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L´agenda del Paese e quella della politica sono ormai agli antipodi. La responsabilità appartiene ai governanti, ai magistrati o ai giornalisti? Non è questo il punto. Il fatto è che il Sistema nel suo complesso è impallato, bloccato in un processo perverso che contempera l´autoconservazione (di sé) e l´autodistruzione (delle istituzioni e dell´Italia). La tentazione qualunquista di reagire con l´astensione dalla partecipazione alla vita pubblica è forte, e non è la prima volta che lo denunciamo. Eppure va respinta con forza. L´amministrazione dello Stato è stata per alcuni decenni, dal dopoguerra, volano di sviluppo e di crescita. Ad un certo punto l´economia ha saputo – più per necessità che per virtù – organizzata a prescindere. Ora siamo entrati in una fase diversa, e certamente ben peggiore delle precedenti: il pubblico danneggia il privato. Si inizia a notare ad occhio nudo che lo sfarinamento dell´interesse nazionale, il logoramento istituzionale accompagnato dalla sua cancerogena e complicata dilatazione, il prevalere degli egoismi più biechi, ha allontanato gli investimenti esteri e interni, non ha saputo regolare le conflittualità emergenti e sta travolgendo quel patrimonio che è la rete diffusa e capillare di imprese italiane.
 
La complessità della situazione nasce da lontano e non è una nostra esclusiva. In Parlamento e al governo vi sono persone di indiscussa qualità che fanno tutto quello possono ed il nostro è un popolo celebre per la sua capacità di arrangiarsi. Tutto questo è vero ed è positivo, ma non è più sufficiente. Il governo inglese solo un anno fa era dentro una crisi finanziaria gravissima. Il nuovo esecutivo, guidato da Cameron e Clegg, ha reagito con forza e determinazione, varando riforme impopolari ma necessarie. Già oggi a Londra si respira un´aria diversa, di ripresa. Potremmo citare l´esempio della Merkel e lo sforzo, non sempre efficace, con cui Obama e Sarkozy fanno fronte alle difficoltà dei loro Paesi.
L´Italia ha straordinarie energie, oggi nascoste quando non soffocate. La nostra rabbia è nella consapevolezza che potremmo essere una “tigre europea” avendo un potenziale di crescita di gran lunga superiore allo zero virgola. Il risultato economico non potrà mai esserci – almeno in questo contesto storico – senza un traino forte, fortissimo, dello Stato e delle sue articolazioni (non solo locali). La politica, in questo senso, è indispensabile. Se viene oltraggiata e ridotta ad un fenomeno “cettolaqualunquistico”, non aspettiamoci impossibili passi in avanti. Per liberare gli spiriti animali bisogna tornare all´impegno politico, quello serio. Non ci sarà un Godot che ribalterà la situazione come d´incanto. Può esserci ciascuno di noi, cittadino ed azionista di questa Italia di cui ancora siamo orgogliosi.

Tana liberi tutti

L´agenda del Paese e quella della politica sono ormai agli antipodi. La responsabilità appartiene ai governanti, ai magistrati o ai giornalisti? Non è questo il punto. Il fatto è che il Sistema nel suo complesso è impallato, bloccato in un processo perverso che contempera l´autoconservazione (di sé) e l´autodistruzione (delle istituzioni e dell´Italia). La tentazione qualunquista di reagire con l´astensione…

In connessione perpetua

I nuovi mezzi di comunicazione di massa si distinguono dai vecchi soprattutto per l’interattività. La televisione, old media, ci autorizza soltanto a cambiare canale. Il giornale, sempre old media se non è on line, ci autorizza a scrivere una lettera che può semmai comparire nella “posta dei lettori”. Il videogame, esempio certo spurio ma accettabile di new media, è dotato…

Destrutturati e contenti

Attraverso i social network è possibile contribuire in modo attivo alla cura e alla condivisione dell’interesse comune, ovvero contribuire a quello che dovrebbe essere la politica. L’affermazione deriva dall’esperienza diretta di chi scrive, coordinatore del network ClubIN, prova chiara, viva e sonora di come i social network possano essere uno strumento utile per sviluppare business. Il modello ClubIN prevede che…

Business in rete

Li respiriamo come l’aria, ci siamo immersi tutto il giorno, ne parliamo al bar e l’abitudine è così consolidata da non fare neanche più notizia. I social network, Facebook ma non solo, in pochi anni sono diventati parte della nostra vita. Nielsen afferma che sono circa 20 milioni gli italiani che navigano ogni mese su siti di community online, scambiando…

Tavola rotonda a Narni

Moderatori del dibattito saranno Mario Morcellini, direttore del Dipartimento di Comunicazione e Ricerca Sociale dell’Università “La Sapienza” di Roma, e Paolo Messa, direttore del mensile “Formiche”.  L´incontro si terrà presso il Teatro Comunale di Narni in via dei Priori 3.

La guerra (sbagliata) di Calderón

Nel dicembre 2006 il presidente messicano Felipe Calderón si mise la divisa militare e dichiarò guerra a tutto campo alla droga, ordinando l’invio dell’esercito sulle strade e autostrade e nei villaggi del Messico. Allora Calderón ricevette ampio sostegno, sia dall’interno che dall’estero, per quella che era vista come una decisione coraggiosa, largamente dovuta e necessaria. Risultati tangibili, si riteneva, sarebbero…

Orizzonti di speranza

Il Messico ha superato il traguardo dei 200 anni di vita indipendente e il suo posizionamento geopolitico risulta certamente consolidato. È un importante protagonista del sistema internazionale contemporaneo e forma parte attiva dei principali gruppi e fori multilaterali nei quali si decide la nuova architettura internazionale. Come parte di una lunga tradizione in ambito di politica estera e sotto la…

Messico e nuvole...di cocaina

Solo nel 2010 in Messico ci sono stati 15.273 omicidi legati al crimine organizzato, senza tenere conto di quelli non riconosciuti dalle autorità. Secondo il governo federale, il 2010 è stato l’anno più violento, con un aumento del 58% degli omicidi. Nel 2009 sono stati 9.614. Con gli anni precedenti è meglio non fare confronti, le statistiche sono raccapriccianti: dal…

Bussola latinoamericana

Argentina Il Paese gaucho, l’ottava nazione più grande al mondo, ha vissuto due gravi momenti di difficoltà finanziaria: nel 1929 e nel 2001. Dopo essere stato uno dei Paesi più prosperi del pianeta nel 1913, il suo Pil era il nono nella scala mondiale, grazie alla ricca esportazione agricola e all’industria diversificata, la nazione è stata colpita dalla crisi economica…

Tutti i fari puntati su Ankara

La Turchia ha elaborato, fino ad oggi, una compiuta analisi geostrategica degli effetti della fine della Guerra fredda sulla sua geopolitica globale. Ankara ha cessato di subire le pressioni della Russia, elemento primario della sua adesione nel 1952 alla Nato, rimodellando una sua linea di espansione verso l’Asia centrale e il Caucaso, avendo per tracciato la direzione della diaspora turca…

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