Skip to main content

L’ex premier Giuliano Amato martedì ha lanciato un allarme sul rischio di svolta autoritaria nel Paese. In effetti il Parlamento in generale e il governo in particolare stanno ignorando lo sbriciolamento della democrazia in corso – la combinazione volatile e nitroglicerinica di astensione crescente dal voto, aumento di preoccupazioni esistenziali inevase (immigrazione, crollo dello stato sociale, minacce a piccoli e grandi privilegi di mercato…) e denunce di strapotere dei giudici.

La combinazione può diventare letale, specie se trova una sponda esterna – il presidente russo Vladimir Putin o peggio qualcuno in Europa o America.

Le preoccupazioni una per una sono autentiche e dicono delle verità.

Lo strapotere dei giudici. In Italia hanno effettivamente più potere che altrove ma è anche perché la classe politica ha smesso di porsi limiti etici. Da quando uomini di affari importanti come Berlusconi sono entrati direttamente in politica e hanno mescolato propri interessi privati con quelli di Stato, tutto è saltato. Perché ciò sia avvenuto lo spiegheranno gli storici, ma la ferita alla democrazia è ancora aperta.

Inghilterra e Stati uniti hanno costruito la democrazia sulla base di uomini di affari che si davano alla politica e nel Parlamento componevano pacificamente le dispute tra interessi particolari. Ma lì la classe politica si è posta limiti etici e di autocontrollo per mantenere un equilibrio quanto meno di facciata e al massimo sostanziale e proiettato nel futuro. Anche solo la facciata è fondamentale.

In Italia la mancanza di autocontrollo, di limiti etici ha aperto e apre agli eccessi della magistratura. Essa può leggere le mancanze etiche come illegalità, o come tentativo di spingere per una dittatura africaneggiante (con tutto il rispetto dell’Africa) dove affari personali e di Stato si fondono e si giustificano con la concentrazione tirannica del potere.

In Italia dopo Berlusconi le altri grandi imprese si sono frantumate o sono emigrate all’estero (Elkann,Ferrero, Del Vecchio ecc.). Lo spazio economico è occupato da imprese pubbliche (le banche delle fondazioni o le aziende partecipate dal tesoro) o da imprese piccole e medie spaventate da uno Stato percepito come un perverso esattore fiscale che non fornisce servizi grandi (mediazione di interessi e opportunità di crescita e sviluppo aziendale).

Ciò si combina con l’esplosione di problemi storici. C’è l’aumento della immigrazione, che rivoluziona la società; lo sgretolamento dello stato sociale eretto dagli anni ’60; l’insostenibilità dei resti del mercato corporativistico (i privilegi dei gestori delle spiagge o dei taxi). Le risposte a tali quesiti drammatici poi non sono convincenti per gli elettori, che infatti in maggioranza disertano le urne.

La ulteriore risposta della politica all’assenteismo è una spinta a concentrare i meccanismi di potere non a cercare di ascoltare e parlare con i votanti.

C’è di nuovo una alchimia nefasta. L’iniziativa del premierato è accanto e conseguente ad un sistema elettorale maggioritario che ha eliminato i vecchi partiti e tutti i loro passati strumenti di partecipazione. A ciò poi si unisce un sistema di media largamente sotto controllo.

Il fascismo, figlio dell’epoca del popolo entrato nella politica dopo i massacri della Prima guerra mondiale, comunque introdusse forme sue di partecipazione. Ora c’è una società anonima di masse da manipolare con strumenti elitistici, come le grandi piattaforme elettroniche.

I tentativi di affrontare in maniera “autoritaria” tali questioni sono zoppicanti, approssimativi e non vanno molto lontano per ora. Ciò sarebbe una fortuna se comunque non contribuissero all’entropia generale del sistema.

Il problema vero di governabilità pare poi dovuto alla incapacità e le divisioni degli stessi governanti, non alla ferocia dell’opposizione. L’opposizione infatti da un anno appare assente più ancora che impotente.

Altro problema è la mancanza di élite nel governo. Il premierato o idee simili non affrontano tali questioni, anzi rischiano di esasperarle.
Quindi la miscela è disastrosa e oggettivamente l’unico che la sta affrontando è il Presidente Sergio Mattarella, che proprio ieri ha posto un freno a una proposta di legge sulle spiagge e gli ambulanti non in linea con le indicazioni dell’Unione Europea.

