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L’Ocse che taglia il nostro a Pil 2020 allo 0,0%, lo spread che sfonda il muro dei 180 punti base e il coronavirus che manda in malora interi pezzi della nostra economia. E pensare che il 2020 si era aperto con una prospettiva di un’economia globale in stabilizzazione e la fiducia in ripresa grazie soprattutto alla distensione commerciale tra Cina e Stati Uniti. Cartoline, appunto, che sembrano oggi lontane una vita. Eppure, in mezzo al buio, si può trovare una via d’uscita e trovare l’interruttore della luce dice a Formiche.net, Giuseppe Di Taranto, economista e docente di Storia dell’economia e dell’impresa alla Luiss. Ecco come.

Professore, oggi l’Ocse ha tagliato il nostro Pil, portandolo a crescita zero nel 2020. Colpa o meno del coronavirus, peggio di così…

Piano, andiamoci piano. Ci sono stime ancora più negative che danno la crescita italiana nel 2020 a -1%. Attenzione però, qualunque stima fatta in questo momento rischia di essere azzardata. Tutto dipenderà dalla diffusione del virus e dalla sua intensità, non è il momento di essere troppo pessimisti, anche alla luce dei dati Ocse. Aspettiamo e vediamo che cosa succederà, anche perché sono convinto di una cosa. Si sta molto sopravvalutando l’aspetto epidemologico mentre si sta sottovalutando quello economico.

Cioè i danni alla nostra economia saranno peggio di quello che qualcuno pensa?

I danni alla nostra economia saranno importanti. Si pensi solo al turismo, che è stato distrutto da questa emergenza e che oggi rappresenta il 5% del nostro Pil. Significa il 5% in meno di ricchezza nella nostra economia. Sono certo che i danni saranno forti. Pensiamo solo al metalmeccanico, che è il 47% della nostra manifattura. Ma ripeto, fare delle previsioni adesso mi sembra fuori posto.

Il governo si è mosso. Quasi 4 miliardi per il sostegno alle imprese e ai territori, da finanziare in deficit. Un’aspirina per un malato grave o qualcosa di più?

No, mi dispiace, è la solita aspirina. E le dico perché. I provvedimenti messi in atto dal governo sono insufficienti, non dico cattivi, ma insufficienti. Inutile sospendere i mutui nel momento in cui noi ricreiamo il reddito perduto. Il valore, il fatturato, la ricchezza perduta con il virus è perduta, per sempre. A cosa serve rinviare tasse e mutui se non ho la ricchezza con cui pagarli? Le tasse si pagano sul reddito, ma se il reddito non c’è che cosa pago? Inutile rinviare. E poi, diciamolo, da tempo diciamo di voler cambiare il patto di Stabilità, che si basa su un parametro, quello del 3%, inventato.

Inventato?

Sì, inventato. Da tempo molti studiosi internazionali chiamo il 3% come il numero magico. Questa austerità, mascherata dietro il mito del 3% ci è costata tanto e ha influito molto sul deterioramento del nostro settore sanitario. Per colpa del rigore noi abbiamo dovuto fronteggiare tagli pesanti. Per questo dico che la flessibilità non deve essere una concessione,  ma un diritto. La flessibilità ci spetta e non dello 0,1%, che non ci serve a nulla, ma molto molto di più. Le conseguenze economiche del coronavirus saranno devastanti e per questo ci serve un piano di investimenti pubblici e privati, che certamente non può essere finanziato con una flessibilità risicata, che farebbe comodo solo ai Paesi del Nord Europa.

Di Taranto noi abbiamo un debito mostruoso. Sicuro che ci daranno la flessibilità che vogliamo?

Mettiamo un punto: il nostro debito non è pericoloso e nemmeno tossico. Abbiamo una ricchezza privata che è due volte e mezzo il nostro debito, il 67% delle famiglie italiane possiede una casa di proprietà. Lo sa che il nostro debito ha superato il 100% del Pil dagli anni 70? E cosa è successo di così grave? Ricordiamoci che nel 2012 il rapporto tra debito tedesco e Pil era superiore a quello nostro e l’85% del debito tedesco è in mano a investitori stranieri mentre quello italiano è in mano alle banche e agli stessi italiani. Lo sa cosa significa? Che qualora si raggiungesse un punto critico, con tensioni sui mercati, la Germania avrebbe seri problemi con gli investitori stranieri. E allora di cosa stiamo parlando?

Insomma, volente o nolente l’Europa ci deve dare quello che ci spetta. E non mancette. Meno male che il commissario Gentiloni tifa per noi…

Sì. Ci servono investimenti robusti e con una flessibilità minima non ci facciamo nulla. O l’Europa ci dà maggiore flessibilità, e quando dico maggiore non parlo di zerovirgola, o ce la prenderemo perché non possiamo pensare di andare ulteriormente in crisi a causa dei vincoli europei.

Non dimentichiamoci i mercati che ci prestano 400 miliardi all’anno. Se il nostro Pil va troppo giù si fideranno ancora di noi? Lo spread è ormai oltre i 180 punti…

Assolutamente. Ma non trova incredibile che la Bce non faccia nulla? Noi abbiamo bisogno di liquidità, con i mercati che per prestarci denaro chiedono un prezzo più alto, facendo salire lo spread e con Bruxelles che ci dà filo da torcere per qualche zerovirgola di flessibilità. Ma mi chiedo che senso abbia il progetto europeo se non si è solidali quando un Paese membro è in difficoltà. Allora tanto varrebbe ammettere il fallimento di tale progetto…

Non le ho chiesto una cosa: la psicosi cui assistiamo in questi giorni è giustificata?

No. Dal punto di vista epidemologico questa emergenza è sopravalutata.

L'Ocse? Da prendere con le molle. Ora Bruxelles ci faccia investire. Parla Di Taranto

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