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Gli Stati Uniti di Donald Trump decidono di reagire dopo gli attacchi chimici di Assad in Siria contro ribelli e civili. Dopo aver avuto le prove che le aggressioni con gas chimici sono partite dal regime attraverso attacchi aerei, gli Usa hanno compiuto un’azione militare contro il regime di Assad. I missili sono stati lanciati probabilmente da due navi da guerra alle 20.30 ora americana, le 2,30 in Italia.

(RAID USA IN SIRIA. ECCO FOTO E VIDEO)

I DETTAGLI

59 missili Tomahawk sono lanciati contro la base siriana di Al Shayrat, da dove, secondo l’intelligence americana, sarebbero partiti i jet di Bashar al Assad carichi di armi chimiche. Secondo la tv di Stato siriana, l’attacco missilistico degli Stati Uniti alla base aerea «ha provocato perdite». Non sarebbe stato colpito alcun aereo o mezzo dei russi, schierati con il regime di Damasco.

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LE PAROLE DI TRUMP

Trump era a cena con il presidente cinese Xi Jinping, nel resort di Mar-a-Lago in Florida. Poco dopo si è presentato davanti alle telecamere per rilasciare una breve dichiarazione. Ecco quello che ha detto: “Questa notte ho ordinato un’azione militare mirata sull’aeroporto in Siria da cui è partito l’attacco chimico. È nell’interesse vitale per la sicurezza nazionale degli Stati Uniti prevenire e scoraggiare la diffusione di armi chimiche letali. Non c’è alcun dubbio che la Siria abbia queste armi terribili, violando i suoi impegni previsti dalla Convenzione sulle armi chimiche e ignorando gli inviti del Consiglio di sicurezza dell’Onu”. Poi una stoccata anche all’amministrazione Obama: “Non sono serviti anni di tentativi per indurre Assad a cambiare atteggiamento. E’ stato un fallimento e un fallimento molto drammatico. Il risultato è che la crisi dei rifugiati continua ad aggravarsi e le regione continua a destabilizzarsi, minacciando gli Stati Uniti e i suoi alleati. Questa sera faccio appello a tutte le nazioni civilizzate a porre fine alle stragi e allo spargimento di sangue in Siria e a porre fine al terrorismo di ogni tipo”.

(RAID USA IN SIRIA. ECCO FOTO E VIDEO)

I PRIMI UMORI

Trump aveva accennato alla possibilità di una reazione militare mercoledì 5 aprile, con alcuni parlamentari. Ieri pomeriggio, sull’Air Force One in viaggio verso la Florida, Trump ha ripetuto le parole pronunciate nella conferenza stampa dell’altro giorno: «Abbiamo visto immagini orribili dopo l’attacco chimico. Qualcosa dovrebbe succedere ad Assad». Come minimo, lasciare il potere, ha commentato il segretario di Stato Rex Tillerson.

(RAID USA IN SIRIA. ECCO FOTO E VIDEO)

LE CONSULTAZIONI

In serata il presidente si era consultato a lungo con lui e con il segretario alla Difesa, il generale James Mattis. Almeno due ipotesi all’esame. Prima: bombardamento di alcuni aeroporti militari controllati dal governo di Damasco. Seconda: raid contro obiettivi diversi, non solo scali aerei, ma anche le fabbriche sospettate di assemblare le armi chimiche. Intanto il presidente turco Recep Erdogan aveva invitato l’America a «intervenire concretamente». C’era e c’è, però, un serio rischio politico: colpire installazioni o truppe russe dislocate sul terreno a difesa di Assad.

(RAID USA IN SIRIA. ECCO FOTO E VIDEO)

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