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Amica, confidente ma anche la più stretta consulente. Valerie Biden Owens è più di una sorella per il presidente americano, Joe Biden. Così l’ha lasciato in chiaro durante il primo discorso dopo la vittoria elettorale. “È stata la mia miglior amica per tutta la mia vita”, ha scritto Joe della sorella nel suo libro Promises to Keep.

Lei l’ha accompagnato in uno dei momenti più difficili della sua vita. Perché è stata Valerie a rispondere alla telefonata in cui hanno informato della morte della prima moglie di Biden, Neilia, e la loro figlia più piccola, Naomi, in un incidente d’auto mentre andavano a comprare un albero di Natale.

Dopo la tragedia, la sorella lasciò il lavoro di insegnante e si trasferì con Biden e gli altri due figli. “Lei è la pietra angolare che mi ha permesso di sostenere e poi ricostruire la mia famiglia. Quando è morta Neilia, mia sorella era la persona di cui mi fidavo completamente con i miei figli”, ha scritto il presidente nelle sue memorie.

Al quotidiano The New York Times, invece, Valerie Biden raccontò nel 2008 che non era stato nulla di eroico. Ha detto che con i figli del fratello, Beau e Hunter, ha avuto modo di esercitarsi “prima di fare danni con i miei figli […] scherzi a parte, era esattamente quello che mio fratello avrebbe fatto per me. Si chiama famiglia”.

Il presidente americano è il più grande di quattro fratelli. Valerie è la seconda, e l’unica donna, ed è sempre stata legata anche alla carriera politica del fratello. Nata a Kennett Square, Pennsylvania, nel 1945, Valerie Biden ha sempre preferito restare dietro le quinte, senza però fare mancare il sostegno al fratello.

“Da quando ricordo, ho aperto gli occhi e lui era lì – ha raccontato Valerie Biden al sito Insider nel 2020 -. Ha allungato la mano e ha detto: ‘Dai, Val. Abbiamo cose da fare, persone da vedere e posti dove andare’”. Ora la donna, come sempre, resta vicino al fratello. Per la rivista Vogue è stata una sorpresa l’assenza di Valerie nell’organigramma dell’amministrazione Biden.

Il fratello maggiore ha saputo ricambiare, sostenendo la sorella dopo la separazione dal primo marito, Bruce Saunders. E’ lui ad averle presentato John “Jack” Owens, il migliore amico di Joe alla Syracuse Law School, ora attuale marito di Valerie.

Aiutandolo a superare la balbuzie, Valerie seguì la prima campagna del fratello quando si candidò da ragazzo come rappresentante degli studenti. E da qual momento non ha mai smesso di dirigere la carriera politica di Joe Biden.

Come ricorda Oprah Magazine, Valerie ha gestito le sette campagne elettorali (tutte vittoriose) del fratello come senatore in Delaware e due delle campagne presidenziali, nel 1988 e nel 2008. Sulla campagna elettorale del 2020, ha detto a BuzzFeed News che “è la prima volta che non la gestisco ed è dannatamente frustrante!”.

Dal 1997 al 2016 Valerie è stata vicepresidente esecutivo di Joe Slade White and Company, una società di consulenza multimediale per politici. Nel 2016 è stata consulente senior per gli Stati Uniti per le Nazioni Unite e ha collaborato con Women’s Campaign International. È anche stata nel Comitato nazionale democratico, in servizio nel Consiglio nazionale del Forum sulla leadership delle donne e vicepresidente del Biden Institute e della Fondazione Biden.

David Wade, addetto stampa di Biden, disse al New York Times nel 2008 che è lei “l’alter ego politico e confidente” dell’attuale presidente degli Stati Uniti. Ma anche la persona che può guardarlo negli occhi e dirgli le cose che nessuno vuole sentire. Perché, come ha sottolineato il senatore Christopher A. Coons al Washington Post, “lo rispetta e lo ammira, lo aiuta a essere la versione migliore di sé  […] e non puoi licenziare tua sorella”.

Chi è e cosa farà Valerie Biden, la sorella preferita del presidente

Da quando ha gestito la prima campagna elettorale di Joe Biden, quella di un balbuziente rappresentante degli studenti al liceo, Valerie è stata la più stretta e fidata collaboratrice dell’attuale presidente. Lo ha aiutato a crescere i suoi figli dopo la scomparsa prematura della moglie e oggi resta il suo “alter ego politico”

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