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La cultura all’alba dell’era post-pandemica, varianti permettendo. Soprattutto in una città come Roma, osservatorio privilegiato per cogliere i trend in corso a livello nazionale e museo a cielo aperto per antonomasia che da millenni fa dell’offerta culturale in senso lato uno dei suoi tratti più distintivi nel mondo. Ma come è ripartita in questo senso la vita cittadina nella capitale d’Italia? Quali sono le principali iniziative e le prospettive per i prossimi mesi? E in che modo stanno rispondendo il pubblico e i cittadini? Domande che ovviamente si inseriscono in un contesto politico che definire dinamico è poco, considerato il voto delle prossime amministrative in programma con ogni probabilità il 10 ottobre. “Ci arriviamo con responsabilità e speranza: abbiamo avviato un lavoro che rivendichiamo e che pensiamo sia giusto portare avanti”, ha affermato l’assessora alla Crescita culturale del Campidoglio Lorenza Fruci, con cui Formiche.net ha fatto il punto della situazione sul rilancio del settore dopo oltre un anno di chiusure e divieti, con l’unica eccezione ovviamente del periodo estivo dell’anno scorso.

IL RITORNO DELL’ESTATE ROMANA

In quest’ottica il primo dato da sottolineare è rappresentato dalla ripartenza dell’Estate romana, la manifestazione ideata alla fine degli anni 70′ da Renato Nicolini, celebre assessore alla Cultura delle giunte di sinistra guidate da Giulio Carlo Argan, Luigi Petroselli e Ugo Vetere.

“Non era affatto scontato che quest’anno si potesse rifare: tra cambiamenti di fascia, decreti e chiusure questo risultato non si poteva in alcun modo dare per certo”, ha commentato Fruci. Un segnale di ritorno alla normalità e di speranza sottolineato – ha osservato l’assessora – attraverso l’immagine guida selezionata per promuovere l’iniziativa: “Abbiamo scelto l’opera di Umberto Prencipe – dal titolo Nuvole di giugno, datata 1925, della collezione della Galleria d’Arte Moderna – per rappresentare il senso di leggerezza e di rinascita che speriamo possa contraddistinguere questa estate dall’inizio alla fine”.

IL RUOLO DEI PRIVATI

Per il bando dell’Estate romana, per il quale il quale il Campidoglio aveva stanziato per quest’anno un milione e 750.000 euro, hanno confermato le proprie attività 65 operatori. “Hanno dimostrato grande flessibilità e passione”, ha rilevato Fruci, che poi ha aggiunto: “Hanno deciso di investire e rischiare sulla cultura a Roma nonostante il clima di incertezza che il Covid 19 ha inevitabilmente determinato”. Stesso impegno – ha evidenziato ancora l’assessora – fatto registrare dalle istituzioni culturali della città: “Si sono fatte trovare pronte sebbene le difficoltà non siano state poche. Penso ad esempio all’Auditorium Parco della Musica che, con la Casa del Jazz, ha messo in piedi una programmazione estiva senza avere la certezza di poter ospitare artisti stranieri. Hanno lanciato il cuore oltre l’ostacolo e sono riusciti a garantire un programma di prim’ordine che il pubblico romano sta fortemente apprezzando”.

LE PRINCIPALI INIZIATIVE ESTIVE 

Tra le iniziative principali dell’Estate romana ormai in corso Fruci ha ricordato innanzitutto “il Teatro dell’Opera di Roma, al Circo Massimo, che ha raddoppiato l’offerta e rimarrà aperto per due mesi, fino al 6 agosto”. E ancora l’apertura tra qualche giorno, il 30 giugno, “della nuova stagione del Gigi Proietti Globe Theatre Silvano Toti, il teatro elisabettiano di Villa Borghese appena intitolato al suo indimenticato direttore”. Fino a ottobre, come da tradizione, andranno in scena grandi pièce shakespeariane come Romeo e Giulietta nella regia originale dello stesso Gigi Proietti, o il Falstaff e Le allegre comari di Windsor per la regia di Marco Carniti. E ancora il Santa Cecilia che tornerà a esibirsi anche all’esterno con una programmazione internazionale per questa estate. “C’è inoltre grande attenzione sul Teatro Valle che abbiamo dedicato alla memoria di Franca Valeri: partiranno a breve le gare per avviare finalmente i lavori”, ha dichiarato l’assessora, che ha poi rimarcato l’attenzione prestata alle zone più periferiche della città: “Tra le altre cose cito il Festival delle Periferie a Tor Bella Monaca e  la riapertura dell’area archeologica di Gabi, sulla Prenestina antica, dopo Rocca Cencia, alla quale abbiamo contribuito insieme al VI Municipio e alla Sovrintendenza speciale di Roma“. Oltre a ciò – ha anticipato l’assessora – “tornerà in un formato inedito Letterature, organizzato con le Biblioteche di Roma dal 21 al 25 luglio nella suggestiva cornice del Palatino. E inoltre organizzeremo una rassegna musicale sul Tevere”. Infine, da menzionare il nuovo progetto alla Sala Santa Rita dedicato alla cultura contemporanea: il programma prenderà il via dal 1° luglio per proseguire poi continuativamente, al ritmo di una presentazione ogni due settimane, fino al 31 dicembre 2021.

