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“Siamo di fronte a una grande sfida in termini di approvvigionamento energetico. L’Africa ha il potenziale per essere un enorme fornitore di energia rinnovabile e verde”. Questo uno dei passaggi più interessanti dell’analisi che affida a Formiche.net la viceministra dell’ambiente e della sicurezza energetica Vannia Gava, a seguito del G7 energetico concluso oggi a Venaria, un appuntamento strategico che ha avuto il merito di offrire indirizzi e proposte su una serie di tematiche interconnesse fra loro e legate alle future strategie dei paesi industrializzati. Scenario su cui spicca il ruolo dell’Italia, non solo come Paese guida del G7, ma come promotore di iniziative peculiari come il Piano Mattei.

Pichetto Fratin e il ministro azero Babayev hanno concordato sull’esigenza di costruire infrastrutture resilienti che possano oggi trasportare il metano e domani invece altri tipi di gas. In questo senso, come si sta distendendo l’azione del governo?

Dal G7 Ambiente Clima ed Energia la leadership dell’Italia, quale Paese capace di governare il cambiamento, ne esce rafforzata. Il comunicato congiunto che abbiamo adottato, e che contiene impegni ambiziosi ma realistici, è un risultato storico, riconosciuto da tutti gli Stati seduti al tavolo. Da questo punto di vista, voglio ringraziare l’intera squadra del ministero dell’Ambiente, per la diplomazia, l’abilità e la competenza con cui ha saputo condurre i negoziati. È chiaro che, in questo scenario, le infrastrutture sono fondamentali, non solo per il trasporto di gas, ma anche per il futuro trasporto dell’idrogeno, in linea con quanto previsto dal RePowerEU. L’Italia sta investendo molto su questo fronte, diversificando l’approvvigionamento e costruendo nuovi gasdotti e infrastrutture per il Gnl. Particolare menzione merita il Transmed, anche noto come gasdotto Enrico Mattei, che ci rende “porta” verso l’Austria e la Germania. Aggiungo, sempre in ambito del Pnrr e RePower EU, gli oltre 3 miliardi di euro investiti per l’utilizzo dell’idrogeno nei settori dell’industria e dei trasporti, anche attraverso la creazione delle hydrogen valleys. Tali iniziative, assieme al progetto South2Corridor, contribuiranno a rafforzare la posizione strategica dell’Italia come hub energetico per l’Europa e il Mediterraneo.

È vicino il raddoppio del Tap?

Sono in corso i market test a livello nazionale ed europeo, a verifica degli impegni contrattuali assunti. Una prima espansione è prevista per il 2027. Con la volontà che scaturisce dal G7 di affrancarci dal gas russo, diventa ancora più necessario procedere al rafforzamento di fonti alternative per l’approvvigionamento del Gnl che, siamo convinti, continuerà a svolgere in ruolo di primo piano nei prossimi decenni nel garantire sicurezza energetica e stabilità sui mercati. Parliamo di un vettore energetico a basse emissioni, pulito e versatile, fondamentale per la transizione energetica come riconosciuto anche nella tassonomia europea. Pertanto, investire oggi e farsi soggetto centrale nel nuovo scenario internazionale è strategico e lungimirante. La presenza alla ministeriale G7 dell’Azerbaijan, d’altronde, conferma la cooperazione e la collaborazione fattiva che intercorrono con Italia ed Europa finalizzate al raggiungimento di interessi comuni, anche in campo energetico.

Energia e piano Mattei quale apporto potranno dare agli obiettivi italiani, anche con riferimento ad altri Paesi africani?

Siamo di fronte ad una grande sfida in termini di approvvigionamento energetico. L’Africa ha il potenziale per essere un enorme fornitore di energia rinnovabile e verde. Il Mase intende contribuire significativamente allo sviluppo sostenibile e alla transizione energetica del continente africano, anche attraverso il Piano Mattei. Sottolineo il ruolo decisivo del Fondo Italiano per il Clima, la cui dotazione è stata incrementata a 4,4 miliardi di euro e che, nella fase di individuazione degli interventi, dovrà coinvolgere tutti i possibili stakeholders. Il tema è stato al centro anche nella ministeriale G7 Clima Ambiente Energia, che si conclude oggi con l’impegno a supportare i Paesi in via di sviluppo, rafforzando i partenariati sul fronte energetico e dell’economia circolare, confermando un approccio concreto e non predatorio che assicuri opportunità di crescita, sviluppo e stabilità sociale e politica del continente africano.

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