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La Grecia è nuovamente riuscita a sfuggire allo spettro della bancarotta. Lo swap sui titoli del debito pubblico detenuti dai privati è andato a buon fine e ora Atene, ma anche il resto dell´eurozona, può finalmente tirare un sospiro di sollievo.
 
La notizia era già trapelata ieri in serata, ed è stata ufficializzata stamattina da Atene secondo la quale le accettazioni hanno sfiorato l´84 per cento, un valore nettamente superiore a quel 75 per cento indicato dalla stessa Grecia come soglia minima per procedere con le clausole di adesione forzosa.
 
Secondo i dati ufficiali pubblicati questa mattina, la ristrutturazione del debito, operazione che punta a evitare il fallimento del paese ellenico, è stata sottoscritta dall´83,5% dei creditori privati di Atene.
Ricorrendo a queste clausole la Grecia costringerà gli altri detentori a subire lo scambio e il tasso di partecipazione effettivo salirà così al 95,7 per cento. I creditori privati erano chiamati in questa proceduta articolata ad accettare pesanti tagli sui pagamenti di bond greci, il 53 per cento rispetto al valore nominale ma che tenuto conto dei prezzi di acquisto e dei rendimenti significa una perdita del 70 per cento circa.
 
Un “grande passo sul cammino della stabilizzazione e del consolidamento”: con queste parole il ministero delle Finanze tedesco ha salutato l´esito positivo dello scambio sui titoli di Stato della Grecia. “Abbiamo dato alla Grecia una chance storica”, ha aggiunto il ministero tramite un suo portavoce.
 
Ringraziando tutti gli investitori privati che hanno aderito allo scambio sui titoli di Stato, il ministro delle Finanze della Grecia Evangelos Venizelos ha affermato che l´operazione consentirà al paese di rimettersi su un percorso di crescita economica sostenibile. “Desidero esprimere il mio apprezzamento a tutti i creditori che hanno sostenuto il nostro ambizioso programma di riforma e di adeguamento e che hanno condiviso i sacrifici del popolo greco in questo sforzo storico”, ha detto Venizelos con un comunicato.
 
Ora “la Grecia continuerà ad attuare le misure necessarie per realizzare gli aggiustamenti di bilancio e le riforme strutturali su cui si è impegnata, che porteranno ad un percorso di crescita sostenibile”.
 
Il successo dell´operazione era un prerequisito indispensabile affinché i partner dell´Eurogruppo, che hanno una riunione già prevista lunedì 12 marzo, procedano a sbloccare il nuovo piano di aiuti da 130 miliardi di euro a favore della Grecia. Senza i quali Atene non avrebbe avuto nemmeno le risorse per pagare i bond nei termini della ristrutturazione prevista.
 
Ma se lo spettro del default greco si è allontanato sarebbe però sicuramente prematuro dare per chiusa la crisi sul paese, come hanno insegnato le varie ricadute che questa vicenda ha avuto in quasi tre anni (è esplosa nell´autunno del 2009 con la rivelazione dei dati di bilancio falsificati).
 
Le elezioni generali che si terranno ad aprile, insieme al rischio che possa uscirne un quadro politico che rimetta in discussione gli accordi presi sulle misure di risanamento dei conti e le riforme concordate con l´Eurogruppo in cambi degli aiuti, fanno ancora temere.
 
Intanto in Grecia è aumentata l´insofferenza sull´austerità di bilancio che viene vissuta come una imposizione dall´estero, anche se secondo alcuni sondaggi la maggioranza della popolazione vuole restare nell´euro. Ad ogni modo, almeno per ora, il pericolo sembra scampato.

Pericolo scampato per la Grecia. Intesa con i creditori privati

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