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Il National Intelligence Service (Nis) sudcoreano ha tenuto nei giorni passati un’audizione a porte chiuse con i parlamentari a Seul, per informarli che dai dati raccolti si può pensare che la Corea del Nord sia in procinto di compiere un altro test nucleare. Se ne parla da molto, ma più che altro come analisi logico-teorica: seguendo la successione degli ultimi test potremmo essere arrivati al punto che un’altra prova può rendersi necessaria per valutare i progressi acquisiti dal programma atomico di Pyongyang.

I RUMORS

Adesso però i servizi segreti sudcoreani sono in possesso di dati oggettivi: un parlamentare del Partito Democratico (DP), quello di governo, ha spiegato che il Nis sa che i Tunnel 2 e 3 del sito nucleare di Punggye-ri sono stati allestiti in forma definitiva per ospitare il test. Ci sono osservazioni aree, ma anche misure sulle vibrazioni sotterranee ottenute tramite speciali geofoni. Un ufficiale nordcoreano ha invece detto alla CNN che gli Stati Uniti avranno “una dura punizione” per aver condotto Ulchi Freedom Guardian 2017, le esercitazioni congiunte annuali con Seul (sono iniziate il 21 agosto, finiranno il 31). È noto che questi war-game innervosiscono Pyongyang.

GLI ULTIMI SPARI

Sabato 26 agosto, i nordcoreani, proprio in risposta a queste manovre militari – ritenute una provocazione da Pyongyang –, hanno lanciato tre missili a corto raggio (probabilmente Scud) in mare. Venerdì, i media del regime hanno invece diffuso diverse immagini di un’esercitazione dei commandos marini, eseguita sotto la diretta supervisione del leader Kim Jong-un. Mentre giovedì il segretario di Stato americano Rex Tillerson aveva parlato di segnali positivi avuti dal Nord e in quegli stessi giorni il presidente Donald Trump diceva che ora Kim sta “imparando a rispettarci”.

Foto via Guido Olimpio

L’ANALISI SUL COMBUSTIBILE

Eventuali test nucleari di Pyongyang sono importanti per capire se, come ultimamente è stato annunciato, il Nord ha effettivamente acquisito la capacità di miniaturizzare una testata e renderla trasportabile da un missile intercontinentale. Allo stesso tempo, però, un altro argomento su cui gli esperti si focalizzano è il combustibile di viaggio dei missili. Venerdì, l’esperto missilistico dell’International Institute for Strategic Studies Michael Elleman, ha scritto un’analisi per l’affidabilissimo North 38 (sito che segue costantemente dagli Stati Uniti le mosse del regime nordcoreano). Elleman ha fatto il punto su uno degli aspetti chiave della minaccia missilistica del Nord: la capacità di produrre combustibile solido per alimentare i missili. Secondo l’analista, Pyongyang non sarà in grado ottenerlo prima di una decina di anni.

La Corea del Nord è un regime autoritario e chiuso. I suoi meccanismi interni sono oscuri e non sono possibili valutazioni reali sui suoi progressi militari. Gran parte dell’analisi di Elleman è speculativa, e si basa su una foto di Kim diffusa dalla propaganda di Pyongyang in cui il leader si troverebbe davanti alla cella di contenimento di un combustibile solido in studio all’Istituto per i materiali chimici del dipartimento della Difesa. Elleman nei giorni scorsi aveva anche esposto sul New York Times un’altra teoria che riguarda forme di combustibile, ma liquide, che il Nord potrebbe aver ottenuto clandestinamente da una fabbrica ucraina Yuzhmash, che si trova nella città di Dnipro, vicino alle aree coinvolte nella guerra separatista.

UN NUOVO MISSILE?

La Yuzhmash era specializzata in combustibili per missili per le forze sovietiche: Elleman dice che i grossi progressi visti dagli ultimi ICBM testati è possibile che, più che a nuove capacità acquisite dai tecnici del Nord, siano collegaei a qualche approvvigionamento illegale. In un’altra immagine diffusa dalla Kcna, l’agenzia stampa statale nordcoreana, Kim è ripreso davanti ai diagrammi di quello che gli esperti considerano essere un nuovo missile: il Puguksong-3, che per Elleman potrebbe essere la versione avanzata del Puguksong, in studio per inglobare combustibile solido.

Elaborazione foto: CNN

I missili di questo genere sono più rapidi in termini di preparazione al lancio e le loro piattaforme sono più difficile da individuare perché non richiedono i passaggi dell’approvvigionamento prima di essere sparati. Tutti i nuovi missili balistici americani e russi sono a combustibile solido. Se Kim riuscisse a ottenere questo tipo di alimentazione per i missili, sarebbe, ovviamente, un ulteriore passo in avanti.

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