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Un salone elettrizzante in senso letterale. Dal 27 ottobre (con preview per la stampa il 25) al 5 novembre, il 45esimo Motor Show di Tokyo racconta una storia che ormai si ascolta sempre più spesso, quella di un mondo prossimo in cui i veicoli dovranno inquinare sempre meno. Meglio se per nulla, con una mobilità a zero emissioni che oggi possono dare solo prodotti a batteria o a celle a combustibile. Una bella storia per un nuovo mondo cui tendere per forza se non per amore: pena lo stop alla circolazione per le restrizioni più stringenti ai motori tradizionali e conseguentemente il rischio di mettere fine a un business – se non si cambia marcia – che resta un settore chiave nelle economie dei Paesi più industrializzati. Per produzione di ricchezza e di occupazione.

TOYOTA A IDROGENO

Aspettando le olimpiadi e la paraolimpiche di Tokyo 2020, la numero uno giapponese Toyota è pronta a commercializzare un bus a idrogeno nel 2018, chiamato Sora. Se Mirai è la berlina a celle a combustibile più venduta al mondo, la famiglia si allargherà con una nuova generazione di prodotto: un prototipo di grande berlina a idrogeno chiamato Fine Comfort-Ride, con una autonomia dichiarata di 1.000 chilometri con un pieno, è il piatto forte del Salone (a fianco di altri concept). Dopo aver inventato l’ibrido lanciando esattamente 20 anni fa a Tokyo la prima Prius con doppio motore, sull’elettrico puro Toyota è attesa al varco dalla concorrenza europea e americana, che appare più avanti: la joint venture per prodotti a batteria annunciata alla vigilia con Mazda e il fornitore Denso è una prima risposta.

NISSAN E HONDA ELETTRICHE

Nissan porta al Salone due concept a uso commerciale, un veicolo paramedico e un altro van elettrico NV-200, più qualche novità di prodotto a zero emissioni. E, come per Toyota, nel fuori salone mostrerà i passi avanti fatti nello sviluppo della tecnologia per la guida autonoma, appuntamento di cui vedremo frutti più concreti entro tre o quattro anni.
Honda, numero tre nella gerarchia dei colossi giapponesi, ha sterzato decisamente sull’elettrificazione, reintroducendo l’ibrido in Europa, esibendo a Tokyo uno Sports concept elettrico e allargando il suo impegno nell’idrogeno.
Un tema caro al premier giapponese Shinzo Abe, che per altro domenica ha portato il Paese a elezioni anticipate per rafforzare la sua leaderhip: il governo prevede di avere in circolazione – in collaborazione con i produttori di casa – 20.000 veicoli a idrogeno per il 2020, 200.000 per il 2025 e 800.000 per il 2030.

MAZDA E MITSUBISHI RIPARTONO

Mazda da una parte insisterà sull’originalità del suo design, caratteristica non comune fra i costruttori giapponesi, dall’altra aggiungerà qualcosa di più sul ritorno di un motore rotativo Wankel sotto il cofano delle sue macchine, 50 anni dopo l’esordio. Sia su alcuni modelli, sia forse anche come una sorta di range extender per aumentare l’autonomia di un propulsore elettrico. Mitsubishi, finita sotto controllo l’anno scorso dell’Alleanza Renault-Nissan, deve dare invece i primi segni di un rinascimento che il patron del gruppo Carlos Ghosn esige in tempi brevi. Suzuki, infine, rilancia fra prototipi e prodotti piccoli crossover.

ATTENTI AI ROBOT

Per gli stand del Motor Show di Tokyo non basteranno occhi per ammirare sia concept che vanno oltre le automobili tradizionali che robot, anche qui in senso letterale. Non software invisibili al volante di macchine, ma veri e propri prototipi e prodotti dedicati alla mobilità personale, elettrici e autonomi. Essendo il Giappone storicamente il Paese dei robot, ci sarà da girare la testa. E magari farci su un giro.

(Articolo pubblicato su l’Automobile, la testata diretta da Alessandro Marchetti Tricamo ed edita da ACI)

Tutte le novità del Motor Show di Tokyo

Di Francesco Paternò

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