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Mario Monti, al suo ritorno dall´Asia dopo un viaggio di 8 giorni, si dovrà confrontare con una nuova ipotesi sul tema del lavoro. Modello tedesco per l´articolo 18, correzioni sulla flessibilità in entrata, e approvazione rapida della riforma del mercato del lavoro. E´ Pierluigi Bersani a delineare il possibile punto di caduta di un tema che ormai da mesi divide governo, partiti e parti sociali.
 
Un percorso ancora tutto da verificare, prima di tutto per quanto riguarda il possibile accordo tra i partiti, e poi per quel che riguarda il ´gradimento´ del governo. Un primo punto della situazione Monti potrebbe farlo già oggi, al Consiglio dei Ministri convocato per le 9,30. E poi in serata con il Colle, in un incontro probabile con il Capo dello Stato per fare il punto sul lungo viaggio asiatico e magari per presentare l´articolato della riforma.
 
Il presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, dalla Giordania alla domanda se la modifica dell´articolo 18 possa favorire l´occupazione – anche alla luce degli ultimi dati allarmanti dell´Istat sulla disoccupazione in Italia – ha dichiarato che la cura proposta da Palazzo Chigi è a fin di bene. Il testo Fornero, con la modifica dell´articolo 18, è nato “nella convinzione che ciò possa agevolare la crescita degli investimenti in Italia”. Dunque, secondo il capo dello Stato, non reggono le critiche secondo cui, così facendo, l´esecutivo non si occupa di crescita. Perché è esattamente questo il modo per occuparsene. In una frase: il governo ritiene che “l´ostacolo” a “nuove prospettive per l´occupazione” stia nella “situazione non soddisfacente, molto farraginosa che si è venuta a determinare nell´ambito del mercato del lavoro”. Articolo 18 compreso.
 
Il premier non ha ancora fissato un nuovo incontro con gli ´ABC´. Ma che avvenga prima di Pasqua o (come appare più probabile) la settimana successiva, potrebbe essere quello il momento in cui si riuscirà a chiudere la partita. Magari anche con il sì della Cgil, visto che Susanna Camusso ha fatto sapere ancora una volta che con il reintegro in caso di licenziamento e con il mantenimento dell´onere della prova in capo all´azienda, “dico sì”.
 
La proposta di Bersani viene accolta con interesse anche da qualche membro dell´esecutivo. Oltre che dal Pdl. Se Angelino Alfano si limita ad osservare che “è meglio fare la riforma insieme che da soli”, l´esperto di lavoro Giuliano Cazzola parla esplicitamente di “aperture interessanti” a proposito della flessibilità in entrata, tema molto caro ai pidiellini. Mentre Pier Ferdinando Casini sottolinea l´altro aspetto positivo della proposta avanzata da Bersani su ´Repubblica´, ovvero la rapidità dell´approvazione: “Non si può tenere sul tavolo questa pratica aperta per i prossimi mesi della campagna elettorale” e dunque concorda con Bersani sul fatto che prima delle elezioni amministrative di maggio la riforma del lavoro “deve arrivare in porto almeno in un ramo del Parlamento”.
 
Il percorso che potrebbe delinearsi, secondo una fonte dell´esecutivo, è il seguente: “Il testo del governo ricalcherà le linee guida illustrate al termine del confronto con i sindacati”, e quindi con la modifica all´articolo 18 che non prevede il reintegro per i licenziamenti economici; poi i partiti trovano un´intesa tra di loro, ´vidimata´ dal premier nell´incontro che a quel punto potrebbe essere convocato. E le modifiche verrebbero prese “dal Parlamento sovrano” a quel punto in tempi rapidi.
 
 

Lavoro, oggi l'esame del governo

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