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Due le fonti di forte dibattito oggi a Tor Vergata con Alberto Bisin o Michele Boldrin.
 
La prima, l’esistenza o meno di qualcosa chiamato “congiuntura” o “ciclo economico” che loro ritengono ”relativamente irrilevante” combattere, focalizzando il cuore del problema sulle riforme, ed io che ritengo invece centrale per poter sperare in un futuro per l’Europa per combattere la recessione.
 
E’ essenzialmente una divisione difficilmente colmabile: lo è in parte se consideriamo la spending review (che è taglio degli sprechi e dunque riforma) su cui tutti concordiamo. Loro i soldi credo li userebbero per abbattere la tassazione (spero non per ridurre il debito), io per aumentare la spesa. Ma l’accordo finisce lì.
 
Ma il succo è altrove. E’ sulla maggiore spesa pubblica.
Ci sono 4 argomenti per dire no alla maggiore spesa pubblica:
1) Son tutti come Fiorito-Batman. Ovviamente non è vero. Per 1 Fiorito ci sono 9 fiori nella pubblica amministrazione, che lavorano con dedizione, coraggio, competenza. Sono fallibili, certo. Ma sono. Lasciano una traccia bella per il prossimo. Tagliare la spesa di 10 perché 1 è marcio, è follia. Ci sono altri strumenti per cacciare quell’ 1, per esempio una buona lotta alla corruzione. In Brasile, dove sono in piena espansione fiscale, la riforma anti-corruzione che da anni domina l’azione governativa (anche grazie alla trasparenza sugli appalti) sta per la prima volta dando i suoi frutti, portando a giudizio per la prima volta degli importanti politici del governo Lula.
2) Non l’abbiamo fatta prima, la riduzione della spesa, quando potevamo, la dobbiamo fare ora quando fa male. Rimediare ad un errore con un altro errore? No grazie. Certo, esiste un problema di garantire alla cittadinanza che quando l’economia tornerà a crescere la spesa pubblica scenderà. Ed ha ragione Bisin a preoccuparsi di questo perché finora non possiamo dirci rassicurati dai nostri politici (né da quelli francesi o tedeschi che hanno fatto saltare il patto di stabilità un decennio fa). Christina Romer suggerisce che un problema simile lo ha anche la politica economica americana. Ma questo è la politica: eleggere qualcuno che lo sappia fare (ringrazio Alberto per avere detto che se ci fossi io al Governo non dubiterebbe che questo avverebbe ma che non sarò mai eletto e dunque ….) spetta ai cittadini.
3) La spesa pubblica fa male. Falso. Germania, Francia, Cina, Regno Unito, Stati Uniti hanno solide economie private perché hanno solide pubbliche amministrazioni.
4) Non sappiamo avere una solida pubblica amministrazione. Vero. E dunque? Si butta il bambino dalla finestra? Certo che no, si riqualifica. E si vince la battaglia.

Basta stupidaggini: la spesa pubblica non è il male assoluto

Due le fonti di forte dibattito oggi a Tor Vergata con Alberto Bisin o Michele Boldrin.   La prima, l’esistenza o meno di qualcosa chiamato “congiuntura” o “ciclo economico” che loro ritengono ”relativamente irrilevante” combattere, focalizzando il cuore del problema sulle riforme, ed io che ritengo invece centrale per poter sperare in un futuro per l’Europa per combattere la recessione.…

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