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Ormai vi è una sequela di archiviazioni delle accuse nei confronti di Pierluigi Boschi (e di altri membri del CdA di Banca Etruria). La figlia Maria Elena – capogruppo di Italia Viva alla Camera e già ministro per le riforme nel Governo Renzi – ha commentato le decisioni dei giudici chiedendosi “dove sono coloro che in questi anni ci hanno insultato, offeso, minacciato” e ricordando a noi tutti “che non può essere un giornalista o un procuratore a emettere una sentenza, ma ci vuole un giudice”.

Nelle stesse ore in cui Maria Elena Boschi festeggiava “un giorno bello” a conferma che “la verità è più forte del fango”, Vito Crimi, reggente del M5S, aggiustava il tiro sul caso Bibbiano, ammettendo che “forse abbiamo esagerato a generalizzare fatti specifici attribuendoli a tutto il Pd”. In sostanza, il Pd che, come ha convenuto il voto del popolino degli iscritti sulla Piattaforma Rousseau, potrebbe diventare un alleato strategico, non è più il “partito di Bibbiano” ovvero quella forza politica che – secondo Giggino Di Maio – in Emilia Romagna toglieva alle famiglie i bambini con l’elettrochoc per venderseli”.  Crimi si è spinto fino a riconoscere che quell’attitudine era un fenomeno locale che non coinvolgeva tutto il partito. Così, se una volta si diceva che i comunisti mangiano i bambini oggi si ammette che a mercanteggiare sulla loro pelle sono soltanto alcuni ex. Del resto, che dire? Zingaretti è uno che si accontenta; e la marcia indietro del M5S è sempre meglio della faccia di bronzo di Salvini e soci. Un anno fa, dopo che si era intrappolato da solo e aveva fiutato l’aria di una possibile alleanza tra Pd e M5S , il Capitano se ne andava in giro accusando l’ex alleato di formare un governo con il partito della Boschi e di Bibbiano.

Sulla condotta dei servizi sociali di quel Comune Salvini aveva condotto la campagna per le elezioni regionali in Emilia Romagna, mentre la sua candidata Lucia Borgonzoni esibiva, in Aula, una maglietta con una scritta in cui erano riassunte le accuse. Ma non è un segreto che il M5S e la Lega abbiano introdotto nel dibattito politico l’insulto, la menzogna e la strumentalizzazione. E non abbiano mai smesso, soprattutto da parte della Lega. Consideriamo per un attimo la miscela maleodorante che Salvini sta propinando agli italiani sul binomio ripresa degli sbarchi/emergenza sanitaria. Alcune settimane fa sono è intervenuto ad un convegno di “terrapiattisti del covid” promosso da Vittorio Sgarbi in cui ha sostenuto che l’emergenza era finita e che il governo “importava” migranti per tenere  accesa la fiammella del panico onde avere buon gioco per ottenere una proroga dello stato d’emergenza. Il Capitano  presentava questo orientamento dell’esecutivo come un attentato alle libertà (mentre quando – durante il lockdown – ce le avevano tolte proprio tutte, persino le più elementari mai negate neppure da Stalin, Salvini se ne era rimasto zitto). A suo avviso, “lo nero periglio vien da lo mare”: invece che le discoteche sarebbe necessario chiudere i porti (o predisporre, come chiede Giorgia Meloni, un blocco navale, senza tener conto del fatto che queste operazioni militari sembrano organizzate apposta per essere eluse).

Ma torniamo ad Arezzo e a Bibbiano. Sul caso di Banca Etruria (un istituto di credito che raccoglieva meno dello 0,2% del risparmio) si sono scatenati i giornali, le tv, si sono scritti libri di successo, anche da parte di grandi firme e non dei soliti scalzacani. Su questo come su altri casi è stata predisposta alla fine della passata legislatura la pagliacciata di una commissione d’inchiesta, mantenuta all’interno di binari corretti dall’abilità e dall’autorevolezza del presidente Pier Ferdinando Casini. Durante i lavori di questa commissione il tema più approfondito ha riguardato l’esistenza o meno (e i contenuti) di una telefonata tra la Boschi e un noto banchiere. Tutte le personalità audite, in proposito, precisarono che loro alle richieste di Maria Elena hanno risposto gentilmente di no (come dice il proverbio: chiedere è lecito, rispondere è cortesia). In sostanza, l’ex ministro(a) veniva accusata di un conflitto di interessi che ….. non aveva interessato a nessuno.

Del resto, se a Maria Elena Boschi è stato consentito  di impicciarsi per  un paio di anni della Costituzione di tutti gli italiani, che senso aveva meravigliarsi se, nel frattempo, aveva tenuto d’occhio anche la banca della sua città? Su Bibbiano, i media hanno esagerato. Inchieste a non finire, interviste ai famigliari a cui i servizi sociali avevano sottratto i figli o i nipoti. Addirittura abbiamo visto ore di sceneggiatura di un dialogo tra lo psicologo e il minore per accertare se fosse stato sottoposto a violenze (anche di natura sessuale) in famiglia (dove tali episodi si verificano in larga prevalenza). Si è trattato di un’eccessiva invadenza, sono stati commessi errori, abusi, valutazioni errate? A parte il fatto che le situazioni critiche sono state sistemate con provvedimenti successivi, è appena il caso di dire che, a fare luce, ci penseranno i giudici (non i giornalisti, né i procuratori, né i politicanti). Io però non riesco a non pormi una domanda e a darmi anche una risposta: se il piccolo Gioele, lasciato in balia di una madre malata, o il piccolissimo Evan, massacrato di botte in famiglia a 21 mesi, fossero nati e vissuti a Bibbiano, oggi sarebbero ancora vivi, perché sottratti, in tempo, alle famiglie. Il disagio della madre e le violenza sul bambino erano note alle Autorità, perché certificate da un medico, nel primo caso e segnalate, nel secondo, da esposti del padre naturale. Perché non si fanno dei servizi tv e delle indagini giudiziarie su quelle omissioni? Perché non vengono svolte inchieste, in Sicilia, su di un fenomeno di randagismo (indegno di un Paese civile) che è divenuto più pericoloso della presenza degli orsi in Trentino Alto Adige?

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