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La strana coppia fa sul serio. Dopo la presentazione in Senato a ottobre, Vittorio Sgarbi e Giulio Tremonti si sono ritrovati ieri pomeriggio sul palco dell’Auditorium di via della Conciliazione per la prima conferenza programmatica del movimento “Rinascimento”.

Due personaggi diversi, accomunati dalla passione per la cultura, come evoca il nome scelto per il movimento: “Rinascimento”. “E’ la massima espressione che ci sia mai stata nell’umanità, la nostra è una proposta alta, provocatoria, semplice, vogliamo restituire dignità di pensiero all’azione politica – ha spiegato Sgarbi – A differenza di quelli di altri partiti, è un nome che ha un significato chiaro, preciso, l’Italia è Leonardo, non la mafia”.

(SGARBI E TREMONTI VISTI DA PIZZI)

Giacca e cravatta, in piedi sul palco davanti al microfono, quello del critico d’arte è un intervento fiume, si parte da Tangentopoli colpevole di aver spazzato via i partiti tradizionali, “fondati da uomini di cultura, come Sturzo, Benedetto Croce e Gramsci”. Concetti quelli legati a merito, competenza e capacità che tornano più volte nel corso della conferenza perché per Sgarbi “cultura e politica e coincidono e la politica va ripulita con la cultura”. Ecco spiegata la scelta di Tremonti: “Non è il più simpatico del mondo ma è stato uno dei migliori ministri dell’Economia e soprattutto è una persona competente, questo è fondamentale”.

Nel mirino del critico finiscono in tanti, da Grillo “che fa un partito e non si candida e quando conosce gli eletti li caccia” al candidato leader del M5S Di Maio (“in confronto a lui Bossi era uno statista”), da Di Pietro a Renzi, “il cui declino è iniziato quando ha attaccato la Costituzione e affidato il compito di cambiarla alla Boschi”.

(SGARBI E TREMONTI VISTI DA PIZZI)

Tra i nemici, un posto di primo piano spetta alla magistratura “fascista” che umilia lo Stato. Il critico d’arte cita il caso di Berlusconi: “Se pago 500 milioni di euro l’anno e sono il più grande contribuente italiano devo essere ringraziato. Se poi evado 5 milioni basta una multa. Siamo di fronte a uno stato minaccioso che ridicolizza un premier portandolo ai servizi sociali con gli anziani o arriva a un Andreotti mafioso”. Cultura e bellezza i valori cardine e i settori su cui investire per avere un ritorno economico “come hanno fatto con la Costa Smeralda, Capri e Ravello”.

Prossimo appuntamento il 16 dicembre a Firenze ma l’obiettivo è già fissato: il 5% alle prossime elezioni perché “gli italiani conoscendo la mia passione per il patrimonio e i progetti di Tremonti ci daranno fiducia”. L’ex ministro del governo Berlusconi ha tratteggiato i punti essenziali del programma: “Innanzitutto sovranità perché non contiamo più niente, dal 2011 c’è una totale sottomissione economica all’Ue e una continua espoliazione, ci hanno lasciato in mutande”. Frecciate anche alla classe politica passata “nel 2011 nel giro di due mesi siamo arrivati al Salva Italia” e presente per “i comportamenti demenziali sulle migrazioni e l’accoglienza”.

Sul palco anche il senatore Paolo Naccarato, coordinatore politico nazionale del neonato movimento e storico collaboratore di Cossiga e Carlo Vulpio, giornalista che condivide con Sgarbi una delle sue storiche battaglie: l’abolizione delle pale eoliche che deturpano il paesaggio.

(SGARBI E TREMONTI VISTI DA PIZZI)

Il Rinascimento di Vittorio Sgarbi e Giulio Tremonti

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