Skip to main content

Intelligence, spie, indagini ad alto rischio: concetti che ci sono familiari e al contempo rimangono misteriosi. Mondi su cui sono stati scritti romanzi, film e serie Tv. E che però – anzi, forse proprio per questo – troppo spesso vivono di falsi miti e leggende metropolitane.

Temi che, nelle rare occasioni in cui vengono raccontati da chi li ha vissuti da protagonista – procuratori federali americani, agenti della Cia e dell’Fbi – destano particolare attenzione. Proprio quello che accade con il podcast [Segreta] – sì, con le parentesi quadre, esigenze di marketing per rendere il format ancor più tenebroso –, scritto dalla giornalista Federica Manzitti e prodotto da 36Brains, società leader nella corporate intelligence.

“Abbiamo selezionato personalità di primo piano che hanno lavorato nelle più note agenzie e società di sicurezza a livello globale e condiviso con loro la nostra idea di podcast”, racconta Marianna Vintiadis, Ad di 36Brains, “Sono stati poi loro stessi, nel rispetto degli inevitabili vincoli di riservatezza, a decidere quale storia ritenessero più interessante raccontare”.

Nella prima delle cinque puntate, per esempio, si racconta un caso esemplare di social engineering, ovvero l’utilizzo di tecniche che hanno lo scopo di ottenere dati sensibili tramite lo sfruttamento di informazioni personali. Una delle truffe più frequenti che si trovano a dover fronteggiare le aziende e, di conseguenza, gli investigatori.

Frodi che sfruttano vulnerabilità umane, particolarmente efficaci proprio nel Sud Europa. “Noi popoli del Mediterraneo siamo particolarmente sensibili a questo tipo di crimini per un semplice motivo: tendiamo a essere egocentrici” spiega Vintiadis. “Di conseguenza l’idea che io, ultima ruota del carro, venga chiamato dall’Ad o dal presidente di un colosso multinazionale non fa scattare un allarme ma, al contrario, viene visto come un gradito e atteso segno di attenzione. In poche parole: ci caschiamo un attimo”.

Ma l’ego tradisce anche i truffatori. Spesso sofisticati criminali, che utilizzano sistemi di difesa – digitali e non – molto avanzati, commettono passi falsi nel modo più ingenuo. Proprio quello che succede a uno dei protagonisti di un’altra delle storie al centro di [Segreta], che dopo anni di caccia viene sorpreso per un banale, ma fatale, errore. “È proprio così, anche loro si tradiscono a causa di fragilità tutte umane, come la voglia di volersi vantare, di raccontare in giro ciò che hanno fatto. Spesso monitorando le chat del deep web si risolvono in questo modo casi molto complicati”, conferma Vintiadis.

Ma qual è la qualità che non può mancare in un bravo investigatore? Vintiadis è d’accordo con Robert Grenier, responsabile dell’antiterrorismo della Cia dal 2004 al 2006 e ospite speciale dell’ultima puntata del podcast: la fantasia. “Si parte dai dati ma poi l’abilità fondamentale è quella di saper entrare nella testa di un altro, riuscire immaginare quali potrebbero essere le prossime mosse di chi si sta indagando”.

Il podcast ha una particolarità: viene raccontato da persone che hanno avuto ruoli di primario livello e ne parlano apertamente, anche per questo è registrato in inglese. In Italia, infatti, una cosa simile non potrebbe succedere.

“Alla fine della Guerra Fredda l’Occidente, preso dall’euforia del momento, aveva deciso di non avere più bisogno di così tanta sicurezza” spiega Vintiadis. Per questo motivo il mondo “si è riempito di spie”: gli apparati di sicurezza, costretti a un downsize, hanno dovuto tornare a una vita normale, magari trovare un altro lavoro, con la necessità di raccontare cos’avevano fatto fino a quel punto della loro vita professionale.

Questo ha creato la necessità, per le agenzie di intelligence, di educare le proprie (ex) risorse a una corretta comunicazione all’esterno. In pratica, hanno dato loro il permesso di raccontare ciò che avevano vissuto, chiarendo cosa potesse essere reso pubblico e cosa dovesse rimanere riservato.

Una pratica che in Italia non è mai stata sdoganata, con diverse conseguenze negative. “Anche in questo mondo segreto­ la trasparenza ha un assoluto valore”, conclude Vintiadis, “si deve saper tracciare una linea tra ciò che si può dire e ciò che non può essere rivelato, altrimenti la nostra cronaca e i corridoi di certi uffici continueranno a essere popolati da improvvisati che raccontano storie non autorizzate per i loro interessi, senza la possibilità di comprovare o smentire la veridicità di ciò che dicono”.

