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Steve Bannon, già chief strategist del presidente Trump, nelle ultime ore è intervenuto a più riprese nel dibattito politico americano con una serie di dichiarazioni che hanno infuocato gli animi e inasprito le posizioni all’interno del partito repubblicano tra coloro che sosengono il presidente Trump e coloro che guardano criticamente alla nuova amministrazione. In particolare, nel corso della convention autunnale dei repubblicani ad Anaheim (California) lo scorso 21 ottobre, Bannon ha lanciato una vera e propria dichiarazione di guerra indirizzata a quella parte dell’establishment ancora fortemente restia al trumpismo. Rivolgendosi all’ex presidente George W. Bush e al suo recente attacco a Trump, Bannon ha affermato: “Con il suo intervento, Bush si è messo in imbarazzo da solo… non c’è mai stata una presidenza più distruttiva della sua”. E ancora: “È chiaro che non sapeva di cosa stesse parlando”, alludendo al fatto che Bush avesse letto un discorso scritto per lui senza comprenderne i contenuti.

Nel corso di un successivo intervento alla convention, con riferimento alla stampa l’ex capo delle strategie alla Casa Bianca ha affermato: “Tutto quello che vedete sulla Tv via cavo, tutto quello che viene trasmesso, è sempre in opposizione… è il buon partito dell’opposizione serale… Nessuno dovrebbe dire che la Cnn fa pena… ma l’obiettivo dei media è troppo spesso quello di deviare l’attenzione da ciò che sta succedendo”.

Riferendosi alle voci secondo cui Trump baserebbe il proprio governo sulla tecnica del “divide et impera”, Bannon ha affermato: “È vero che i nazionalisti non vanno d’accordo con i liberali e i liberali non sono d’accordo con i conservatori… Spesso abbiamo opinioni assai diverse in tema di politica estera… ma siamo d’accordo su una serie di cose che combiniamo insieme. Dobbiamo unirci, non solo per la campagna elettorale ma nel governo, per comprendere che dobbiamo mettere da parte alcune differenze e ottenere risultati concreti… non ci sono più scuse. Odio le persone che piagniucolano. Spesso tutto quello che sento è lamento e nient’altro… E questo non possiamo più farlo. Abbiamo la House, abbiamo il Senato, abbiamo la presidenza e abbiamo il ramo esecutivo del governo. Stiamo per ottenere la Corte Suprema e stiamo per riprendere il sistema giudiziario”.

Seguendo una linea di pensiero da sempre avversa all’establishment, Bannon si è anche scagliato contro “le lobby di Washington”, rimarcandone la distanza dai bisogni reali e dalle aspettative dei cittadini americani. Intervenendo ad un’iniziativa di fundraising organizzata in Arizona da Kelli Ward, Bannon ha affermato: “Solo con grandi persone come il presidente Trump riusciremo a sconfiggere la miopia delle lobby e delle corporazioni che alimentano la vita politica a Washington”. Si è poi scagliato duramente contro il senatore repubblicano Mitch McConnell, che – insieme ad altri colleghi – attaccherebbe “quotidianamente” Trump, mettendo in difficoltà la presidenza. Bannon ha affermato: “Se solo vedeste il modo in cui prendono di mira il nostro presidente, il modo in cui lo offendono e lo deridono… proprio così! Sto parlando di Mitch McConnell, un senatore repubblicano! È accettabile che il nostro comandante in capo sia attaccato dalla sua stessa squadra? Cosa possiamo fare contro tutto ciò? Una rivolta… dall’Alabama all’Arizona!”.

Le dichiarazioni susseguitesi in più occasioni e da diverse platee evidenziano non solo la volontà di Bannon di rientrare in partita dopo le incomprensioni succedute alla sua uscita dalla Casa Bianca ma acutizzano le divisioni interne al partito repubblicano e gli scontri che pesano già da ora sulle importanti scelte in materia finanziaria e in politica estera che dovranno essere fatte prima della fine dell’anno. Tra queste si guarda già da ora con grande interesse alle nomine per la Fed.

Steve Bannon

Tutte le ultime trumpate di Bannon

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