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Tra poche ore i Paesi baltici recideranno uno degli ultimi legami con Mosca. Domenica 9 febbraio è infatti la data in cui Estonia, Lettonia e Lituania si staccheranno dalla rete elettrica regionale russa nota come Brell, per passare invece alla alla rete sincrona condivisa dell’Europa continentale, in una transizione che è stata preparata per molti anni, e che era stata originariamente prevista per la fine del 2025. Questo passaggio è puramente simbolico, poiché le tre nazioni non acquistano elettricità russa o bielorussa dal maggio 2022, quindi gli utenti non dovrebbero notare alcuna differenza o subire interruzioni.

Sabato, tutte le linee di trasmissione rimanenti tra questi paesi e la Russia, la Bielorussia e la regione russa di Kaliningrad saranno spente una ad una. Poi, per ventiquattore ore, il sistema elettrico dei Paesi Baltici funzionerà da solo in una “modalità di funzionamento a isola”. Il giorno successivo, il sistema elettrico si fonderà con le reti dell’Europa continentale e nordica attraverso diversi collegamenti con Finlandia, Svezia e Polonia.

La presidente della commissione europea Ursula von der Leyen, assieme ad altre personalità internazionali, sono attese domenica a una cerimonia in cui un orologio alto nove metri, appositamente costruito nel centro di Vilnius, farà il conto alla rovescia degli ultimi secondi del legame elettrico degli Stati baltici con la Russia.

Kaspars Melnis, ministro lettone per il clima e l’energia, ha dichiarato a Deutsche Welle che i Paesi baltici sono un “piccolo mercato per l’elettricità”, quindi il progetto di disconnessione riguarda “la difesa, la sicurezza energetica, l’indipendenza e l’economia”, aggiungendo che i recenti eventi in Ucraina hanno dimostrato che “la decisione di sganciarsi è stata quella giusta”.

Ma non mancano le preoccupazioni sul fatto che Mosca, tutt’altro che felice di questo sganciamento, possa in qualche modo intervenire. “L’Estonia si è preparata a molti possibili scenari di rischio per quanto riguarda la nostra uscita dal Brell, comprese le minacce informatiche”, ha dichiarato a Politico Gert Auväärt, capo del Centro per la sicurezza informatica dell’Estonia, aggiungendo che il Paese è pronto a mobilitare la sua riserva informatica, che comprende l’unità informatica della Lega di Difesa Estone, un gruppo volontario di difensori informatici. La sua agenzia, ha dichiarato sempre, Auväärt, ha consigliato alle aziende energetiche come prepararsi e ha esperti a disposizione “24 ore su 24, 7 giorni su 7” in caso di incidenti gravi.

Ad Auväärt fa eco anche Žygimantas Vaičiūnas, ministro dell’energia lituano, che si aspetta che il passaggio sia un “processo senza intoppi”, ma che le autorità sono comunque “preparate anche per gli scenari peggiori a livello tecnico”. Un portavoce del Ministero dell’Energia lituano ha dichiarato di aver intrapreso “ulteriori azioni e piani per aumentare la nostra preparazione”.

I gruppi di hacker legati allo Stato russo hanno intensificato gli attacchi informatici contro il sistema energetico dell’Ucraina dopo l’invasione su larga scala da parte di Mosca nel 2022, ma ultimamente hanno esteso la campagna anche al resto dell’Europa, in particolare ai Paesi orientali e baltici, secondo quanto segnalato dai ricercatori informatici.

Secondo Google, Mosca ha persino schierato uno dei suoi gruppi di hacker più elitari, noto come Sandworm, per questo compito. “Attori come Sandworm, che hanno abbattuto la rete in Ucraina, hanno sondato per anni anche il resto dell’Europa orientale… Non dovrebbero essere presi alla leggera, soprattutto ora”, ha dichiarato John Hultquist, analista capo di Mandiant, la società di Google che si occupa di difesa informatica e di intelligence sulle minacce.

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