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Ucraina, autonomia strategica, supporto all’industria e coordinamento transatlantico rimangono al centro dell’agenda politica. Il ministro della Difesa, Guido Crosetto, ha incontrato l’Alto rappresentante per gli affari esteri e la politica di sicurezza dell’Ue e vice presidente della Commissione europea, Kaja Kallas, per discutere del futuro dell’autonomia strategica e della sicurezza del continente.

“Colloquio davvero cordiale e costruttivo”, ha definito così l’incontro il ministro Crosetto, sottolineando il sostegno dell’Italia all’autonomia strategica della Ue come pilastro europeo della Nato, che rimane il principale punto di riferimento per la sicurezza collettiva degli alleati. Il colloquio è stata anche un’occasione per rilanciare proposte e sollecitazioni da parte dell’Italia. Come spiega il ministro. “Abbiamo proposto l’istituzione di un tavolo permanente per trovare e proporre soluzioni, oltre che verificare i nostri comuni progressi. Abbiamo riscontrato anche una Visione comune sulla valorizzazione dell’Industria Difesa. Uno strumento che tutti noi riteniamo fondamentale per agevolare la cooperazione militare e strategica europea e contribuire alla sicurezza e alla stabilità delle nostre Democrazie. Focus, inoltre, sulla cooperazione per progetti comuni. Obiettivo, dare maggiore efficienza e ottimizzare l’uso delle risorse. Ribadita, infine, la necessità di scorporare gli investimenti per la Difesa dal Patto di stabilità dell’Ue al fine di rispondere in modo adeguato alle crescenti esigenze di sicurezza collettiva”.

Soddisfatta anche Kallas, la quale ha accolto positivamente il supporto italiano al raggiungimento di una pace giusta e duratura per l’Ucraina. Sui temi dell’autonomia strategica, l’Alto rappresentante ha recepito le proposte dell’Italia e affermato che “proporremo metodi per potenziare e finanziare le capacità di difesa dell’Ue nel prossimo White Paper sulla Difesa”.

Il nodo dei finanziamenti alla Difesa

Stanti la necessità di riqualificare le prerogative difensive dell’Europa e l’inevitabilità di una spesa a debito per finanziarle, le vie percorribili sono sostanzialmente due. Da un lato, uno sforzo comunitario, imperniato su un debito comune europeo (i famosi Eurobond di pandemica memoria) e su un coordinamento apicale da parte delle istituzioni Ue; dall’altro, indebitamenti nazionali indirizzati da linee guida concordate. La prima ipotesi vede una riproposizione delle procedure che portarono al Next Generation Eu e alla campagna vaccinale, solo su una scala ben più importante, sia sul piano finanziario sia su quello politico. La seconda prefigura un aumento in ordine sparso, dipendente sia dalle diverse sensibilità nazionali sia dalle regole del Patto di stabilità, che al momento precludono un ulteriore indebitamento.

Su quest’ultima ipotesi è tornato nel corso del colloquio il ministro Crosetto, che segnala la necessità di ridiscutere i parametri europei, appartenenti a un’epoca diversa e ormai finita, per escludere le spese militari dai vincoli sul deficit. Secondo il ministro, senza questo allentamento delle politiche di austerità finanziaria, gli Stati rischiano di dover fare tagli drastici a settori come sanità, previdenza sociale e istruzione. Simili tagli, benché inevitabili senza una revisione delle regole europee, potrebbero pregiudicare sensibilmente sia la tenuta sociale del Paese sia l’effettivo raggiungimento degli obiettivi prefissati.

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