Skip to main content

Uno dei maggiori incubi pre-elettorali in vista del voto federale tedesco del prossimo 24 settembre si chiama Turchia. Il Cancelliere Angela Merkel stavolta sembrerebbe sempre più orientato a lanciare duri messaggi alla Mezzaluna, anche per i vantaggi che questo atteggiamento potrebbe portare alle urne.

Berlino e Ankara hanno più di un motivo per essere ai ferri corti. La Germania ospita centinaia di persone che sono sfuggite alle purghe del presidente Erdogan seguite al fallito golpe del luglio 2016, che in compenso hanno dato inizio a una vera e propria repressione da parte del Capo dello Stato. Fra questi ci sono alcuni uomini d’affari considerati da Ankara dei gulenisti, ossia appartenenti al circolo di Fethullah Gulen, oggi nemico numero uno della Turchia moderna, ma, gioverà ricordarlo, fino a pochi anni fa alleato del presidente Erdogan, seppure per motivi di convenienza. Nel novembre 2016, Berlino ha dato un passaporto di servizio al giornalista Can Dundar, che pochi mesi prima aveva denunciato i legami fra Isis e Ankara.

La risposta turca è stata vietare a politici tedeschi la visita alla base di Incirlik, oltre a minacciare di fare saltare l’ormai celebre rapporto sui migranti.

Il problema, per la Mezzaluna, è che stavolta Berlino sembra quanto mai intenzionata a fare sul serio, tanto che il ministro degli esteri, Sigmar Gabriel, ha parlato di “ri-orientamento” nei rapporti bilaterali fra i due Paesi. Sembrano lontani anni luce insomma gli sforzi fatti dalla Germania per chiudere su un accordo da cui ha tratto per prima i maggiori benefici. Se la Turchia alza i toni e annuncia che non si farà ricattare da nessuno, nei corridoi di Berlino iniziano a rincorrersi voci su interventi drastici, dalla cessazione dei colloqui per l’adesione al club di Bruxelles, all’interruzione dello stanziamento dei fondi europei.

Sui quotidiani turchi c’è chi scrive che i rapporti fra i due Paesi non siano mai stati così tesi dalla Seconda guerra mondiale. Angela Merkel si sta giocando la sua partita, certa che la sua linea di tolleranza zero nei confronti di Ankara la premierà alle urne o almeno le farà recuperare un po’ della credibilità che sembra aver perso agli occhi dell’elettorato da quando è scoppiata l’emergenza migranti.

Di certo, però, mette a rischio le relazioni con un Paese con il quale ha un interscambio di 36 miliardi di dollari. Le aziende teutoniche sul territorio turco sono circa 6800 e c’è da credere che la loro sopravvivenza potrebbe diventare molto più difficile se Ankara e Berlino non troveranno una soluzione. I turisti tedeschi sono in calo vertiginoso e dalle rappresentanze diplomatiche più volte sono arrivati avvertimenti per la loro sicurezza.

C’è poi un secondo aspetto da considerare. In Germania vivono oltre tre milioni di turchi, di questi un milione circa hanno il diritto di voto. La nuova impronta che il Cancelliere Merkel rischia di dare ai rapporti con la Turchia rischia di trasformarsi in un’arma a dopo taglio.

 

Che cosa succederà fra Germania e Turchia con rapporti più tesi fra Merkel e Erdogan

Uno dei maggiori incubi pre-elettorali in vista del voto federale tedesco del prossimo 24 settembre si chiama Turchia. Il Cancelliere Angela Merkel stavolta sembrerebbe sempre più orientato a lanciare duri messaggi alla Mezzaluna, anche per i vantaggi che questo atteggiamento potrebbe portare alle urne. Berlino e Ankara hanno più di un motivo per essere ai ferri corti. La Germania ospita…

Chi sono i quattro guru che daranno consigli a Eni

Eni vuole studiare a fondo la transizione energetica, il ruolo delle rinnovabili e il futuro delle fonti fossili: il Consiglio di Amministrazione del gruppo guidato da Claudio Descalzi ha istituito un advisory board che analizzerà, a beneficio del Board e del CEO di Eni, i principali trend geopolitici, tecnologici ed economici in atto, incluse le tematiche relative al processo di decarbonizzazione. Presieduto…

Che cosa combina Federica Mogherini in Iran?

