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La scorsa settimana il Parlamento europeo ha ufficializzato l’istituzione di una sottocommissione parlamentare che si occuperà di Salute pubblica. L’obiettivo dichiarato è quello di irrobustire l’azione di Bruxelles su tematiche che, dopo la pandemia del Covid-19, sono divenute di stringente attualità. Sicuramente questa scelta risponde a un bisogno importante: un maggior livello di coordinamento a livello europeo sul tema della salute pubblica. Sono ancora ben salde nella nostra memoria le difficoltà per far fronte all’approvvigionamento di mascherine e vaccini. È utile quindi, l’istituzione di un corpo parlamentare che possa aiutare a velocizzare e coordinare meglio alcuni aspetti del processo decisionale europeo.

IL RISCHIO PER LE FILIERE AGROALIMENTARI ITALIANE

Occorre però sottolineare che, fra le materie che rientrano nelle deleghe di “salute pubblica”, ci sono anche aspetti e tematiche che possono far suonare un campanello d’allarme per il nostro Paese e la sua industria, dalla filiera agroalimentare a diversi settori produttivi, tra cui quello vitivinicolo, dell’olio e dei formaggi. È infatti inclusa – tra i raggi d’azione della nuova sottocommissione – la sfera che attiene agli aspetti salutari legati all’alimentazione. Torna quindi prepotentemente alla ribalta la battaglia che alcuni paesi dell’Europa stanno portando avanti da diversi anni sotto l’egida dell’etichetta a semaforo, conosciuta come “Nutriscore”. Diversi paesi europei hanno già adottato il sistema di etichettatura che prevede un “punteggio” dato agli alimenti, dai più salutari a quelli meno sani. L’obiettivo, nobile ma soggetto a interpretazioni, è quello di aiutare i consumatori nella scelta dei prodotti che acquistano quotidianamente.

NUTRISCORE: UN DANNO PER L’IMMAGINE DEI NOSTRI PRODOTTI

L’interpretazione, però, nasconde un rischio in cui possono finire molti prodotti del Made in Italy che sono un vanto del Paese. Che fare se l’olio italiano, i nostri formaggi, i nostri salumi finiscono dritti nel semaforo “giallo” o “rosso” del sistema di etichettatura? Cosa rispondere ai produttori di parmigiano il cui formaggio verrà classificato come troppo grasso e “rosso”? Che fare se la gran parte dei nostri prodotti verranno – agli occhi dei consumatori – etichettati (in senso letterale) come dannosi per la salute? Il rischio, concreto, è un danno d’immagine che fa il paio con il paradosso che i nostri stessi prodotti, quando volgarmente scopiazzati da altri paesi, possano invece ricevere un’etichettatura di un verde scintillante. Il nostro Paese corre il pericolo che i propri prodotti vengano declassati agli occhi dei consumatori stranieri minandone l’immagine e la credibilità. Un rischio ulteriore è che, per un processo di omologazione standard a livello europeo, l’etichettatura a semaforo venga implementata in futuro anche nel nostro Paese.

FONDAMENTALE PER LE AZIENDE EVITARE L’ETICHETTATURA A SEMAFORO

Per le nostre aziende sarà importante evitare che l’etichettatura a semaforo diventi uno standard accettato in tutta Europa. Il campanello d’allarme suona per diversi settori della filiera produttiva italiana, come quello della produzione di vini e spiriti, tabacco e altre eccellenze nazionali. Preoccupanti segnali in direzione di etichettature fuorvianti provengono da altri paesi europei, l’Irlanda tra queste. Dublino avrebbe in programma di etichettare vini e super alcolici con messaggi allarmistici che causerebbero un danno enorme all’export italiano. La portata di queste e altre iniziative può essere catastrofica per l’Italia: il rischio che si corre è quello di colpevolizzare un’intera filiera produttiva e portarla al collasso.

UNA PRIORITÀ PER LA NOSTRA ECONOMIA, VIGILARE E INTERVENIRE

Questa, e altre iniziative rischiano di demonizzare interi settori, dimenticando che le aziende sono fatte di persone, di famiglie e che contribuiscono in maniera decisiva allo sviluppo del Paese.

Per le nostra aziende e i settori produttivi sarà essenziale vigilare per poter intervenire tempestivamente. Così come sarà importante dotarsi dei migliori strumenti per far sentire la propria voce a livello europeo e per tutelare i lavoratori e l’economia del Paese.

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