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La guerra in Ucraina ha innescato un consolidamento delle forze democratiche, invigorite dalla contrapposizione all’ordine mondiale secondo Mosca. I Paesi dell’Occidente geopolitico hanno serrato i ranghi, la Nato potrebbe guadagnare due membri nel giro settimane, Usa e Ue si stanno avvicinando su più fronti. Ed entrambe guardano all’India, democrazia più popolosa del mondo ed economia in crescita rapidissima, nella speranza di allontanarla dall’asse sino-russo.

A inizio aprile la diplomazia di Washington aveva rimproverato Nuova Delhi per le sue dimostrazioni di vicinanza a Mosca. Pochi giorni fa ha abbassato i toni e detto di “comprendere” il legame tra le industrie della difesa dei due Paesi. Intanto si è mossa Bruxelles: lunedì la presidente della Commissione Ursula von der Leyen era nella capitale indiana per un incontro con il primo ministro Narendra Modi.

IL DISCORSO DI VON DER LEYEN

L’ufficiale europea ha parlato al Raisina Dialogue, un prestigioso circolo diplomatico, per convincere l’India – che tende verso la neutralità – a stare dalla parte giusta della Storia. “Quello che succede in Ucraina avrà un impatto sulla regione dell’Indo-Pacifico. Lo ha già fatto. Questo è un momento decisivo”, ha detto, “le nostre decisioni in questi giorni plasmeranno i decenni a venire. La nostra risposta all’aggressione della Russia oggi deciderà il futuro del sistema internazionale e dell’economia globale”.

“La Russia e la Cina hanno forgiato un patto senza restrizioni, dichiarato che la loro amicizia è senza limiti”, ha continuato, scegliendo di chiamare in causa il vero rivale geopolitico di Nuova Delhi: Pechino. Ue e India “sono le due più grandi democrazie al mondo” e “dobbiamo tutti scegliere se vogliamo che una terra nuova sia un luogo selvaggio, pericoloso e invivibile, o una casa migliore per tutta l’umanità,” ha detto, dichiarandosi convinta che “le democrazie avranno un ruolo cruciale da svolgere nella definizione del mondo di domani”.

ARRIVA IL TTC UE-INDIA

Stando ai comunicati, anche l’operazione diplomatica ha dato i suoi frutti. Von del Leyen e Modi hanno concordato, senza specificare ulteriori dettagli, che daranno vita a un Consiglio commercio e tecnologia tra Ue e India sulla falsariga di quello tra Ue e Usa. I due leader avrebbero “riconosciuto come il rapido evolversi del contesto geopolitico evidenzi la necessità di un impegno strategico congiunto e approfondito”.

Si tratta di un forum di dialogo semipermanente per coordinarsi e cooperare sulle tecnologie emergenti e sulla compravendita, ma lo sfondo è sempre lo stesso: le autocrazie flettono il mercato e le tecnologie secondo il proprio modello di società. Così, come il Ttc Ue-Usa serve a favorire standard di mercato e tecnologici imperniati sui valori occidentali, il Ttc Ue-India dovrebbe aiutare a far valere i princìpi democratici anche nelle sfere del digitale e del commercio.

LIBERO SCAMBIO E GREEN DEAL

Nello stesso verso va l’altro annuncio di von del Leyen: India e Usa siederanno nuovamente al tavolo delle trattative per riesumare gli accordi di libero scambio, uno sforzo iniziato nel 2007 e abbandonato nel 2013. Da allora sono cambiate molte cose: serve ricostruire e rivoluzionare molte catene di approvigionamento – obiettivo su cui Bruxelles e Nuova Delhi vogliono collaborare – e il peso del dossier energia e transizione è aumentato considerevolmente, anche in vista della necessità europea di staccarsi dal gas russo.

Von der Leyen ha espresso l’intenzione europea di aumentare la collaborazione energetica, specie in chiave rinnovabili, e su Twitter ha parlato specificamente di energia solare e idrogeno. Ci si può ragionevolmente aspettare che una parte degli investimenti esteri del Global Gateway europeo finiscano in India, parecchio dipendente dal carbone, restia ad accelerare la transizione a scapito della crescita economica ma certamente bendisposta a collaborare sulla rivoluzione energetica, se il risultato beneficia entrambi i mercati.

Foto: profilo Twitter di Ursula von der Leyen

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