Per l'ennesima volta, Federica Mogherini si presenta in Iran col velo obbligatorio alla corte del presidente Rouhani. Ci prova gusto, evidentemente, poiché niente e nessuno obbligava il capo della diplomazia europea ad essere presente alla cerimonia di insediamento del presidente. È quanto meno bizzarro, per non dire altro, che una leader politica del Vecchio continente si sottometta spontaneamente al diktat…

Alberto Nagel, Mediobanca, Sanpaolo, Generali

Mediobanca esce da Assicurazioni Generali? Ecco gli effetti dello smantellamento dei salotti

I riflettori della finanza tornano a illuminare i due salotti finanziari per eccellenza: quello di Mediobanca e, soprattutto, quello delle Generali. La scorsa settimana Repubblica, in un articolo di Andrea Greco, ha raccontato come possa essere imminente un processo di smantellamento della catena di controllo che parte da Unicredit e, passando per Mediobanca, arriva fino alle assicurazioni triestine. CHE FARA'…

Fincantieri, Tim-Telecom e Libia. Che cosa succede davvero fra Italia e Francia

Settimana densa di novità per i dossier aperti tra Italia e Francia: riguardano la direzione e controllo di Tim da parte di Vivendi; la fornitura di navigio militare al Qatar da parte di Fincantieri, che è impegnata nella contrastata acquisizione dei cantieri navali francesi STX; il ripensamento di Parigi sul collegamento ferroviario Torino-Lione; lo scacchiere Libia. Cominciamo da Tim. Giovedì…

Brembo, Leonardo-Finmeccanica, Recordati. Ecco tutte le aziende che premiano gli azionisti

Brembo, Leonardo, Recordati: queste le aziende che in Italia creano più valore per l'azionista in base al Total Shareholder Return (TSR). Con un primato speciale per Brembo, prima al mondo per creazione di valore nel segmento “Componenti Auto” nel periodo 2012-16, oltre che prima in Italia fra tutte le aziende dell'FTSE MIB 40, con il 58% di TSR. E' quanto emerge dallo…

Carlo Messina intesa sanpaolo

Intesa Sanpaolo, ecco il vero impatto di Veneto Banca e Popolare Vicenza sui conti di Messina

L’aumento delle commissioni (+6%) e il calo delle rettifiche su credito (-11%) sostengono i conti semestrali di Intesa Sanpaolo, che dopo i risultati di metà anno ha confermato il dividendo di 3,4 miliardi per il 2017, in linea con gli obiettivi del piano. I dividendi saranno la «chiara priorità di Intesa anche per il futuro», ha detto ieri il ceo…

ong

Medici senza frontiere, ecco donatori e numeri dell'Ong che non ha firmato il codice Minniti

L’indagine per favoreggiamento dell’immigrazione clandestina sull’ong tedesca Jugend Rettet potrebbe non essere un caso isolato. Tra le carte della procura di Trapani, che ha avallato mercoledì il sequestro dell’imbarcazione dei volontari tedeschi “Iuventa”, ci sarebbe un fascicolo su un’altra ong: Medici senza Frontiere. In seguito alle indagini del pool del Servizio Centrale Operativo (Sco) l’ufficio giudiziario siciliano avrebbe iscritto, secondo…

Massimo Gramellini

Così giornali e intellò della sinistra scoprono “la questione demografica” in Europa

La demografia? Guai a parlarne. Negli ultimi decenni è sempre stata questa la linea dominante sui media italiani. C’entrano forse le reminiscenze del fascismo, con la sua battaglia demografica degli anni 30 dello scorso secolo a suon di tassa sul celibato e slogan tipo “il numero è potenza!”. O forse è colpa dello scarso interesse per un fenomeno sociale che…

Perché gli automobilisti votano Trump. Parola di Luttwak

Donald Trump messo all’angolo? Non tutti la pensano così, anzi. C’è chi prevede una sua vittoria anche alle presidenziali del 2020 per una questione di automobili. Si tratta del politologo Edward Luttwak, convinto che la dinastia Trump durerà 16 anni perché ai due mandati di Donald seguiranno quelli della figlia Ivanka. Anche grazie al fattore auto, che si è rivelato…

×

Iscriviti alla newsletter