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Caro direttore,

in questa fase convulsa di fine legislatura, siamo impegnati tutti a seguire i dibattiti sull’economia che ruotano attorno alla crescita del Pil (finalmente!), alla approvanda legge di bilancio, alla situazione delle banche, alla ristrutturazione di aziende e comparti (reti e tlc in modo particolare). Con tante questioni aperte, è facile perdersi nella quotidianità dell’agenda dell’informazione e non cogliere i dati salienti anche per il futuro più prossimo. In un contesto di campagna elettorale in cui tutti sembrano voler fare a gara nel proporre una significativa riduzione fiscale (senza troppe distinzioni fra le diverse forze in campo), vi è un tema che è tanto rilevante quanto sottovalutato. Parliamo del concetto, nient’affatto astratto, dell’interesse nazionale.

A sottolinearle la centralità è stato, ancora una volta, il ministro dello Sviluppo economico. In un tweet a margine dell’appuntamento “Economia Come” voluto all’Auditorium romano da Aurelio Regina, Carlo Calenda ha scritto: “L’interesse nazionale si declina in base ai settori in cui opera ed in campo economico coincide con il concetto di liberalismo pragmatico: attrarre investimenti esteri che producono sviluppo ma fermare e regolamentare quelli predatori”. Il titolare del dicastero di via Veneto più volte è intervenuto nei confronti delle iniziative di Oltralpe (predatorie?) e in particolare sulla vicenda Vivendi-Mediaset-Telecom. La sua è stata ed è una posizione molto forte che gli ha attratto nuove simpatie ma anche critiche.

Dal versante liberale infatti è stato Alessandro De Nicola a replicare a Calenda chiedendo, con evidente scetticismo, come fare a declinare l’interesse nazionale. Il ministro ha quindi fatto riferimento al “buon senso trasferito in regole trasparenti vedi antiscorrerie o nuova golden power. Idea che si può giudicare tutto tranne il mercato è liberalismo ideologico che danneggia i liberali, e il mercato”. Su twitter il dibattito è proseguito e se De Nicola si interroga sui mezzi e sui fini dello Stato è Calenda ad intervenire per ultimo: “Ma i mezzi servono proprio a questo a tutelare interesse nazionale rispetto ai fini predatori o meno. Poi come sempre detto 99/100 interesse nazionale = + invest esteri”.

Il dialogo sul social media finisce qui. Almeno per ora. Quello che sarebbe interessante sapere è cosa ne pensano il Pd, Forza Italia, il Movimento 5 Stelle e tutte le altre formazioni che chiederanno il voto agli italiani. Sarebbe di interesse nazionale sapere cosa chi ci vorrebbe governare pensa dell’interesse nazionale. E’ assai improbabile che questo tema possa animare il dibattito elettorale ma questo non esenta i partiti dall’esprimersi. Senza troppo fiducia, continuiamo a sperare che il sasso lanciato da Calenda non affondi nello stagno della politica italiana.

Cordialmente,
Giacomo Pugliese

Isiamed

L'interesse nazionale, Calenda e la campagna elettorale

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