto il quotidiano.
 
Si è parlato di economia ma non solo. Nel vertice sono previsti scambi su temi di cooperazione bilaterale come la lotta contro l’immigrazione illegale, la posizione internazionale sui cambiamenti della Primavera araba e l’intervento dell’Onu nella zona di Sahel.
 
Modelli economici differenti
 
In conversazione con Formiche.net, Eliseo Rafael López Sánchez, professore di Politiche pubbliche dell’Università Complutense di Madrid, ha spiegato che le basi produttive dei due Paesi sono molto distinte: “Italia ha una base industriale e di impresa più forte che quella spagnola, centrata nell’esportazione in diversi settori. La Spagna dipende molto dal turismo e da pochi settori economici (automobili, edilizia, banca, ecc.). Inoltre in Spagna l’iniziativa privata è molto dipendente del proprio settore pubblico e della richiesta interna”.
 
Le similitudini politiche
 
Secondo il politologo spagnolo, tra le somiglianze delle due nazioni c’è soprattutto il sistema politico. “Entrambi sono sistemi parlamentari con uno spostamento del potere verso il governo (parlamentarismo razionalizzato) e in tutti e due le direzioni dei partiti politici hanno un peso enorme. Ma se vogliamo confrontare il giorno per giorno della vita politica, è diverso, perché le strutture del sistema dei partiti è differente, così come è anche diversa la struttura sociale”, aggiuge López Sánchez.
 
Crisi di doppia natura
 
Per l’analista la crisi italiana e quella spagnola hanno in comune la doppia natura della causa. Una parte esterna e un’altra interna. La parte esterna è comune e ha origine nel crollo finanziario internazionale che è partito dagli Stati Uniti e che è degenerato nei crediti delle grande banche americane e dopo europee, con i cosiddetti attivi tossici. I fattori interni sono diversi. La crisi è esplosa quando la crescita economica in Italia era molto bassa e il debito pubblico molto alto.
 
Nel caso spagnolo la crisi internazionale incide su un’economia che vive di prestito bancario e nella quale le banche private spagnole hanno fatto molti investimenti nel settore immobiliare con speculazioni, chiedendo prestiti a banche internazionali (tedesche principalmente, poi francesi e americane).
 
Gemelli diversi
 
Differenze e somiglianze tra l’Italia e la Spagna sono spunto di dibattito pubblico da tempo. Il quotidiano economico spagnolo Expasión ha pubblicato qualche mese fa un’ampio analisi con il titolo: “España vs Italia: ¿quién debería preocupar más?” (Spagna vs. Italia: Chi dovrebbe preoccupare di più?). Nell’articolo José Luis Martínez, lo stratega di Citi, spiegava che “l’economia spagnola ha più debolezza nel breve periodo ma più possibilità di aumentare la crescita potenziale se si prendono le misure adeguate”.
 
Per Federico Steinberg, professore di Teoria economica dell’Università Autonoma di Madrid e ricercatore dell’Istituto Elcano, “in Italia c’è un governo tecnico caratterizzato da una dinamica riformista che ha messo in contrapposizione l’immobilismo di Berlusconi, mentre in Spagna il governo è stato scelto con i voti… Le riforme sono state similari nei due Paesi quanto a tagli, ma sembra che in Italia siano state più solide. In più, l’economia italiana ha un maggiore numero di imprese grandi e multinazionali, meno deficit pubblico e disoccupazione e un tasso di decrescita molto meno accusata dalla Spagna”, ha spiegato Steinberg.
 
Una soluzione comune
 
Secondo López Sánchez, ci potrebbe essere una via di uscita comune sia per la Spagna che per l’Italia: “Il caso spagnolo è diverso perché con i tagli della spesa pubblica si stanno salvando le banche tedesche, che hanno una gran quantità di ipoteche americane sub-prime nascoste, attraverso il salvataggio delle casse di risparmio spagnole”. La soluzione è “che la Banca centrale europea agisca come una autentica banca centrale e compri il debito. Nonostante la resistenza della Germania”.

Italia e Spagna, così simili eppure diverse

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