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Sono in Turchia ed a cena uno speaker dice giustamente che la Turchia sarebbe il perfetto ponte ad Oriente dell’Unione europea, come lo è stato sinora ad occidente il Regno Unito, ponte verso gli Stati Uniti. Ambedue, come qualsiasi ponte, non immuni dalle contaminazioni e dunque mai pienamente europei.
 
Mi viene in mente per associazione che per capire meglio le differenze economiche tra Stati Uniti ed Europa bisognerebbe procedere per stadi e prima analizzare quelle tra Usa e Regno Unito. E’ difficile fare un paragone immediato tra area dell’euro e Stati Uniti, non fosse altro che per la diversa situazione del tasso di cambio, di politica monetaria e fiscale, e, non ultima, la distanza profonda tra culture anglosassoni e continentali.
 
Confrontare Regno Unito e Stati Uniti permette di avvicinarsi pian piano alla comprensione di cosa ci divide dal regno d’oltre atlantico di Obama che pare avere evitato la recessione europea.
Un recente lavoro di Adam Posen, eclettico ed originale studioso statunitense oggi anomalo membro straniero del direttorio della Banca d’Inghilterra, getta una qualche luce sul diverso andamento che di recente hanno avuto le due economie in termini di crescita del PIL.
 
P.S:: Lo stesso titolo provoca interesse: “Why is their recovery better than ours? (Even though neither is good enough)” ovvero “perché loro (gli americani, cioè i concittadini di Posen che confonde le acque, NdR) crescono più di noi (gli inglesi, NdR), anche se nessuno dei due cresce abbastanza?”.
Dalla fine della recessione nel 2009 gli Stati Uniti sono cresciuti di più del RU, specie nell’ultimo periodo, malgrado la migliore performance dell’export britannico causato dalla svalutazione della sterlina. Quasi un 5% di Pil cumulato da spiegare a favore di Obama.
 
Cosa spiega secondo Posen (non l’ultimo arrivato, visto che può disporre degli ottimi servigi dello staff della Bank of England) questo recente blocco nella crescita UK?
 
Due le fonti, secondo l’economista. Da minore domanda privata di investimenti da parte delle imprese e di consumi da parte delle famiglie britanniche.
 
I minori investimenti avvengono secondo Posen a parità di credito erogato dalle banche UK e US: semplicemente le banche a stelle e strisce sono più efficienti nell’allocare meglio ed a minor costo il credito, permettendo una maggiore espansione dell’economia.
 
I minori consumi privati britannici rispetto a quelli Usa da che dipendono? Semplice dice Posen, dalla politica fiscale. Malgrado infatti ambedue i paesi siano stati ben più espansivi con i loro deficit pubblici che non i paesi dall’area dell’euro (beneficiando per questo di una maggiore crescita economica), in tutti questi anni di crisi gli Usa sono stati ancora più aggressivi nel perseguire uno stimolo della domanda pubblica degli inglesi, per esempio aumentando meno le tasse per ridurre leggermente il deficit in questi ultimi anni. L’Amministrazione Obama si è così garantita più crescita che non il Governo Cameron, circa il 3% in più nel giro di questi ultimi 5 anni.
 
Ecco. Se volete capire perché il PIL non cresce in Europa partite da questo dato di fatto: se il Regno Unito che fa “poca” austerità perde a causa di questa poca austerità 3% di PIL in 5 anni, quanto ci è costata a noi dell’area euro questa folle e immensa austerità?
 
Meglio che io mi taccia. Lascio parlare analisti di mercato che cominciano a dire che in fondo, forse, forse, quello che vogliono i mercati non è la stupida austerità:
 
For markets that appear to be growing increasingly skeptical that dramatic austerity measures provide the answer to delivering sustainable public finances in the medium term …. an increasing number of investors appear to be coming round to the view that cutting too far and too fast merely chokes off growth by crushing domestic demand. The evidence for this is growing – from Greece to Portugal, via Ireland. But also in the UK, where a government that has put rapid fiscal consolidation at the heart of its economic policy has presided over the country’s worst economic performance since at least the nineteenth century.
 
Traducete voi se volete, a me basta dirvi che parla della stupida austerità di cui parliamo da mesi come se fosse effettivamente stupida anche per i mercati. Ci siamo? Possiamo sperare che capiscano?
 

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