L’autoritarismo de noantri. Le parole di Amato lette da Sisci

La deriva autoritaria in Italia è un combinato del sistema elettorale esistente e la spinta per il premierato. Ma non affronta i problemi reali o le divisioni al governo e la mancanza di élite. Il commento di Francesco Sisci

Inizia la caccia senza quartiere ai leader di Hamas. Attacco israeliano in Libano

Un drone one-way israeliano avrebbe ucciso Saleh al-Arouri, uno dei leader storici di Hamas, colpito a Dahiyeh, nel sud di Beirut. Siamo all’inizio della nuova fase della guerra: Israele rallenterà la presa sulla Striscia e inizierà una campagna mirata contro i leader terroristici palestinesi anche nei Paesi vicini

L'urna dei giovani e il Presidente Mattarella. L'idea di Tivelli

Lavoro giovanile, formazione universitaria e post-universitaria, riavvicinamento fra mondo della scuola e dell’università e mondo del lavoro, disagio giovanile, intuizioni su possibili startup giovanili potrebbero essere i temi principali su cui si misura questo richiamo dei giovani al confronto. La riflessione di Luigi Tivelli

L'intesa Etiopia-Somaliland sul Mar Rosso innervosisce la Somalia. Ecco perché

L’accordo tra Etiopia e Somaliland aumenta la policrisi nel Mar Rosso. La Somalia parla di “atto di aggressione”, mentre Addis Abeba ritrova l’accesso al mare da cui era stata esclusa dopo l’indipendenza dell’Eritrea

L’ultimo Miyazaki. Bello, surreale ma un po’ confuso

II ragazzo e l’airone ci parla del 12enne Mahito che finisce, quasi per magia, in un mondo parallelo dal quale preferisce uscire per cambiare quello reale. Il disegno di Miyazaki sembra faccia tesoro anche della cultura occidentale. La recensione di Eusebio Ciccotti

Chi guadagna e chi perde dal caos nelle rotte indo-mediterranee

India e Cina, Iran, Arabia Saudita, Emirati, Egitto ed Etiopia, Qatar e Sudafrica e Stati Uniti: sono tanti gli attori coinvolti nella crisi dell’Indo Mediterraneo, con vari interessi e problematiche. Rapida carrellata lungo le rotte che collegano Europa e Asia

Cop28 e transizione elettrica, una sfida da non perdere. Scrive Paganetto

In Europa non bisogna perdere l’occasione legata alla transizione verso l’elettrico favorita da una decisione importante, quella della scelta a favore dell’auto elettrica al 2035. Si tratta di una scelta che ha messo in moto massicci investimenti, soprattutto da parte dell’industria automobilistica tedesca. Il commento di Luigi Paganetto

gaza

Non ripetiamo gli errori di Oslo. L'appello di Mayer

La creazione di uno Stato palestinese sembra essere l’unica soluzione possibile dopo l’ultima recrudescenza del conflitto arabo-israeliano. Ma le forti tensioni tra israeliani e palestinesi vanno sopite. E attenzione agli attori regionali

Dall'Africa ai Balcani. I consigli di Minuto Rizzo per il G7 italiano

“L’Italia ha l’opportunità di spingere sull’Africa dove il discorso del Piano Mattei è molto interessante, perché va al di là dell’emigrazione e degli sbarchi: il continente africano è formato da più di 50 Paesi dove si sta verificando la corsa delle grandi potenze per avere più influenza, Cina e Wagner in primis”. Conversazione con l’ambasciatore e presidente della Nato Defense College Foundation, Alessandro Minuto Rizzo

High tech, così l'Occidente stringe le maglie dopo il boom di export tra Cina e Russia

Decuplicate le esportazioni in Russia di prodotti cinesi essenziali per l’industria bellica, mentre Xi e Putin brindano alla crescita dei legami economici e l’Ue minaccia ritorsioni. Intanto Asml espande la lista dei macchinari per chip soggetti ai controlli alle esportazioni verso la Cina. Ecco perché la spinta alla balcanizzazione tecnologica continuerà nel 2024

×

Iscriviti alla newsletter