Skip to main content

Ho lavorato a Taiwan diversi decenni fa, quando ero in Banca mondiale. Allora a Taiwan, così come a Singapore (dove andavo di frequente e il 90% della cui popolazione è cinese) mi colpì l’operosità e la industriosità delle mie controparti e l’efficienza non solo nel settore privato ma anche nella pubblica amministrazione. Stesse caratteristiche della popolazione della Corea del Sud (dove soggiornai a lungo per impostare la prima linea di credito della Banca mondiale per la scienza e la tecnologia; allora la Corea del Sud aveva un reddito pro capite che era metà di quello dello Zambia). È un’operosità che contraddistingue gran parte della popolazione della Repubblica Popolare Cinese, che considera Taiwan una sua “provincia” e che intende impadronirsene così come ha fatto di Hong Kong e prima di allora di Macao, del Tibet e di parte importante della Mongolia.

Perché dobbiamo difendere Taiwan? Non solo e non tanto per ragioni di strategia militare ma, come spiega, in un saggio recente, Ruchir Sharma, direttore delle strategia globali di Morgan Stanley Investment Management, il futuro della digitalizzazione in Europa e negli Stati Uniti dipende in gran misura dalla provvista di una categoria di microchip che oggi vengono prodotte solo a Taiwan e Corea del Sud. Tra i due Paesi – secondo Sharma – non c’è un duopolio ma una leale concorrenza sui mercati occidentali, anche se – sempre secondo Sharma- Taiwan ha il primato sia tecnologico sia di mercato.

Come hanno fatto i due Paesi a raggiungere questo primato. Dalla fine degli Anni Sessanta del secolo scorso, hanno puntato sull’istruzione e sulla scienza e la tecnologia (ho ricordato il mio lavoro per la prima linea di credito alla Corea per la scienza e tecnologia) in modo, però, divergente. Seul ha spinto la creazione di conglomerati come Samsung e Hyundei e Taipei ha favorito parchi tecnologici di piccole e medie imprese. Ha precorso, sotto molti, punti di vista Silicon Valley.

In una prima fase, negli anni Settanta, ha imitato in gran misura le tecnologie europee per passare, ad esempio, dal tessile alla meccanica leggere. In una seconda fase, negli anni Ottanta, ha sviluppato i parchi tecnologici anche offrendo condizioni di lavoro favorevoli a taiwanesi, per lo più giovani, che lavoravano all’estero perché mettessero i loro cervelli e le loro energie al servizio del Paese. Un rientro importante è stato quello di Morris Chang, che aveva studiato al Massachusetts Institute of Technology ed in pochi anni era asceso ai piani alti della Texas Instruments. Chang ha contribuito ad una organizzazione del settore, tramite aggregazioni e fusioni, sviluppando sia la produzione interna sia quella internazionale. Oggi, ad esempio, con fabbriche in Asia, Europa ed America Latina, la Foxcomm Technology assembla il 40% della elettronica leggera sul mercato mondiale. Di maggior momento, la Taiwan Semicondustor Manufactoring Company (TSMC), creata da Chang, che produce le chips più avanzate; oggi TSMC ha superato Intel e circa due terzi delle chips disponibili al mondo vengono dai suoi impianti. La stessa Apple ha cambiato fornitore: da Samsung a TSMC. Il valore di queste chips è tale che parte delle misure americane per contrastare la Repubblica Popolare Cinese è stata diretta ad impedire infiltrazioni di Huawei in TSMC per carpirne la tecnologia. Pechino ha quindi spinto per accelerare i propri programmi per chips dell’ultima generazione. Ma la distanza è ancora ampia e nel frattempo TSMC ha aperto un grande impianto in Arizona.

