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Sono ore cruciali nello scacchiere mediorientale, fronte Gaza, tra chi come l’Egitto si sfila dalla coalizione pro Israele e la possibile nuova ondata di attacchi da parte dell’Iran e dei suoi alleati, dopo l’uccisione dei leader di Hamas e Hezbollah. Mentre cinque militari statunitensi sono rimasti feriti nell’attacco alla base Usa in Iraq, ecco che i riflessi nel Mediterraneo orientale delle tensioni belliche si focalizzano essenzialmente sui due Paesi “occidentali” di prossimità: Cipro e Grecia, che tra le altre cose hanno anche un peso specifico preciso alla voce energia. Cosa rischiano i presidi occidentali nel Mediterraneo orientale, come Cipro, nella visione di Hamas? Davvero come ritorsione ci potrebbero essere tentativi di attacchi alle basi inglesi sull’isola?

Qui Cipro

Punto di partenza le pubbliche riflessioni fatte da Ilan Mizrahi, già numero due del Mossad, ed ex consigliere per la sicurezza nazionale di Israele, secondo cui Hezbollah potrebbe colpire obiettivi israeliani o ebrei a Cipro. “Spero che agiranno in un quadro di logica e non faranno questo nei confronti di un paese terzo, che non possono incolpare semplicemente a causa di un atto di guerra israeliano. Spero per il loro bene che non lo facciano e in effetti non penso che agiranno contro le strutture cipriote”.

Ma perché Cipro è un potenziale bersaglio? Sull’isola è attiva la base Raf di Akrotiri, da dove il governo del Regno Unito ha confermato l’atterraggio di aerei statunitensi coinvolti nel monitoraggio della situazione a Gaza. L’aeronautica militare statunitense avrebbe utilizzato circa 18 C-295 e CN-235 per volare fino a Tel Aviv. Inoltre come confermato da Andrey Klintsevich in un’intervista con “Tsargrad”, la Russia potrebbe potenzialmente lanciare un attacco dalla Siria, prendendo di mira una base militare britannica a Cipro. La strategica posizione dell’isola nel complesso quadro energetico mediterraneo, accanto al fatto che il Paese è membro dell’Ue, ma da sempre è stato luogo di incontro/scontro fra interessi diversificati, risultano fattori determinanti.

Qui Turchia

In un puzzle così complesso la posizione turca non è secondaria, dal momento che è stato lo stesso ministro degli Esteri di Ankara, Hakan Fidan, a incendiare gli animi affermando pubblicamente che Nicosia sta assistendo Israele e i suoi alleati occidentali fungendo da base per le loro operazioni. “Vediamo costantemente che l’amministrazione greco-cipriota di Cipro del Sud è una base per alcuni paesi nelle operazioni che prendono di mira Gaza. Quando abbiamo portato questo all’ordine del giorno, le nostre controparti europee l’hanno improvvisamente dichiarata una base logistica”.

Secondo il ministro degli Esteri, etichettare Cipro come “hub logistico” per via del ponte umanitario verso Gaza era solo un tentativo di mascherare le operazioni militari. Per cui il presunto coinvolgimento di Cipro l’ha resa un potenziale bersaglio di Hezbollah, con il suo leader, Hassan Nasrallah, che più volte ha minacciato Nicosia: “Non consenta a Israele e ai suoi alleati occidentali di usare il suo territorio per colpire il Libano”.

Qui Grecia

Anche sotto questo aspetto va letta la strategia americana in atto in Grecia, con l’accordo militare che prevede l’utilizzo di quattro basi su suolo ellenico, compresa quella di Larissa, dove è stata recentemente confermata per altri 12 mesi la presenza dei droni MQ-9 presso la base aerea. Da cinque anni i droni statunitensi sono stati di stanza a Larissa in modo permanente, a causa della consapevolezza americana dell’importanza che gli Stati Uniti attribuiscono a una base in Grecia per missioni di alta sorveglianza, che spaziano da Gibilterra al Mar Nero, dal momento che gli Uav hanno una autonomia di 1.850 chilometri.

A ciò si aggiunga il fatto che la Difesa di Atene ha acquistato 24 caccia Rafale dalla Francia e si prepara a ricevere 20 F-35 entro il 2030, potenziando in questo modo anche il “fronte Nato” che si affaccia sul Medio Oriente e sulla sponda sud-est dell’Ue.

Scenari

Ecco che si torna al punto di partenza, rappresentato dalla riflessione dell’ex vicedirettore del Mossad, secondo cui è di tutta evidenza che moltissimi sono i turisti presenti in queste settimane a Cipro e in Grecia, per cui le autorità locali dovrebbero aumentare il livello di sicurezza, ovvero controllare in maniera più stringente tutti gli stranieri che entrano in Grecia. Inoltre il governo greco è pienamente consapevole secondo Mizrahi che potrebbero esserci ritorsioni da parte di Hezbollah o degli iraniani: “Spero che i responsabili sappiano come comportarsi e cosa fare in caso di necessità. Personalmente suggerirei di proteggere ancora di più l’ambasciata israeliana e i centri religiosi israeliani”.

Cipro e Grecia. Tutti i rischi delle ritorsioni di Hezbollah e Hamas

Cosa rischiano i presidi occidentali nel Mediterraneo orientale, come Cipro, nella visione di Hezbollah e Hamas? Davvero come ritorsione ci potrebbero essere tentativi di attacchi alle basi inglesi sull’isola? La sua posizione strategica nel complesso quadro energetico-mediterraneo risulta fattore determinante

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