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A partire dalla fine della Guerra fredda, a seguito della globalizzazione avutasi anche in campo finanziario le cui conseguenze sono ben visibili nella recente crisi post-Lehman, ai servizi d’intelligence dei principali Paesi occidentali sono stati affidati crescenti compiti di ricerca e di analisi di informazioni economico-finanziarie ai fini della tutela della sicurezza e della stabilità delle economie nazionali. Anche in Italia negli ultimi anni è cresciuto costantemente l’impegno dei Servizi in questo settore. Nell’ambito dell’Aisi (Agenzia informazioni e sicurezza interna) opera un Reparto economia e finanza che si occupa specificamente di monitorare flussi di denaro e speculazioni finanziarie potenzialmente destabilizzanti sul piano macroeconomico. Sempre nell’Aisi vi è un Reparto controspionaggio e controingerenza, che, insieme ad altre funzioni, ha il compito di proteggere le informazioni strategiche di carattere economico, finanziario, industriale e scientifico del sistema-Paese nei confronti di attività di spionaggio condotte da servizi d’intelligence esteri (effettuate anche con strumenti cibernetici), nonché di contrastare operazioni di ingerenza economica promosse da potenze straniere.

Nell’Aise (Agenzia informazioni e sicurezza esterna) vi è un Reparto intelligence economico-finanziario, preposto al contrasto di minacce alla sicurezza economica e alla stabilità finanziaria provenienti dall’estero. Esso è suddiviso in una Divisione operazioni e in un Ufficio analisi. Le attività di Aisi e Aise in questo campo sono coordinate in maniera sempre più stringente dal Dis (Dipartimento delle informazioni per la sicurezza).
Una potenziale minaccia di natura finanziaria d’interesse per la nostra intelligence è costituita dall’operare delle banche-ombra (shadow bank) che, a partire da sub-prime e derivati, ha trasferito sul sistema finanziario globale i relativi rischi, ingigantendoli. Le banche-ombra costituiscono la parte del sistema finanziario, funzionale alle commercial bank ed alle investments bank del mondo anglosassone, che non è però sottoposto agli stessi obblighi di vigilanza ai quali le prime sono sottoposte, grazie alla presenza/creazione di smagliature (loophole) nel tessuto regolatorio.

Un altro tipo di minaccia da monitorare è quello connesso ai derivati con elevato potenziale tossico che, per quanto abbia colpito con maggiore virulenza gli enti locali, ha fatto ampi danni anche nel settore delle Pmi. Si tratta di un rischio solo in parte rientrato, associato all’operare di contratti swap contro variazioni dei tassi di interesse – o di cambio – cui gli enti locali sono stati troppo spesso indotti da consulenti non sempre pienamente autonomi nelle loro valutazioni, e tali da produrre perdite potenziali per miliardi di euro in caso di estinzione anticipata.
Un altro tipo di rischio è rappresentato dai Credit default swap (Cds), nella misura in cui sono gestiti con spregiudicato spirito speculativo e senza beni fisici o finanziari a copertura.
Un campo di interesse per i nostri Servizi è inoltre costituito da manovre, condotte da soggetti finanziari privati o Stati esteri, atte a occultare o manipolare situazioni contabili o impegni contrattuali che, se non conosciuti a tempo debito, finiscono per rivelarsi successivamente come generatori di enormi rischi di natura sistemica. Esempi di questo tipo di rischio sono le sospette anomalie nei conti pubblici della Grecia, le pericolose transazioni finanziarie operate da banche islandesi ed irlandesi, gli effetti dell’acquisizione di titoli tossici – ovvero di pericolosi rischi sovrani – da parte di banche definite Sifi (acronimo per Systematically important financial institution presso il Financial stability board).

Un ulteriore compito dell’intelligence è il monitoraggio di attività potenzialmente lesive degli interessi nazionali condotte dai cosiddetti Fondi sovrani, i cui piani d’investimento possono nascondere progetti di controllo di tecnologie, acquisizione di posizioni dominanti in imprese detentrici di brevetti, ovvero di controllo di infrastrutture critiche nazionali. Anche fenomeni di criminalità economica e di corporate crime (tra cui frodi e truffe finanziarie, riciclaggio e reinvestimento di capitali illeciti da parte della criminalità organizzata, insider trading, operazioni di contraffazione su vasta scala, operazioni massicce di corruzione dei pubblici poteri), diventano oggetto di legittima attenzione da parte dei Servizi d’intelligence se assumono dimensioni tali da ingenerare rischi per la stabilità economica e politica del Paese. Infine, un altro importante compito per i nostri organismi di intelligence è il monitoraggio delle attività di disinformazione economica, condotte tramite il cyberspazio sotto la guida di servizi d’intelligence o gruppi economici esteri, e miranti a danneggiare la reputazione del nostro Paese o delle sue più importanti imprese e/o a influenzare i mercati finanziari.

Benché con la crisi economica i nostri Servizi di intelligence abbiano notevolmente intensificato i propri sforzi in campo economico-finanziario, si rende comunque necessario un consistente potenziamento della loro attività di acquisizione e analisi di informazioni a valenza economico-finanziaria, allo scopo di fornire al decisore politico early warning di carattere tattico (la tempestiva segnalazione di manovre ostili o eventi critici imminenti) e strategico (la segnalazione di cambiamenti di medio-lungo periodo nel livello o nella natura di una minaccia economico-finanziaria). Per sviluppare detta capacità di early warning appare indispensabile rafforzare sempre di più le sinergie sia fra comunità d’intelligence e organi istituzionali competenti (ministero Economia e finanza, Banca d’Italia, Consob, ecc.), sia fra tale comunità e il settore privato, anche tramite un più intenso ricorso alle competenze di esperti e società appartenenti a quest’ultimo.

Missione early warning

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