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C’è in ballo anche un progetto di più stretta collaborazione sul fronte della difesa navale militare nelle trattative in corso tra Italia e Francia, non solo a livello aziendale ma anche istituzionale, nei nuovi accordi in fieri relativi alla proprietà dei cantieri francesi Stx che vede al centro l’italiana Fincantieri. Dopo lo stop di Emmanuel Macron all’assetto azionario concordato con il gruppo capitanato dall’ad, Giuseppe Bono (nella foto), quando all’Eliseo c’era François Hollande, le nuove richieste esplicitate anche oggi al Corriere della Sera dal ministro dell’Economia francese Bruno Le Maire prevedono un accelerazione sul fronte anche militare oltre a quello civile. Ecco tutti i dettagli dei pour parler.

L’OFFERTA DI PARIGI

Alla vigilia dell’incontro (in programma oggi alle 17,30) tra il ministro dell’Economia francese Bruno Le Maire e i responsabili del Tesoro e dello Sviluppo economico, Piercarlo Padoan e Carlo Calenda, lo stesso titolare delle Finanze francese ha improvvisamente fatto una virata, proponendo all’Italia una sorta di baratto. Via libera al controllo paritario dei cantieri di Saint-Nazaire (con presidenza espressione del socio italiano) in cambio della possibilità di sconfinare dalla collaborazione civile a quella militare. “Fin qui”, ha detto Le Maire, “si è parlato su una base di cooperazione nel settore industriale civile, in sostanza di realizzare di navi da crociera. Bene noi diciamo ai nostri amici italiani: guardiamo anche a quel che possiamo fare nel settore militare, più precisamente con le navi, e costruiamo un grande campione dell’industria navale europea”.

CHE COSA PROPONGONO I FRANCESI

Ma che cosa propongono per la precisione i francesi? La collaborazione comporterebbe la vendita di navi costruite da ambedue le nazioni e vendute a marine straniere. Dunque, la costituzione di un polo italo-francese per fornire navi militari alle marine del mondo. Si tratterebbe dunque di un’operazione diversa rispetto a quanto accade già oggi, con Fincantieri che realizza navi di superficie per Parigi. Fincantieri, attraverso la società Orizzonte sistemi navali, joint venture con Leonardo-Finmeccanica), lavora con i francesi sia nella costruzione di cacciatorpedinieri sia nella realizzazione delle fregate europee multimissione Fremm.

CHI COSTRUISCE COSA (E PER CHI)

E’ il programma italo-francese di Fregate Europee Multi Missione “FREMM” che nasce dall’esigenza di rinnovamento della linea delle Unità della Marina Italiana della classe Lupo e Maestrale e di quelle della Marine Nationale francese delle classi TourvilleMontcalm. Il programma italiano prevede la costruzione di 10 unità (quello francese in origine 17, numero poi ridotto a 11, per cancellazioni o scelta di dirottarne qualcuna all’export). Nel corso del 2013 sono state consegnate “Carlo Bergamini” e “Virginio Fasan”, nel 2014 “Carlo Margottini”, nel 2015 “Carabiniere”, mentre nel 2016 è stata la volta di “Alpino” e nel 2017 di “Rizzo”. Con l’esercizio dell’opzione, nell’aprile 2015, per la costruzione della nona e della decima unità, la cui consegna è prevista dopo il 2020, si è data completa attuazione al programma italiano.

L’APERTURA DI FINCANTIERI

Dalla stessa Fincantieri è arrivata un’apertura alla “proposta” francese. “Abbiamo avuto lunghe collaborazioni con la Francia, siamo già al secondo programma congiunto prima con le fregate Orizzonte e poi con le Fremm. La sintonia dal punto di vista produttivo e operativo con i francesi c’è sempre stata e i programmi hanno funzionato benissimo. Potrebbero esserci ulteriori opportunità” ha detto Angelo Fusco, direttore della divisione navi militari di Fincantieri. “Altre cooperazioni future possono starci perché – ha concluso il direttore della divisione navi militari di Fincantieri – entrambe le nazioni hanno livelli tecnologici e di capacità equivalenti”.

L’ANALISI DEL SOLE 24 ORE

E’ un tentativo non nuovo quello dei francesi, ricorda oggi Celestina Dominelli del Sole 24 Ore: “Di un progetto di integrazione fra Fincantieri e Naval Group, l’ex Dcns, il colosso francese della difesa a controllo statale (il 65% è in mano allo Stato e il restante 35% è detenuto da Thales) per esplorare ulteriormente le collaborazioni già esistenti si parla ormai da qualche anno”. I cantieri Stx, oltretutto, sono gli unici a poter costruire le grandi unità navali per la marina francese e per l’export, “anche in virtù – aggiunge il Sole –  di un accordo industriale sottoscritto dalla stessa Stx France e dall’ex Dcns nel 2008″.

LA POSIZIONE DELL’AMMIRAGLIO DE GIORGI

“Quando la Francia parla di industria della Difesa comune, intende industria francese che vende agli altri Paesi europei, le cui aziende collaborano e si integrano in realtà a maggioranza e leadership francese. Gli esempi non mancano Ritengo che non sia assolutamente opportuno accettare le condizioni francesi”, ha detto l’ammiraglio Giuseppe De Giorgi a Formiche.net. L’intervista completa all’ex capo di stato maggiore della Marina si può leggere qui.

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