[Segreta], i protagonisti dell’intelligence si raccontano in un podcast

Di Jacopo Bernardini

Scritto dalla giornalista Federica Manzitti e prodotto da 36Brains, società leader nella corporate intelligence, [Segreta] narra fatti realmente accaduti raccontati da chi li ha vissuti da protagonista, procuratori federali americani, agenti della Cia e dell’Fbi

Quando la nostra politica estera ebbe bisogno di Napolitano. Scrive Stefanini

L’ambasciatore Stefano Stefanini, già rappresentante permanente dell’Italia alla Nato e consigliere diplomatico di Giorgio Napolitano, ricorda le sue mosse di diplomazia pubblica e privata e i momenti significativi della storia recente d’Italia nei quali ebbe un ruolo di primo piano

Corsa agli IA-rmamenti, Amazon si allea con Anthropic

Il colosso tecnologico investirà fino a 4 miliardi di dollari in una delle realtà più promettenti nel campo dell’intelligenza artificiale generativa, entrando in competizione diretta con Microsoft (che mantiene la leadership grazie alla collaborazione pionieristica con OpenAI) e le altre Big Tech impegnate nella corsa del decennio

L’Onu, l’Italia e la necessità di una visione globale. Scrive Salone

Riaccendere la speranza sulla possibilità di costruire un modello di sviluppo più giusto e sostenibile: l’impegno di Guterres per mobilitare i Paesi in un momento di tensione internazionale, le priorità dell’Italia alla luce dell’Agenda 2030, il ruolo della società civile con l’“inviato” Enrico Giovannini. La questione migratoria al centro dell’attenzione. L’intervento di Filippo Salone, Fondazione Prioritalia, coordinatore Gruppo di Lavoro ASviS sul Goal 16

Banjska, punto di non ritorno nella tensione fra Serbia e Kosovo?

Una soluzione definitiva, anche con la responsabilità assunta da un Paese forte, non sembra più procrastinabile, dal momento che già l’Ue deve affrontare il protrarsi della guerra in Ucraina, le fibrillazioni in Nagorno-Karabah e le conseguenze (anche geopolitiche) della crisi energetica. Un altro fronte irrisolto sarebbe troppo

Così la Cina stringe la cinghia su Internet

La libertà su Internet è in costante contrazione in Cina, dove le Vpn occidentali non funzionano e quelle locali sono controllate dal Partito/Stato

Sviluppo sostenibile, Unione europea e Regno Unito. Il punto di Angiolillo

Il primo ministro Rishi Sunak ha annunciato di volere modificare alcuni degli impegni ambientali del governo “ammorbidendone” la portata. Il dibattito sui costi della transizione energetica e sulle possibilità di rispettare i programmi è ancora in pieno svolgimento. Non solo nel Regno Unito. L’analisi di Mario Angiolillo

L’operazione verità che nessuno ha mai fatto prima. Il corsivo di Cangini

Un discorso intellettualmente onesto quello di Giorgia Meloni sul tema migranti: l’ammissione della differenza che passa tra la faciloneria di chi si trova all’opposizione e le oggettive difficoltà di chi ricopre funzioni di governo. Se si è trattato di semplice tattica, queste parole non porteranno a nulla. Ma se la scelta fosse strategica potrebbero rivelarsi il presupposto di una svolta decisiva. Il commento di Andrea Cangini

La politica estera di Ankara passa anche dai droni

Negli ultimi anni la drone diplomacy di Ankara ha riportato numerosi successi. Oltre ad un export sostanziale, che potrebbe avere numerosi vantaggi in futuro, la fornitura di droni ha permesso alla Turchia di supportare gli attori a lei più vicini geopoliticamente, così da rafforzare la sua posizione sul piano internazionale

Futuri (in)sostenibili, le trappole da evitare. Nuovi appuntamenti del premio Guido Carli

Gran ritorno a Montecitorio per la Fondazione Guido Carli: a dicembre la Convention inaugurale dedicata ai volti della sostenibilità, con Piantedosi, Massolo, Parzani e molti altri. Da top manager ed esperti un documento sul “domani che vogliamo”. Nel 2024 festa per i quindici anni del Premio intitolato allo statista

×

Iscriviti alla newsletter