I BANDI PRO-INIZIATIVE CULTURALI

Considerazioni a parte, ma evidentemente collegate, le meritano i due bandi lanciati per sostenere la cultura nella capitale. Innanzitutto “Spazi alla città”, una call rivolta alle realtà culturali cittadine, con l’obiettivo di mettere a disposizione gli spazi di enti culturali capitolini come l’Azienda Speciale Palaexpo, la Casa del Cinema o la Casa del Jazz: “Vogliamo offrire, per periodi temporanei e gratuitamente, luoghi dove poter svolgere workshop, laboratori o seminari. Ce lo hanno chiesto molte realtà culturali della città per recuperare il lavoro perso durante la pandemia e siamo contenti di essere riusciti a mettere a punto questa call. È la prima volta che Roma Capitale concepisce una offerta di questo tipo. Il bando, peraltro, resterà aperto fino a esaurimento spazi”.

Ma non solo, perché è stato promosso anche un bando per la concessione gratuita di spazi all’aperto per attività da svolgere appunto nell’ambito dell’Estate romana cui abbinare anche attività economiche: “L’obiettivo è duplice: sostenere gli operatori culturali nella riapertura e ampliare l’offerta culturale per cittadini e turisti che stanno tornando a visitare la nostra città. Gli operatori potranno partecipare al bando fino al 28 giugno e le attività si potranno realizzare tra il 30 luglio e il 3 ottobre”.

LA RISPOSTA DEL PUBBLICO E LE PROSPETTIVE D’AUTUNNO

Ma il pubblico romano come sta rispondendo alla ripartenza della cultura a Roma? “Stiamo riscontrando una partecipazione molto importante alle iniziative organizzate in città: com’è naturale che sia, c’è voglia di uscire di casa, di stare insieme, di vivere un po’ di arte, di cultura e di intrattenimento dopo tanto tempo”. Tendenza – ha sottolineato l’assessore Fruci – che è sempre stata una costante, anche nei periodi meno critici tra un picco e l’altro della pandemia: “Ad esempio, qualche mese fa, alle prime riaperture, ci fu subito il tutto esaurito al Mausoleo di Augusto“.

Per l’autunno, però, le prospettive sono inevitabilmente diverse: oltre all’andamento della emergenza sanitaria, che ovviamente sarà fondamentale, c’è da monitorare anche il comportamento dei cittadini rispetto ad attività ormai uscite, causa Covid, dai nostri abituali costumi. Ovvero, detta in modo più netto: il pubblico tornerà a seguire un concerto al chiuso, uno spettacolo a teatro o un film al cinema? “È una questione che come istituzioni che operano nel mondo della cultura, non possiamo non porci. Gli operatori su questo punto ci hanno chiesto un sostegno che non faremo certamente mancare. Anzi, siamo pronti a promuovere una campagna di comunicazione e sensibilizzazione ad hoc”.

LA CULTURA COME IMPRESA CULTURALE

Il tutto con un’idea di fondo che deve essere sempre più portata avanti, specie in un Paese come il nostro dal potenziale praticamente infinito sotto questo punto di vista: ossia che al termine cultura occorra applicare il significato di impresa culturale: “Nel senso che produce Pil e ricchezza, parliamo di un mondo di lavoratori e di competenze che dobbiamo valorizzare anche in ottica economica”. Un settore industriale a tutti gli effetti, un pezzo fondamentale della competitività del nostro Paese, che in quanto tale richiede un elevato tasso di managerialità e politiche pubbliche adeguate: “Non si vive di sola rendita, neppure in una città splendida come Roma”.

Cultura

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