Taiwan e le sue chips sono, quindi, al centro di una guerra tecnologica mondiale. L’Italia deve chiarire da che parte sta.

taiwan

Perché alla Cina fa gola Taiwan (e perché dobbiamo difenderla)

Perché dobbiamo difendere Taiwan? Non solo e non tanto per ragioni di strategia militare ma perché il futuro della digitalizzazione in Europa e negli Stati Uniti dipende in gran misura dalla provvista di una categoria di microchip che oggi vengono prodotte solo a Taiwan e Corea del Sud. L’analisi di Giuseppe Pennisi

Giovani e politica: intervista a Giordano Bozzanca di InOltre

I giovani e l'impegno civico. Un rapporto complicato. Una retorica molto diffusa ci dice che di generazione in generazione i giovani hanno iniziato a perdere interesse per le questioni politiche e sociali. Si sono "atomizzati" compressi in centinaia di impegni, tra mondi virtuali, scuola, università. Il sostegno massiccio poi al M5S nel 2018 ha fatto dire a molti che i…

I giovani innovatori incontrano il Presidente del Senato

Si è svolta all'interno della sala della firma della Costituzione Italiana presso Palazzo Giustiniani, l'incontro tra la delegazione dell'ANGI - Associazione Nazionale Giovani Innovatori che ho l'onore di presiedere e la Community manager Loredana Ricci con la Presidente del Senato della Repubblica Maria Elisabetta Alberti Casellati. Un importante incontro in cui l'Associazione ha avuto l'onore e il privilegio di consegnare…

Aerei spia per l'Italia. Ecco i dettagli dagli Stati Uniti

Il dipartimento di Stato americano ha dato il suo via libera alla vendita all’Italia di due Gulfstream G550 attrezzati con avanzati sistemi di sorveglianza e intelligence. Per gli Usa la fornitura avrebbe un valore di 500 milioni di dollari. Lato italiano il programma è stimato in 1,2 miliardi fino al 2032 (75 milioni il prossimo anno)

Ecco come l’Ue prova a costruirsi un cyber-scudo

Multe salate ai manager delle aziende strategiche che violano i requisiti di sicurezza e una rete di centri operativi cyber. Ecco perché c’è anche un po’ d’Italia nella proposta di nuova strategia per la difesa delle reti presentata oggi dalla Commissione europea

Caro Conte, patti chiari governo lungo. Parla Rosato (IV)

Il presidente di Italia Viva mostra i paletti al presidente Conte per andare avanti. Serve collegialità, dal Recovery alla gestione degli 007. Altrimenti le dimissioni dei nostri ministri “sono un’ipotesi concreta”

Gaia X, se il Cloud europeo parla anche agli Usa. Scrive Darnis

Lo sviluppo di capacità autonome europee nel mondo digitale con il cloud europeo Gaia X non elimina la possibilità di rinnovare l’Alleanza atlantica tenendo conto della complementarità tecnologica fra Europa e Stati Uniti. L’analisi di Jean-Pierre Darnis, consigliere scientifico dell’Istituto affari internazionali

Libia, la Banca centrale unifica il tasso ma i negoziati...

Riunificato il tasso di cambio dinaro/dollaro. Svolta della Banca centrale che insieme all’aumento delle produzioni petrolifere dovrebbe garantire il miglioramento delle condizioni economiche ai libici. Ma i negoziati sono in stallo, tra interessi personali dei futuri protagonisti politici e interferenze dall’esterno

Italia spiata? Ora servono scelte chiare. Scrive Borghi (Copasir)

Enrico Borghi, deputato del Pd e membro del Copasir, spiega perché non devono stupire le infiltrazioni cinesi in Italia, tornata a essere un limes. Ma ora, scrive, dobbiamo assumere le necessarie contromisure sulla base di una precisa scelta di campo

Contenere la Cina. L’agenda del prossimo G7 (allargato)

Il governo britannico ha invitato Australia, Corea del Sud e India al prossimo G7 con l’intento di dare vita a un’alleanza tra democrazie per contenere la Cina. Grande attesa per Biden

×

Iscriviti alla newsletter