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I fondi monetari americani hanno aumentato la loro esposizione verso le banche dell’Eurozona a partire dalla scorsa estate, un segnale del ritorno di fiducia nella stabilità dell’unione monetaria.
Secondo Fitch Ratings, nel mese di settembre l’esposizione verso le banche della zona euro è infatti cresciuta del 16% rispetto al mese precedente. Si tratta del terzo aumento consecutivo dall’impegno del presidente della Bce, Mario Draghi, di fare il possibile per proteggere l’euro.
 
I fondi Usa sono sempre stati una risorsa importante per il finanziamento di dollari per le banche europee, ma lo scorso anno, mentre la crisi del debito nell´eurozona s’infiammava, i fondi hanno ridotto nell´arco di un breve periodo i loro prestiti alla regione, aggravando i problemi di finanziamento da parte del settore bancario.
Ma l’esposizione dei fondi nell’eurozona resta bassa, e questi continuano a evitare investimenti nell’area periferica europea. Nonostante l’ultimo aumento, gli investimenti dei fondi nell’area euro rappresentano meno dell’11% del totale, lontani dunque dal picco del 30% toccato nel maggio del 2011.
 
L’analista finanziario di Fitch, Robert Grossman, ha dichiarato al Financial Times che “l’aumento di settembre va visto più come un leggero rialzo che come un ritorno ai livelli del 2011”. L’analista sottolinea inoltre che “questi investitori conservatori e con un’ottica di breve termine riducono in genere la loro esposizione molto velocemente quando ci sono problemi relativi al credito, ecco perché sono ritenuti buoni indicatori dei trend d’investimento”.
Un sondaggio Fitch sui dieci maggiori fondi monetari americani, che rappresentano circa 650 miliardi di dollari di asset, hanno mostrato un incremento particolarmente forte verso le banche francesi a settembre. Il sondaggio ha inoltre sottolineato che i fondi Usa si sono spostati dai prestiti garantiti a quelli non, con un’ulteriore dimostrazione del miglioramento delle aspettative.

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