Skip to main content

Dopo l’iniziale esitazione della comunità internazionale in seguito all’aggressione russa dell’Ucraina, l’isolamento politico, finanziario e diplomatico della Russia sta gradualmente crescendo grazie a numerose iniziative avviate dai Paesi occidentali e dalle istituzioni internazionali. L’Assemblea generale dell’Onu ha votato una mozione di condanna a larga maggioranza.

Il Fmi ha approvato un pacchetto di aiuti a Kiev. La Banca mondiale si è affrettata a condannare fermamente l’invasione e sta predisponendo anch’essa un programma di interventi. Nel caso del G7, l’approccio concordato tra i leader di questi Paesi prevede una tenaglia di sanzioni e di esclusione dal circuito degli scambi finanziari internazionali che ha l’obiettivo di stringere una morsa potenzialmente asfissiante attorno alla capacità finanziaria della Russia.

Tale approccio ha, inoltre, fornito un blueprint anche per altri Paesi, inclusa l’Unione europea. Oltre a queste iniziative, ne sono scaturite altre, meno strutturate ma altamente simboliche, come l’episodio accaduto a un summit dell’Onu sui diritti umani a Ginevra in cui molte delegazioni hanno lasciato l’aula quando il ministro degli esteri russo Lavrov ha preso la parola.

Eppure, vi è un grande assente: il G20 da cui non è trapelato alcunché dallo scorso 24 febbraio. Nato nel 1999 come foro di ministri delle finanze e di governatori di banche centrali delle principali economie del pianeta, sia avanzate che emergenti, fu elevato a livello dei leader politici nel 2008 quando l’allora Presidente Bush lo convocò a Washington per contrastare la crisi finanziaria internazionale. Subito dopo, il Presidente Obama lo definì il principale foro per la cooperazione economica internazionale. L’Italia ne ha appena ospitato il summit lo scorso ottobre.

A maggior ragione data l’assenza di una qualsiasi posizione al riguardo, occorre chiedersi che senso abbia che la Russia continui a parteciparvi, avendo platealmente tradito la premessa di fondo, cioè di impegnarsi insieme agli altri membri a promuovere la cooperazione internazionale.

Non è la prima volta che il G20 mette la testa sotto la sabbia. Nel 2014, in seguito all’annessione della Crimea da parte della Russia, il G8 espulse la Russia dal consesso ritornando alla sua precedente configurazione a 7, mantenuta sino ad oggi. A quel tempo, il G20 si astenne dal prendere alcuna iniziativa al riguardo, ritenendo di favorire in tal modo la via del dialogo. Come è diventato inequivocabilmente chiaro qualche giorno fa, non ha funzionato.

Russia, se il G20 mette (ancora) la testa sotto la sabbia

Occorre chiedersi che senso abbia che la Russia continui a partecipare al G20, avendo platealmente tradito la premessa di fondo, cioè di impegnarsi insieme agli altri membri a promuovere la cooperazione internazionale. Eppure non è la prima volta che il G20 mette la testa sotto la sabbia. La riflessione di Domenico Lombardi

Una psicoterapia per chi si occuperà del catasto. Scrive Pennisi

Si dovrebbe prevedere un ri-equilibrio delle aliquote riducendo quelle sulle seconde e terze case e reintroducendo una real estate tax che comporti anche il pagamento dei servizi comunali (nettezza urbana, manutenzione delle strade, illuminazione e così via) in un’imposta unica. Il commento di Giuseppe Pennisi

Chi vince e chi perde la guerra social, secondo Bentivegna e Nicodemo

Putin e Zelensky hanno scelto due stili comunicativi diversi, quello del presidente ucraino è al momento quello vincente. Oscurare la propaganda russa? Un’arma a doppio taglio. Cosa hanno detto Sara Bentivegna e Francesco Nicodemo al live talk di Formiche “Autocrazia tecnologica. Come la guerra sta rivoluzionando le piattaforme digitali e la comunicazione politica”

Dall’Ucraina al Sahel. Cosa si è detto all’incontro tra Guerini e Parly

A Tolosa l’incontro tra i ministri della Difesa di Italia e Francia. Lorenzo Guerini  ha affrontato insieme all’omologa Florence Parly la crisi in Ucraina e gli scenari futuri per la sicurezza in Sahel. In agenda anche il dossier spazio, con la partecipazione dei due ministri alla conclusione dell’esercitazione multinazionale AsterX

Mosca sospende i lanci del vettore Soyuz. Le tensioni arrivano nello spazio

L’Europa sospende tutti i lanci di Soyuz, sia quelli dal centro spaziale europeo di Kourou in Guyana francese gestiti da Arianespace, sia quelli dalla base di Baikonur in Kazakistan operati da Starsem. La frattura tra i Paesi occidentali e la Russia di Putin si fa più profonda, anche nello spazio. Ecco i dettagli

La soluzione anti-drone di Elettronica alla prova dell’esercitazione Nato

Novità per il sistema anti-drone all’avanguardia di Elettronica, in grado di operare in movimento e in condizioni ambientali estreme. È stato impiegato nell’esercitazione Nato che si sta svolgendo nel territorio alpino.

La corsa di Usa e Russia per l'ITU deciderà il futuro di Internet

A ottobre le elezioni dell’agenzia delle Nazioni Unite per le tecnologie dell’informazione e della comunicazione. In ballo non c’è solo la presidenza, ma il modo in cui il mondo sarà connesso. Con l’attuale repressione dei media in Russia a farci da monito. Ecco chi sono i due candidati

Distanza di (in)sicurezza. Lesser spiega la minaccia russa

Conversazione con Ian Lesser, vicepresidente del German Marshall Fund ospite dell’ultimo live talk di Formiche. C’è un prima e un dopo dell’invasione russa, per i partiti politici, la Difesa europea e la Nato. Putin riscrive la storia, chi si avvicina troppo rischia di scottarsi

La Finlandia pensa alla Nato. Incontro tra il presidente e il capo della Cia

Niinistö è a Washington per vedere l’omologo Biden ma anche Burns, numero uno dell’intelligence ed ex ambasciatore Usa a Mosca. Non sembra un caso, visto che l’invasione russa dell’Ucraina ha riacceso nel Paese nordeuropeo l’idea dell’adesione all’Alleanza atlantica

Evergrande&Co, il mattone cinese (forse) si salverà. Report Goldman Sachs

Due anni di crolli e insolvenze hanno demolito un settore che vale il 25% del Pil del Dragone. Ma uscire dal tunnel è possibile, è solo questione di rendimenti. Le opinioni degli economisti di Goldman Sachs, Kenneth Ho e Salman Niaz

×

Iscriviti alla newsletter