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I ticket sanitari? “Si possono anche abolire, valgono 3 miliardi sui 113 del Fondo complessivo sanitario”, ha detto il ministro Beatrice Lorenzin (in foto) durante la trasmissione di La7 Coffee Break. Le opzioni per rivedere il sistema sono molte, ed alcune regioni hanno fatto qualche tentativo verso questa direzione. Ecco la posizione del ministro e le ultime mosse del governo a riguardo.

CHE COS’È IL TICKET

Il ticket rappresenta il prezzo fisso che ogni cittadino deve pagare per godere di alcune prestazioni del Servizio sanitario nazionale, fatte salve le esenzioni per età e/o reddito e quelle rivolte a categorie di pazienti affetti da particolari tipologie indicate sul sito del ministero della Salute. Sono stati introdotti nel 1982, e attualmente riguardano le prestazioni specialistiche, quelle di pronto soccorso, le cure termali e le prestazioni farmaceutiche. Ad esso vanno aggiunte l’eventuale quota di partecipazione introdotta da alcune regioni, come Lazio, Campania Molise e Sicilia, e la quota fissa aggiuntiva da 10 euro senza alcuna modifica introdotta da alcune regioni (Lazio, Liguria, Calabria, Puglia, Sicilia, Campania, Friuli Venezia Giulia, Marche Abruzzo e Molise).

LE OPZIONI

Lorenzin ha sottolineato la disparità “spaventosa” sui ticket tra il nord e il sud, e il problema delle liste di attesa. Per Lorenzin sono queste le opzioni su cui si potrebbe ragionare: “La prima prevista dal patto delle Salute per rivedere i ticket, quindi sgravare le famiglie con figli numerosi, chi passa da avere un lavoro a non averlo, le nuove sacche di povertà e quindi questo è un aggiustamento dei ticket sanitari, oppure, andando avanti con la spending review, che non sono tagli ma rimodulazioni, con i risparmi derivanti che vengono tutti reinvestiti nel servizio sanitario, potremmo pensare nel tempo di toglierli. Oppure questi 3 miliardi di euro che vengono dai ticket potrebbero essere vincolati a essere spesi per le fasce più fragili della popolazione, che sono gli anziani e le donne. La situazione degli anziani, in particolare, è molto grave”.

IL CASO LOMBARDIA

La possibilità di ridurre, o addirittura di eliminare i ticket, ha sorpreso l’amministrazione della regione Lombardia che recentemente si è vista impugnare dal governo una misura volta ad abbattere il ticket del 50%. Il problema? Per il governo, la certezza della copertura finanziaria che la legge regionale 34/2016 affida a futuri risparmi in campo sanitario.
“Apprendo con piacere le parole del ministro Beatrice Lorenzin in merito alla possibilità di ridurre i ticket sanitari recuperando risorse da una buona spending review. Peccato però che gli atti del governo non siano assolutamente coerenti con le sue dichiarazioni visto che Regione Lombardia si è vista impugnare la legge che prevede il dimezzamento del ticket sanitario regionale attraverso risorse recuperate proprio da un efficientamento del nostro sistema sanitario”, ha detto l’assessore al welfare di Regione Lombardia Giulio Gallera in merito alle dichiarazioni del ministro.

Il consiglio dei ministri del 23 febbraio 2017 ha impugnato, per violazione dell’articolo 117 della costituzione, il comma 2 dell’articolo 19 della legge regionale ritenendolo incongruente rispetto al comma 1 dello stesso articolo. La misura della Lombardia con uno stanziamento di 25 milioni di euro avrebbe abbattuto il superticket del 50 per cento portandolo ad un valore massimo di 15 euro a ricetta, a un milione e mezzo di cittadini lombardi. In conseguenza di ciò la regione è stata costretta a sospendere il provvedimento e ad azzerare lo sconto già dallo scorso primo di marzo.

“Auspico – ha concluso Gallera – che la posizione espressa dal ministro Lorenzin risulti prevalente all’interno del governo e lo induca a ritirare l’impugnativa. Da parte nostra c’è la massima disponibilità a un incontro in cui documentare che i 25 milioni di euro vengono recuperati dall’efficientamento della nostra spesa”.

LE PAROLE DI MARONI

“Ho fatto presente al presidente Gentiloni che la nostra decisione di dimezzare i ticket è stata assunta a pareggio di bilancio, perché c’è formalmente una norma che prevede che ci sia invarianza di gettito, cioè che io abbasso per qualcuno e devo alzare per qualcun altro. Ma gli abbiamo detto che siamo così virtuosi da poter abbassare per tutti”, ha detto il presidente della Regione Lombardia Roberto Maroni al termine di un incontro con Gentiloni a Palazzo Lombardia.
“Invarianza di gettito vuol dire per me pareggio di bilancio – ha spiegato il governatore -, quindi è un modello di virtuosità, quello che noi proponiamo, che può servire ad abbassare la pressione fiscale. La compensazione del mancato gettito – ha chiarito Maroni – non la ottengo alzando i ticket per qualcun altro, ma riducendo la spesa: lavorando sulla migliore organizzazione del Sistema sanitario, ed è quello che viene fatto in Lombardia”.

ticket, BEATRICE LORENZIN

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