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Joe Biden getta la spugna. Il presidente degli Usa si è ufficialmente ritirato dalla corsa per la Casa Bianca, lanciando la candidatura della sua vice Kamala Harris. A questo punto si apre una partita che è tutt’altro che banale, anche per l’Europa. Gli assetti del Vecchio Continente si sono definiti con il voto per la conferma di Ursula von der Leyen alla Commissione. La decisione di Giorgia Meloni, che ha scelto di non appoggiarla, ha creato inevitabili perplessità a partire dagli esponenti di centrosinistra. Fra chi stigmatizza il “tira e molla” di Meloni c’è la vicepresidente del Parlamento Europeo, in quota Pd, Pina Picierno.

Picierno, partiamo dalle buone notizie. Si aspettava questa conferma alla vicepresidenza del Parlamento europeo?

Nel corso della scorsa legislatura ho lavorato con dedizione e impegno affinché il Parlamento europeo fosse presente nel Mezzogiorno e smettesse di essere un’istituzione burocratica e distante dalla vita dei cittadini. Questa conferma è frutto di quel lavoro e della volontà della mia comunità politica. È un onore e una responsabilità anche maggiore rispetto al passato perché le sfide che abbiamo davanti sono ancora più complesse.

Come si presenta il gruppo del Pd – nella famiglia del Pse – in questa legislatura?

Siamo la delegazione più numerosa e ricca di profili autorevoli che hanno lavorato benissimo in passato nelle amministrazioni locali raccogliendo un consenso straordinario. Una delegazione che è arricchita anche da personalità della società civile. Ritengo che faremo bene facendo tesoro delle differenze che sono presenti al nostro interno.

Al di là dell’esito sulla votazione della presidenza della Commissione, quale è il suo giudizio su come sono state condotte le trattative in Ue?

La presidente della Commissione Ursula von der Leyen ha intrapreso un metodo di lavoro molto lineare e rigoroso: è partita da quello che è stato fatto nella scorsa legislatura e ha inteso la sua presenza come proseguimento di quelle linee programmatiche. Ritengo che molte delle richieste di noi democratici e progressisti siano state accolte e che su alcuni dossier sarà necessario continuare il confronto. La presenza dei Verdi ad esempio è una garanzia di solidità rispetto alle spinte sovraniste nel Parlamento europeo.

Che ruolo dovrà giocare l’Italia nell’agenda europea anche sulla base dell’incarico che otterrà?

L’Italia non è solo il suo governo. Siamo un Paese fondatore e credo che dopo questo esito infausto e confusionario che Giorgia Meloni ha ottenuto con un tira e molla poco chiaro ci sia una credibilità da recuperare. Il ruolo dipenderà non solo dall’incarico ma anche dal modo con cui il futuro commissario si rapporterà con il resto della Commissione. C’è una “tendenza Orbán” in alcuni settori della destra italiana che preoccupa.

Lo scenario internazionale impone all’Europa un’accelerazione sui temi strategici – difesa comune e politica estera – e una grande coesione. La maggioranza sarà all’altezza di queste sfide?

Lo scenario internazionale impone un salto di qualità in materia di integrazione anche e soprattutto sulla difesa. La lezione ucraina deve restare impressa. Nel complesso non è pensabile la sicurezza dell’Ue al di fuori del contesto Nato, non è pensabile il futuro ruolo della Nato senza un apporto più incisivo della Ue, in termini strategici, operativi, finanziari. Sono convinta che questo principio sarà uno dei pilastri della prossima maggioranza.

Trump, dall’altra parte dell’Oceano, vola nei sondaggi e si appresta probabilmente a tornare alla Casa Bianca. Come potrà incidere questo risultato sugli equilibri europei qualora si concretizzasse?

Nulla è ancora scritto, credo che la tenuta europea delle forze europeiste sia un messaggio anche agli Stati Uniti.
Dobbiamo essere pronti senza indugi a rafforzare la nostra politica estera comune. Davanti agli incidenti della storia occorre tirar fuori la nostra parte migliore.

Evitare la tendenza Orban. La tenuta degli europeisti è un messaggio agli Usa. Parla Picierno

Lo scenario internazionale impone un salto di qualità in materia di integrazione anche e soprattutto sulla difesa. La lezione ucraina deve restare impressa. Dopo questo esito infausto che Meloni ha ottenuto con un tira e molla poco chiaro c’è una credibilità da recuperare. Trump? Non è tutto scritto. Colloquio con la vicepresidente del Parlamento europeo, Pina Picierno

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