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Quello che si è temuto, ieri ad Amburgo si è verificato. A partire dal tardo pomeriggio e fino a notte fonda si sono scontrati gli antagonisti del G20 e le forze dell’ordine. Macchine incendiate, vetrine distrutte, una parte della città si è trasformata in un campo di battaglia. Quante persone siano rimaste ferite, quale sia l’ammontare dei danni non è ancora possibile stabilirlo. Quello che è certo è che il gruppo antagonista Black Bloc ha mantenuto, se così si può dire, quanto annunciato dai suoi banner. Lì, scritto in caratteri cubitali si leggeva, “G20Welcome2Hell”. E così è stato come ha ammesso anche il portavoce della polizia di Amburgo: “Certo si è verificato lo scenario peggiore”.

Ieri è stata la giornata degli arrivi dei capi di Stato e di governo. Anche Donald Trump è arrivato ieri, dopo aver fatto tappa a Varsavia. La popolazione lo ha accolto entusiasticamente e il presidente americano ha ricambiato, non solo lodando il popolo polacco, ma anche attaccando la Russia. Vladimir Putin arriverà oggi ad Amburgo e tutti attendono con curiosità l’incontro tra lui e Trump.

Ma torniamo agli scontri di stanotte che hanno messo a ferro e a fuoco la città anseatica. Per giorni, settimane i media tedeschi si sono interrogati su quanto fosse stato sensato organizzare il G20 proprio ad Amburgo. “Una città trasformata in fortezza” titolavano ieri i telegiornali. Un’area di 38 chilometri quadrati, che va dalla Elbphilharmonie, la nuova sala concerti sull’Elba,  fino al quartiere fieristico, dove si terrà il G20, blindata, chiusa dietro a una cortina di ferro dalle maglie impenetrabili.

E ancora un ingente apparato di sicurezza schierato per le strade, sull’acqua e in aria. All’aeroporto di Amburgo sono atterrati ieri una ottantina di aeri speciali. Per garantire l’incolumità degli illustri ospiti e delle delegazioni a loro seguito, in tutto diecimila persone, tra cui 600 diplomatici, sono stati schierati 19 mila poliziotti, un centinaio mandato anche dall’Austria. 3mila veicoli delle forze di sicurezza e 12 elicotteri. I partecipanti al G20 sono 10mila tra questi 600 diplomatici. Il costo stimato per l’organizzazione e in particolare per la sicurezza è di 3 milioni di euro.

Misure per garantire l’incolumità degli ospiti e soprattutto, per mantenere il controllo sull’ordine e la sicurezza soprattutto in previsione delle manifestazioni annunciate. In tutto sono state annunciate 27 manifestazioni di protesta con oltre 10mila manifestanti contro una politica che mira innanzitutto al profitto piuttosto che rispondere alle vere emergenze, recitano gli striscioni. Vere emergenze che riguardano le guerre, la fame, i cambiamenti climatici, la crescente diseguaglianza prodotta dalla globalizzazione.

Tra i gruppi di manifestanti ci sono Greenpeace che ha preparato zattere per navigare lungo l’Elba, c’è Attac che invece ha raccolto i suoi in un Attac Camp dove insegnava tecniche di resistenza passiva contro le forze dell’ordine, per esempio seduti per strada, oppure come riuscire a issare il più in alto possibile manifesti e striscioni. Il gruppo più temuto era però quello del Black Bloc il cui slogan era già un annuncio di guerra “Welcome to Hell”. Tra questi un gruppo di 8mila veniva giudicato giudicato particolarmente pericoloso e disposti a ricorrere anche alla violenza. Il fatto poi che l’area fieristica blindata confini direttamente con due quartieri, il Schanzen e il Karoviertel a nord di St. Pauli, da sempre in mano alla sinistra radicale, e dunque a un tiro di schioppo dal luogo dove si trova riunito il G20, veniva guardato con particolare preoccupazione.

Da qui la decisione del Senato cittadino di usare il “Metodo Amburgo”, cioè tolleranza zero. Una linea già adottata i giorni precedenti, vietando ai manifestanti di dormire in un campo allestito lungo il fiume Elba. Già lo sgombero era stato motivo di scontro. Un modo di procedere che era stato criticato non solo dai manifestanti, da molti media, ma anche da alcuni illustri personaggi della città, tra cui un ex sindaco della Cdu.

Il corteo era appena partito dal “Fischmarkt”, il mercato del pesce, uno dei luoghi di attrazione turistica della città, quando la polizia l’ha fermato, ordinando a un migliaio di manifestanti con il passamontagna di mostrare il volto. Secondo quanto riportato da alcuni giornalisti presenti, l’ordine è stato accompagnato subito da getti d’acqua e dall’utilizzo di spray urticanti. A quel punto dall’interno del corteo sono state lanciate bottiglie e petardi. E in un attimo la situazione è sfuggita di mano.

Per Angela Merkel, questo G20 è importante anche sul piano della politica interna. A poco più di tre mesi dalle elezioni politiche, portare a casa un successo sarebbe ovviamente un altro punto a suo favore nella campagna elettorale. Un successo che riguarda le decisioni che verranno prese proprio in tema finanza, economia globale, ma anche sul clima, sul suo progetto di un piano Marshall riguardo l’Africa. Un successo difficile, viste le posizioni antagoniste del presidente americano. Ma un successo deve esserlo anche sul piano dell’organizzazione di questo G20. E da questo punto di vista quanto accaduto stanotte, non promette bene. Anche perché altre manifestazioni sono attese tra oggi e domani.

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