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Alla vigilia del cessate il fuoco a Gaza sento il dovere di ricordare gli incontri di pace in Toscana (a Montecatini e a Pisa) e in Giordania, sul Mar Morto, promossi congiuntamente da Riad Malki, attuale ministro degli Esteri dell’Autorità nazionale palestinese, e dal compianto Ron Pundak, uno dei più abili negoziatori di Oslo per la delegazione israeliana.

Sono trascorsi più di 15 anni dal coraggioso ciclo di conferenze bilaterali Forum for Peace, un’iniziativa basata sulla multi-track diplomacy “people to people”, che ha coinvolto numerosi e importanti esponenti della società civile israeliana e palestinese.

L’auspicio è che, con i tempi necessari, il cessate il fuoco offra l’opportunità di riprendere il filo sottile ma cruciale dei contatti bilaterali riservati, preludio a una rinnovata diplomazia pubblica.

Tuttavia, nella cornice delineata dal cessate il fuoco, è giunto il momento di affrontare apertamente la questione nazionale palestinese, una verità ormai evidente. Più si alimentano la cultura del martirio, la violenza antisemita e la lotta armata per la distruzione di Israele, più la soluzione della questione palestinese si allontana.

Dal golpe di Hamas nella Striscia di Gaza del 2007, anziché lavorare per la creazione di uno Stato palestinese, si è perseguito l’obiettivo della distruzione di Israele. Questo è dimostrato inequivocabilmente dal massacro del 7 ottobre e dalle dichiarazioni pubbliche delle massime autorità politiche e religiose iraniane.

Alla luce di queste realtà, è necessario un cambio di paradigma. Con commozione, ricordo i momenti di intenso dialogo e rivolgo un appello pubblico al ministro Malki: serve un atto di coraggio che segni una svolta politica e culturale. Al netto degli inaccettabili comportamenti dei coloni abusivi israeliani, che esulano da questo articolo, l’opinione pubblica deve comprendere che per riaprire una prospettiva politica e diplomatica favorevole alla creazione di uno Stato palestinese è indispensabile una rivoluzione copernicana. Sarebbe una mossa di portata storica se una figura autorevole come Malki, insieme ad altri leader palestinesi, promuovesse questo cambiamento.

La lotta per l’indipendenza dell’India dall’Impero britannico è un esempio straordinario: perché non riscoprire la determinazione di Mahatma Gandhi e rifondare su basi nuove e non violente il movimento per la creazione dello Stato palestinese?

Il tempo di una nuova leadership palestinese. L’appello di Mayer

Serve una svolta culturale e politica per rilanciare la prospettiva di uno Stato palestinese, seguendo l’esempio di Gandhi e della sua lotta non violenta. L’appello di Marco Mayer

È difficile che la tregua tra Israele e Hamas duri. Cadelo spiega perché

Di Elio Cadelo

La tregua tra Hamas e Israele è solo una tregua ed è difficile immaginare al momento che si possa giungere ad una pace e una convivenza duratura tra Ebrei e Musulmani così come è difficile immaginare a breve in una pacificazione dell’intera regione. le scelte di Hamas, come degli altri gruppi terroristici musulmani, non sono dettate dalla politica o dall’economia ma dalla religione e cioè dal Corano. Il commento di Cadelo

Russia e Iran, la nuova partnership strategica e le sue implicazioni globali

Russia e Iran hanno siglato un trattato strategico che rafforza la cooperazione militare e di intelligence contro l’Occidente. Teheran, indebolita dagli attacchi israeliani, fornisce droni a Mosca, mentre il ritorno di Trump aumenterà le pressioni sull’Iran. L’alleanza riflette il riposizionamento russo in Medio Oriente come fronte della sfida globale all’Occidente

L’imprevedibilità è l’unica previsione possibile su Trump. Il commento di D’Anna

Una presidenza espressione dell’America profonda e ricca di quali colpi di scena? Alla vigilia dell’insediamento, l’unica cosa che si può davvero predire è l’imprevedibilità del successore di Biden. L’analisi di Gianfranco D’Anna

Gli Usa di Trump verso un nuovo ordine economico? Risponde Del Pero

Di Aurora Cuzzolini

Il futuro della politica commerciale americana è incerto, con dubbi su come affrontare i costi della transizione. Gli Stati Uniti stanno ridefinendo il loro ruolo globale, cercando di bilanciare protezionismo e cooperazione internazionale. L’analisi di Mario Del Pero, professore di Storia internazionale a Sciences Po

Ppe-Ecr, il patto che dà centralità all'Italia in Ue. Parla Tosi

Il 2025 si apre, per l’Europa, con diverse incognite: le elezioni in Germania e l’instabilità politica in Francia. Questo contesto, può portare ancora più centralità all’Italia nel contesto globale. Per rilanciare la competitività, come indicato anche nei documenti di Letta e Draghi, occorrono soluzioni concrete e pragmatiche fuori dai recinti ideologici. Rafforziamo il rapporto con gli Stati Uniti, ma iniziamo – come Ue – a lavorare per una difesa comune. Colloquio con l’eurodeputato del Ppe, Flavio Tosi

Sorveglianza sottomarina nel Baltico, quando nel Mediterraneo? Scrive Caffio

Per rispondere alla minaccia portata dalla flotta ombra di Mosca alle infrastrutture sottomarine, la Nato ha dato il via all’operazione Baltic Sentry. Anche i cavi e i gasdotti mediterranei corrono i medesimi rischi, pertanto è probabile che l’operazione baltica sia un terreno di prova su cui sperimentare una postura di sorveglianza sottomarina che verrà poi estesa a tutti i mari dell’Alleanza. L’analisi dell’ammiraglio Caffio

Perché i cambiamenti di Valditara vanno nella giusta direzione. Scrive Fruganti (Sui tetti)

Di Elena Fruganti

“Anche l’introduzione del latino opzionale dalla seconda media potrà offrire un valido contributo alla comprensione della logica della lingua italiana e dell’etimologia delle parole, contribuendo a rafforzare la padronanza linguistica e la comprensione del testo”. L’intervento di Elena Fruganti, docente di Diritto nella scuola statale e referente della Commissione educazione del network Ditelo sui tetti

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Durante l’audizione di conferma come segretario di Stato, Rubio ha preferito riferirsi al Pcc, per mettere distanza per la leadership di Pechino e il popolo. Una scelta che irrita Xi. Il presidente della Jamestown Foundation spiega perché

Imec riparte dalla tregua a Gaza? Secondo Biden sì

La visione di Biden su Imec non è soltanto americana. Per l’Italia, potrebbe essere il punto di partenza di una nuova centralità nell’economia globale. Se il corridoio sarà realizzato, sarà una vittoria per la stabilità geoeconomica globale

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